Fra
queste segnalo un recente interessante
intervento del Direttore
generale della Banca d'Italia, Salvatore Rossi, in un convegno del 16
aprile scorso a Roma, sul tema "
Finanza e crisi climatica". Dopo aver sottolineato che
"gli
effetti del cambiamento climatico sono sotto i nostri occhi: nubifragi,
inondazioni, ondate di calore, incendi, più intensi e frequenti" e che "in
Italia, anche per la conformazione del paese e per la sua storica
fragilità amministrativa e civile, i rischi sono particolarmente acuti", osserva che "eventi
catastrofici legati al clima impongono innanzitutto un prezzo altissimo
in termini di vite umane, ma causano anche danni enormi alle cose:
abitazioni, impianti, infrastrutture. Famiglie, imprese e
amministrazioni pubbliche devono trovare risorse finanziarie extra per
farvi fronte".
È
tuttavia evidente, fa notare Salvatore Rossi, che gli operatori
economici potrebbero sottovalutare i rischi climatici e che è quindi
necessario che l'operatore pubblico compensi questo "fallimento del
mercato", potenziando la raccolta e la diffusione di informazioni sui
rischi climatici e sulla loro propagazione all'economia e al sistema
finanziario.
Per
evitare confusioni sarebbe bene, inoltre, stabilire una
classificazione, armonizzata a livello europeo, di ciò che è
"sostenibile" da un punto di vista ambientale e di ciò che non lo è,
fornendo agli investitori indicazioni che consentano di tener conto
anche della sostenibilità ambientale e di definire standard applicabili
alle emissioni di
green bonds con cui imprese, banche e organismi pubblici raccolgono fondi per finanziare progetti ecosostenibili.
Un
trattamento prudenziale che abbassi i requisiti per prestiti o
investimenti sostenibili - e quindi meno rischiosi – orienterebbe il
mercato e renderebbe tutto il sistema più solido, riducendo
l'esposizione di banche e assicurazioni ai rischi di perdite,
tendenzialmente crescenti, causate da eventi climatici estremi.
Affinché la spinta europea, necessaria per attuare l'
Accordo di Parigi,
tesa ad accrescere il ruolo del sistema finanziario nel contrasto ai
cambiamenti climatici, sia credibile deve essere accompagnata con una
politica climatica europea forte , coerente con gli ambiziosi obiettivi
di riduzione delle emissioni di gas serra.
Per questo, conclude il Direttore generale della Banca d'Italia, è necessario "
in primo luogo definire una tassa che penalizzi l'utilizzo delle fonti fossili di energia (carbon tax): l'unica vera arma per convincere gli investitori che l'Europa fa sul serio in questo campo".
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