giovedì 3 dicembre 2020

B. non cambia mai solo la sinistra non se n’accorge.

Lui promette, ma non mantiene mai, dice al Fatto, Barbara Guerra parlando di Silvio Berlusconi: constatazione di un’olgettina dalle aspettative tradite, che conferma una conclamata verità politica.

(di Antonio Padellaro – Il Fatto Quotidiano) 

Nello stesso giorno nel quale, infatti, il presidente-padrone di Forza Italia scompagina le carte annunciando che non voterà a favore del Mes in Parlamento. Narrazioni assai diverse, certo, ma ciò che conta è l’unicità del personaggio. Che resta sempre lo stesso, nelle cene eleganti (“non proprio eleganti”, sottilizza la Guerra) come nei giochi di potere. Dove il guanto di velluto serve soltanto a contenere tutto il cinismo necessario a disorientare il prossimo. Sia esso una bella ragazza che attende di essere pagata, oppure una maggioranza di governo a corto di voti al Senato. Stando alle cronache, l’ex Cavaliere dopo avere costretto Salvini&Meloni a votare lo scostamento di bilancio non poteva tirare troppo la corda con gli alleati sovranisti in vista dell’importante test amministrativo di primavera. E ha ceduto sulla riforma europea del meccanismo salva Stati. 

Si dice anche che non abbia voluto togliere le castagne dal fuoco al governo giallorosso, per mantenerlo debole e dunque meglio ricattabile.

Non si può non essere affascinati dalla molle arrendevolezza dimostrata dalla sinistra (e dai suoi derivati) ogniqualvolta il Caimano invece di azzannarla ha spalancato le fauci in un ghigno seduttivo. Dall’epoca dell’inciucio con Massimo D’Alema (il Dalemoni coniato da Giampaolo Pansa), fino al recente patto del Nazareno (con Matteo Renzi nei panni di Barbara Guerra) tutte le volte che B. ha stretto un accordo lo ha stracciato dopo avere ottenuto ciò che gli stava a cuore. Ieri come oggi la salvezza di Mediaset.

Anche questa volta, appena l’astuto rettile ha fatto gli occhi dolci auspicando “l’unità dei partiti per salvare gli italiani”, subito dalla maggioranza si alzato un peana inneggiante allo statista: quanto è buono lei. Ottenuto dal governo l’emendamento che gli interessava, per stoppare la scalata di Vivendi alle sue televisioni, ha ricambiato con il voto sul bilancio. Che era non solo un “modus Vivendi” (Mario Monti), ma anche il corrispettivo a una prestazione. Come con le ragazze. Anche sul Mes alla fine sarà lui a fissare il prezzo. Parafrasando Talleyrand, per Berlusconi la politica non è che un certo modo di agitare la controparte prima dell’uso.

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