redazione diffusa R@P 56
Come cantava il gruppo musicale RADICI NEL CEMENTO “ L’ACQUA
E’ IL SANGUE DELLA TERRA, L’ACQUA E’ VITA , L’ACQUA NASCE LIBERA….”.
Premetto che in queste brevi annotazioni sorvolero’ la
questione dell’acqua a Campagnano di Roma, argomento complesso, che sara’
oggetto di una prossima riflessione collettiva centrata sull’attuale sistema di
dearsenificazione che, da quest’anno, determina un aumento rilevante delle
bollette. Va comunque fatto un breve cenno sull’operato della CREA GESTIONI SRL, che continua a dare il meglio di se’: non
rispetta la Convenzione a suo tempo
sottoscritta con il Comune, che prevede tre fatturazioni annuali; non pubblica
le analisi dell’acqua come piu’ volte richiesto dai cittadini; continua a non pagare
le spese
di registrazione delle numerose sentenze del Giudice di pace relative
alle cause collettive promosse per la nota vicenda dell’acqua-arsenico, che hanno provveduto in primo grado a condannarla a risarcire in via equitativa i cittadini ,
oltre al pagamento delle spese legali e degli oneri di legge.
Fatta questa premessa volevo evidenziare lo stato del lago
di Bracciano: il livello delle acque continua a calare, come visibile a tutti
ad occhio nudo e l’ecosistema lacustre e’ a rischio. Senza entrare per il
momento del dettaglio delle responsabilita’ (siccita’, prelievi “consentiti”
all’Acea Ato 2…) c’e’ necessita’ che la Regione affronti questa emergenza che
dura da troppo tempo.
Inoltre volevo ricordare una recente nota del Forum italiano
dei Movimenti sull’acqua sul “BLUE BOOK 2017 “ promossa da Utilitalia, che
sottolinea come il grave stato del servizio idrico (bassi investimenti, reti
vecchie con dispersione, ritardi della depurazione…) non possa essere risolto con il metodo del “Full
Cost Recovery” (F.C.R.:il costo totale deve essere coperto dalla tariffa)
combinato con l’affidamento del servizio ai privati che, come e’noto,
perseguono l’obiettivo di massimizzare in profitti. Tutto cio ‘ ha provocato
negli ultimi 20 anni un crollo degli investimenti del 70% (da 2 miliardi a 600
milioni annui) e l’aumento delle tariffe negli ultimi 15 anni del 100% in danno
delle fasce piu’ deboli della popolazione. Per evitare che la cura sia peggio della
malattia andrebbe messo in piedi un piano nazionale che, oltre ai vantaggi ambientali,
creerebbe numerosi posti di lavoro; ovviamente alla leva tariffaria, incapace
nel tempo breve a far fronte al debito, andrebbe affiancato un un intervento
finanziario pubblico.
Infine vanno sottolineate le parole pronunciate di recente dal
Papa, che non hanno trovato molto eco nei media, sull’importanza fondamentale dell’acqua
“come diritto umano” e sulla domanda se “in questa terza guerra a pezzi stiamo
in cammino verso la guerra mondiale per l’acqua”.
SI SCRIVE ACQUA SI LEGGE DEMOCRAZIA.
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