I prodotti coltivati secondo i dettami dell’agricoltura sostenibile e biologica sono
buoni, hanno un impatto positivo sul nostro organismo e sono redditizi
per chi li coltiva. Nonostante ciò le terre coltivate in maniera
biologica rappresentano solo l’un per cento dei campi in tutto il mondo.
È quanto emerso da una recente ricerca condotta da David Crowder e John Reganold della Washington State University, i ricercatori hanno analizzato 44 studi scientifici sull’agricoltura biologica, basati su 55 piante coltivate in 14 paesi in cinque continenti.
I dati riguardano quaranta anni di produzione, lo studio rappresenta dunque un’analisi a lungo termine della sostenibilità finanziaria dell’agricoltura biologica. La ricerca è nata per verificare la veridicità del diffuso assioma secondo il quale l’agricoltura bio ha una resa economica inferiore a quella convenzionale. “In effetti questo tipo di coltivazione è meno produttiva – ha spiegato David Crowder – ma la resa è solo uno degli aspetti da considerare quando si raffrontano i due modelli agricoli, bisogna anche valutare la qualità del suolo, gli impatti sulla biodiversità e la qualità della produzione alimentare”. Il settore del bio, tra il 2002 e il 2011, è cresciuto del 170 per cento e genera annualmente un fatturato di circa 63 miliardi di dollari in tutto il mondo. L’agricoltura biologica può essere fino al 35 per cento più redditizia di quella convenzionale quando gli agricoltori fanno pagare un premio che attesta la qualità e la certificazione del prodotto. Secondo gli autori della ricerca i guadagni derivanti da questo modello agricolo sono destinati a superare quelli prodotti dall’agricoltura tradizionale, responsabile, tra l’altro, di numerosi danni ambientali come la conversione di grandi aree di foresta in campi coltivati, la distruzione di habitat preziosi per la biodiversità e gli impatti ecologici dei pesticidi.
È quanto emerso da una recente ricerca condotta da David Crowder e John Reganold della Washington State University, i ricercatori hanno analizzato 44 studi scientifici sull’agricoltura biologica, basati su 55 piante coltivate in 14 paesi in cinque continenti.
Sostenibilità economica
I dati riguardano quaranta anni di produzione, lo studio rappresenta dunque un’analisi a lungo termine della sostenibilità finanziaria dell’agricoltura biologica. La ricerca è nata per verificare la veridicità del diffuso assioma secondo il quale l’agricoltura bio ha una resa economica inferiore a quella convenzionale. “In effetti questo tipo di coltivazione è meno produttiva – ha spiegato David Crowder – ma la resa è solo uno degli aspetti da considerare quando si raffrontano i due modelli agricoli, bisogna anche valutare la qualità del suolo, gli impatti sulla biodiversità e la qualità della produzione alimentare”. Il settore del bio, tra il 2002 e il 2011, è cresciuto del 170 per cento e genera annualmente un fatturato di circa 63 miliardi di dollari in tutto il mondo. L’agricoltura biologica può essere fino al 35 per cento più redditizia di quella convenzionale quando gli agricoltori fanno pagare un premio che attesta la qualità e la certificazione del prodotto. Secondo gli autori della ricerca i guadagni derivanti da questo modello agricolo sono destinati a superare quelli prodotti dall’agricoltura tradizionale, responsabile, tra l’altro, di numerosi danni ambientali come la conversione di grandi aree di foresta in campi coltivati, la distruzione di habitat preziosi per la biodiversità e gli impatti ecologici dei pesticidi.
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