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Non ci erano riusciti Gelli, Berlusconi e Renzi. Ci hanno pensato Di Maio e Zingaretti a dare l’ennesima mazzata alla democrazia costituzionale concretizzando un punto del programma della Lega fatto proprio dal M5S durante le trattative del governo Conte1.
È solo l’ultima puntata delle “riforme” fallimentari con cui da un trentennio si restringe la democrazia.
Praticamente tutti i partiti erano per il SI e hanno vinto.
Lo hanno fatto col voto dei cittadini che ce l’hanno con i partiti.
Noi di Rifondazione Comunista ci siamo schierati per il No dall’inizio pur sapendo che si trattava di una battaglia difficilissima e controcorrente.
Troppo forte il clima di rivalsa contro “la politica” che ha ragioni condivisibili ma che ancora una volta, come negli anni più bui, è stata abilmente indirizzata verso l’antiparlamentarismo.
Il risultato del NO è un miracolo di resistenza positivo e ora che il taglio è avvenuto va rilanciata la lotta per una legge elettorale proporzionale pura e la reintroduzione del voto di preferenza per impedire che le conseguenze siano nefaste.
La truffa per ora è riuscita: i privilegi e le liste bloccate rimangono.
Zingaretti aveva votato Si al referendum di Renzi. Oggi ha vinto con Di Maio, Meloni e Salvini.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
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