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Ieri più di quindicimila notav hanno manifestato tra Rosta e Avigliana, nei territori della bassa valle, minacciati dalle ultime evoluzioni dei progetti di TAV approvati dal governo: proprio in quella zona sono stati infatti stanziati fondi del valore di 1700 milioni di euro per un tunnel attraverso le colline moreniche. Al tempo stesso, poiché il cantiere di Chiomonte è sostanzialmente fermo da mesi (i famosi fondi non abbondano), le ditte appaltatrici stanno concentrandosi in opere minori di adeguamento della linea in bassa valle, nell’ottica di quel progetto di Tav low cost spesso emerso nelle proposte governative.
Il corteo ha visto una ampia composizione popolare che testimonia quanto l ‘opposizione all’opera sia sempre fortemente radicata in chi abita i territori. Una manifestazione che arriva ad un anno dallo scorso grande corteo di massa in valle, nel maggio del 2017, e dopo mesi densi tra incendi e repressioni contro i migranti al confine italo-francese, comprese pagliacciate neofasciste e arresti di compagni antirazzisti da parte della polizia.
Poche settimane fa inoltre, la Cassazione aveva annullato la sentenza della Corte d’Appello di Torino riguardo alle giornate di mobilitazione del movimento No Tav dell’estate 2011: una assoluzione, eliminazione di alcuni capi di imputazione per 7 imputati, con conseguente richiesta di rideterminazione (al ribasso) delle pene, e processo da rifare interamente per i restanti 26 imputati. Un duro colpo al castello accusatorio da parte dei pm che da anni criminalizzano e attaccano il movimento No Tav.
Dal palco gli interventi finali hanno ribadito la chiara alterità del movimento rispetto alla politica di partito, il rifiuto, pertanto di considerare amico qualunque governo e la visione globale che il movimento ha rispetto alla politica stessa.Come ha scritto Riccardo Carraro su questo sito, “il movimento Notav ha sempre detto che non vi sono governi amici, e continuerà a non averne, sapendo sempre come relazionarsi con chi detiene il potere, ma sicuramente si avvicina una nuova sfida. Il “contratto” tra Lega e M5s è già stato cambiato da una versione iniziale in cui si parlava di una sospensione dei lavori a quella attuale, in cui è stata tolta la parola “sospensione” e si parla solo di ridiscutere il progetto. Ancora una volta l’ambiguità pentastellata, una volta a governo fa patti con i poteri forti come già fatto su altri temi, come quello dell’acqua o dello stadio della Roma.”
Infatti si è sottolineata l opposizione ferrea a qualunque grande opera inutile, a partire dal vicino Terzo Valico, si è ribadita l’importanza della lotta per la libertà di movimento dei migranti e per una accoglienza degna, tema molto caldo in valle vista la situazione a Bardonecchia. Infine si è dato sostegno e solidarietà all’esperienza di Manituana, spazio sociale recentemente sgomberato a Torino. Al corteo anche bandiere No Muos, mentre a Ragusa si svolgeva una nuova manifestazione contro la guerra, il Muos e la militarizzazione dei territori, in difesa della libertà di movimento, nell’ambito del rilancio delle lotte del movimento in Sicilia.
Il futuro governo del contratto, che tenta equilibrismi linguistici e ha già cancellato la parola “sospensione dei lavori” ma anche i rappresentanti di giunte locali M5s, sobriamente presenti al corteo, sono avvisati. In valle intanto ci si prepara all’arrivo del giro d’Italia, quest’anno strumentalizzato per ripulire la facciata pubblica di Israele.
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