Quell’ampio
territorio di Roma densamente popolato che comprende diversi Municipi,
denominato Roma Est, è una nuova “Terra dei Fuochi”. Rifiuti tossici e
pericolosi, solventi gettati nelle acque dei pozzi, sversamenti
provenienti da insediamenti industriali, roghi tossici e altro hanno
reso questo territorio una “Nuova Terra dei Fuochi”, con un netto
aumento delle patologie tumorali e cardiovascolari.
Zone
come quella di Case Rosse, ma anche di Castelverde, Tor Sapienza, Ponte
di Nona, tanto per citarne qualcuna, dove ci sono delle cave mai
bonificate e discariche abusive, sono zone con un rischio ambientale
elevatissimo. Occorre dire che già nel 2012 il Dipartimento di
Epidemiologia della Regione Lazio assegnò, a queste zone, il primato
della mortalità, dovuta a tumori maligni, alle persone di sesso
maschile. Va sottolineato il fatto delle falde acquifere che posso
essere inquinate dai rifiuti pericolosi interrati e dagli sversamenti
nocivi (Case Rosse, Borghesiana, Lunghezza, Città del Sole, Ponte di
Nona). Bisogna ricordare che in queste zone vi sono anche le sorgenti
dell’acquedotto Vergine.
L’Agenzia
Regionale per la Protezione Ambientale della Regione Lazio (ARPA Lazio)
già ha riscontrato, nelle acque sotterrane – parlo delle sorgenti
dell’Acqua Vergine, acqua che viene utilizzata da moltissimi cittadini
romani nell’uso domestico – elevate concentrazioni di piombo e
tricloroetano. Molto importante è quanto scritto da studiosi italiani in
uno studio pubblicato nel 2017 dove, nelle conclusioni, sta scritto:
“Si è visto come anche a Roma, città dalla limitata vocazione industriale, il problema della contaminazione delle acque di falda da solventi clorurati sia una questione emergente, specialmente in quei settori dove si sono insediati i pochi stabilimenti industriali romani.La maggior parte di questi siti è stata notificata ai sensi dell’art. 245 del D.Lgs152/2006, ovvero in qualità di “soggetto non responsabile” della contaminazione. Questo comporta che sia la Città Metropolitana di Roma Capitale, ente preposto alle indagini, a dover individuare eventuali responsabilità. L’esperienza delle altre realtà urbane italiane insegna però che, fatti salvi i casi in cui le evidenze siano tali da rendere possibile l’accertamento delle responsabilità, nella maggior parte delle situazioni le Amministrazioni regionali devono intraprendere un complesso percorso amministrativo, inter-istituzionale, volto alla predisposizione di piani per l’inquinamento diffuso.Circa il rischio associato al consumo di ortaggi e specie vegetali irrigati con acque contenenti solventi clorurati, a titolo di esempio, si citano alcuni autori che hanno testato l’assorbimento di Tricloroetilene (Chard et al. 2006) su alberi da frutta (meli e peschi), i quali concludono che il principale assorbimento risulterebbe avvenire nelle radici, nel tronco e nei rami, mentre nelle foglie e nei frutti non sarebbe stata rilevata la presenza di questa sostanza. Risulta, per quanto sopra evidente, la necessità di approfondimenti e studi che possano consentire la redazione di linee guida ed indicazioni sul tema da parte delle autorità sanitarie nazionali, vista anche la crescente richiesta di rassicurazioni da parte della cittadinanza.Nel merito si evidenzia che in assenza di tali approfondimenti, l’esigenza della Pubblica Amministrazione di attenersi al principio di precauzione si traduce sovente in misure restrittive e limitazioni d’uso, con il paradosso, nel caso frequente di lieve contaminazione, di interdire l’utilizzo o imporre sistemi di trattamento anche per acque che avrebbero caratteristiche di potabilità.” 1)
Dunque
vi è un importante allarme per la contaminazione da composti
organo-alogenati nelle acque di falda nella città di Roma. Bisogna dire
che queste sostanze sono ampiamente utilizzate – sia dall’industria sia
dall’agricoltura – come pesticidi. Nei rifiuti, se presenti – devo
ricordare che l’industria li utilizza come solventi, sgrassanti e
sostanze atte a produrre plastificazione – queste sostanze possono
provocare inquinamento delle falde acquifere, e rappresentano una delle
più importanti cause di inquinamento.
Il
dottor Fabrizio Magrelli, Direttore del UOC Servizio Igiene e Sanità
Pubblica (SISP) ASL Roma 2, che da tempo ha lanciato un grave allarme
per l’inquinamento dei rifiuti pericolosi interrati, dei solventi, delle
falde acquifere. Nella sua relazione (maggio 2015) viene scritto che,
per quanto riguarda i roghi tossici e il loro conseguente aumento
nell’inquinamento atmosferico, produce, per i fumi irritanti effetti
dannosi sia sull’apparato respiratorio, cardio-circolatorio ed oculare e
la Diossina sono di grande pericolo per l’apparato respiratorio.
Il
dottor Fabrizio Magrelli nella sua relazione scrive che: “…la
valutazione epidemiologica sullo stato di salute della popolazione
fornisce informazioni degne della massima attenzione in merito ad alcuni
eccessi di mortalità, nonché di malformazioni congenite”, con la
richiesta di svolgere ulteriori controlli sulle falde, sui terreni
“eventualmente da bonificare” e sullo stato di salute della
popolazione.”
Prof Roberto Suozzi
Medico e Farmacologo Clinico
Suozziroberto.altervista.org
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