martedì 1 settembre 2020

Il crimine sono i tagli

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Siamo entrati nel momento più duro della pandemia Covid con 70.000 infermieri e 10.000 medici in meno. Accanto a quelli dei reparti e delle sedi ospedaliere, comprese le terapie intensive, questi tagli di personale, servizi, studi e ricerche, hanno aggravato gli effetti del contagio: quanti dei 35.000 morti avrebbero potuto essere evitati se la nostra sanità pubblica fosse stata nelle condizioni di venti anni fa?
Oggi ogni ispezione nei luoghi di lavoro scopre un rischio o un danno, ma le ispezioni sono poche. Da anni il personale viene tagliato, mancano migliaia di persone che potrebbero essere utilmente utilizzate per migliorare la sicurezza del lavoro, anche rispetto al Covid. Non sarebbe più valido economicamente, oltre che più giusto, un lavoro controllato e pubblicamente tutelato rispetto ai rischi per la salute?

Ora che dovrebbero riaprire le scuole riemerge il disastro del trasporto locale. Secondo i responsabili del settore mancano 10.000 autobus e 31.000 conducenti. E poi ci sono i treni pendolari, ridotti per far posto alle Frecce oppure ridotti e basta. Anche qui sono decenni che si taglia, contando sul fatto che chi può usa l’automobile, e chi non può si ammassa come sardine sui mezzi pubblici.
Ora con si scopre che tutto questo è pericoloso, può espandere un nuovo contagio- Lo si scopre per i ragazzi che vanno a scuola, ma lo si è ignorato per gli operai che vanno al lavoro. Quante persone sono e saranno di fronte al rischio di scegliere tra stare a casa e perdere lavoro e scuola, o correre il rischio di infettarsi, magari come “congiunti allargati”, secondo le sciocchezze del ministro dei trasporti?
E infine veniamo proprio alla scuola, ove si sommano e si concentrano gli effetti nefasti di tutti i tagli al sistema pubblico.
Quanta scuola hanno tagliato tutti i governi che si sono succeduti sino alla pandemia? Quanti insegnanti, tecnici, assistenti mancano? 250.000 dicono alcuni dati.
E quante migliaia di aule e servizi, compresi quelli medici ed infermieristici, oggi non ci sono? Non sarebbe più sicura, e più valida, la scuola se con adeguato personale e spazi, venissero dimezzate le classi invece che inventarsi banchi a rotelle e far confusione sulle mascherine?
Ovunque si guardi la ripresa delle attività, quali che esse siano, si scopre caos e insicurezza e la ragione di fondo è che siamo entrati nella pandemia con un sistema pubblico devastato da anni di tagli e ora si riparte senza aver cambiato davvero nulla. Sì, certo, qualcosa si deve fare, ma senza davvero affrontare i guasti.
Un poco di assunzioni in gran parte precarie qua, qualche appalto straordinario là, ma senza minimamente colmare la profondità dei tagli passati. Evidentemente chi governa pensa che prima il sistema andasse bene e che solo a causa della pandemia sia esplosa una emergenza che prima o poi finirà.
Balle. Sanità, sicurezza del lavoro, trasporti, scuola, già prima erano ad un disastro che il morbo ha solo aggravato. La normalità era il problema, ma tutti pensano di tornare alla schifosa normalità di prima. Il governo dicendo che andrà tutto bene, l’opposizione di destra urlando che il Covid è una invenzione di Conte.
Ma chi propone di assumere subito le 500.000 persone che servono ORA al sistema pubblico e che, tra l’altro, dimezzerebbero la perdita di posti lavoro già maturata?
Quale politico italiano oggi ha il coraggio di dire – all’Italia e alla UE – che per affrontare crisi sanitaria e sociale bisogna prima di tutto fare una marea di assunzioni pubbliche per servizi pubblici?
Quale politico italiano ha il coraggio di sfidare la Confindustria di Bonomi e la UE di Ursula Von der Leyen decidendo di aumentare la spesa pubblica per far tornare a far funzionare davvero i servizi pubblici?
Ve lo dico io: NESSUNO.
Governo ed opposizione di destra litigano su tutto, in apparenza, ma quando si tratta di soldi pubblici alla fine pensano solo a mercato, imprese, grandi opere.
E così la scuola aprirà nel caos, e toccherà a genitori, studenti, insegnanti, bidelli, fare gli eroi. Come il personale sanitario “eroe del lockdown”, già dimenticato.
Trent’anni di austerità, privatizzazioni e tagli ai servizi pubblici e alla scuola sono stati un crimine che è ancora tutto lì a minacciare le nostre vite e a impedirci di affrontare la realtà.
Combattere quel crimine deve diventare il primo impegno della politica, altrimenti saranno ancora chiacchiere e promesse a vuoto.

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