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A un mese dalle elezioni
politiche e presidenziali turche l’opposizione kurda è mobilitata a divulgare i
tre terribili anni di repressione che hanno colpito suoi attivisti e la
popolazione e a riorganizzare il partito (Hdp) per la resistenza elettorale,
soprattutto nel sud-est del Paese. Domani il ‘Tribunale permanente dei popoli
sulla Turchia e i Kurdi’, che a metà marzo scorso ha ascoltato testimoni
provenienti da Cizre, Dıyarbakır, Nusaybin, Simak, emetterà un verdetto sulle
violenze perpetrate in quei luoghi fra l’autunno e l’inverno 2015-2016. Lo
stillicidio di attacchi di reparti speciali dell’esercito e dell’Intelligence
turchi che hanno prodotto vittime e ferimenti di civili, nonché una spaventosa
ondata di arresti, sono considerati dagli organismi che hanno promosso
l’iniziativa crimini di guerra. (cfr. https://enricocampofreda.blogspot.it/2015/09/cizre-lassedio-il-sequestro-la-morte.html
e
https://enricocampofreda.blogspot.it/2015/09/cizre-cessato-lo-stato-dassedio-non-la.html).
Un ex giudice della Corte di Cassazione francese - Philippe Texier - presiede il tribunale in
cui sono presenti sette membri provenienti da Francia, Italia, Germania,
Portogallo, Irlanda. L’iniziativa è più opinionistico-mediatica che giuridica.
I compagni di partito di Demirtaş, su cui tre giorni fa una Corte di Ankara, ha
respinto l’ennesima richiesta d’una scarcerazione visto che l’Alta Corte
Elettorale ha ammesso la sua candidatura per le politiche del 24 giugno, stanno
approntando le candidature anche in funzione delle assenze forzate (causa
appunto carcerazione) del corpo rappresentativo di vertice e intermedio del
partito.
L’Hdp continua a proporre
fra le sue fila rappresentanti della sinistra turca e kurda. Ad Hakkari assieme
al co-presidente Öztürk Ağri c’è Leyla Güven, anch’essa attualmente detenuta. A
Dıyarbakır corre l’ex presidente dell’ordine dei medici Selçuk Mızraklı,
l’avvocato turco-ameno Garo Paylan, più i membri del Congresso della Società
Democratica Saliha Aydeniz e Musa Farisoğlulları. Altro detenuto in lista è
İdris Baluken, si presenta nel distretto di Batman. Nonostante il terrore
diffuso dal biennio degli attentati, alcuni a firma Isis (cfr. https://enricocampofreda.blogspot.it/2015/10/lodore-del-sangue-sulle-elezioni-turche.html),
altri misteriosi e in odore di Servizi, come l’assassinio dell’avvocato dei
diritti Elçi in pieno centro di Dıyarbakır (cfr. https://enricocampofreda.blogspot.it/2015/11/i-misteri-dellomicidio-elci.html)
l’opposizione democratica cerca di tenere aperti sia propri canali di presenza
sul territorio e nelle istituzioni, sia di tessere relazioni con altre forze
politiche. Gli ondivaghi repubblicani di Kılıçdaroğlu, nell’estate scorsa
mobilitati nella marcia di protesta contro la repressione erdoğaniana,
proseguono a guardare se stessi e un passato che appare disperso. Con esso i
valori democratici a cui si richiamano, senza però riuscire a tessere alleanze
in un panorama politico sempre più autoritario.
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