mercoledì 2 settembre 2020

Ambiente & Clima & blà blà blà..."L'Amazzonia è condannata alla distruzione". Continuano gli incendi in Brasile.

Secondo l’Istituto brasiliano di ricerche spaziali (INPE), in agosto lo stato di Amazonas ha registrato il più elevato numero di incendi della sua storia, oltre 8mila.

HuffPost 

L’Amazzonia continua a bruciare e il governo Bolsonaro, dopo aver proposto una moratoria agli incendi e aver inviato l’esercito, lo scorso venerdì ha fatto dietrofront, annunciando la sospensione di tutte le operazioni per combattere la deforestazione in Amazzonia, gli incendi nel Pantanal e nelle altre regioni.

Secondo l’Istituto brasiliano di ricerche spaziali (INPE), in agosto si sono registrati 29.308 incendi, il secondo valore più alto negli ultimi 10 anni, e lo stato di Amazonas ha registrato il più elevato numero di incendi della sua storia, oltre 8mila. A causa di problemi tecnici del satellite NASA registrati a metà agosto, i dati potrebbero essere addirittura rivisti al rialzo.

“L’Amazzonia è condannata alla distruzione. Il futuro è oscuro”, ha dichiarato disperato al Guardian un ex alto funzionario dell’Istituto brasiliano dell’ambiente e delle risorse naturali rinnovabili, accusando Bolsoraro di soprintendere a una demolizione totale degli sforzi di proteggere il territorio. “Il futuro è oscuro”.



I riflettori si sono accesi sull’Amazzonia grazie anche alle denunce di personalità note come Leonardo DiCaprio e Emmanuel Macron, che hanno condannato il trattamento riservato da Bolsonaro all’Amazzonia. “Sono tutte bugie, non sta andando in fiamme”, ha ribattuto il presidente all’inizio di questo mese, nonostante filmati documentino il contrario. 

A maggio migliaia di truppe sono state dispiegate in Amazzonia come parte di una missione militare presumibilmente progettata per ridurre la criminalità ambientale, ma che secondo alcuni sta peggiorando le cose. Le immagini satellitari raccolte dall’agenzia spaziale brasiliana, Inpe, suggeriscono che questi sforzi non sono all’altezza. 

“Se l’Amazzonia continua a bruciare rischiamo di spingere verso il punto di non ritorno un bioma già in grave pericolo, con gravi conseguenze per il clima del Pianeta”, dichiara Martina Borghi, Campagna Foreste di Greenpeace, “Il problema però non è solo l’indifferenza del governo Bolsonaro, ma anche la connivenza dell’Unione europea, che sta discutendo l’approvazione del Mercosur, un accordo commerciale con Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay. Se approvato, creerebbe un quadro giuridico ed economico destinato ad aumentare il commercio, e quindi la produzione e il consumo, di carne, mangimi e altri prodotti già fortemente legati alla distruzione dell’Amazzonia, alla crisi climatica in corso e alla violazione dei diritti umani”.

Nessun commento:

Posta un commento