dinamopress Giansandro Merli
Marco (il nome è di fantasia) è uno studente di Scienze Politiche
dell'Università di Roma3. È nato in Abruzzo, ma vive a Roma da 3 anni.
Come la maggior parte degli studenti fuori sede non ha spostato la
residenza. Per questo, sabato scorso, mentre si dirigeva al corteo
#EuropeForAll, ha ricevuto un foglio di via dalla città in cui vive e
studia da tempo . Una storia assurda, che soltanto il delirio
securitario intorno alle proteste del 25 e le direttive autoritarie del
ministro Minniti potevano rendere possibile. Un caso particolarmente
grave, ma non certo isolato: sono oltre 20 le persone che hanno ricevuto
un provvedimento simile in via preventiva, cioè prima che potessero
scendere in piazza a manifestare. Nella stessa giornata, in più di 1.500
sono stati fermati e sottoposti a controlli, mentre tre autobus interi
venivano sequestrati per diverse ore nella questura di Tor Cervara,
ufficio stranieri.
Il foglio di via è un provvedimento amministrativo di allontamento
obbligatorio dal territorio comunale che le autorità di polizia emanano
in base al Decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159. Il titolo del
decreto è:
Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, nonché nuove disposizioni in materia di documentazione antimafia [...]. Di seguito il racconto di Marco.
DINAMOpress: Cosa ti è successo il 25 marzo?
Marco: Sabato mattina io e altri quarto ragazzi abbiamo dato una mano
a montare il camion dello spezzone #EuropeForAll, che di lì a poco
avrebbe manifestato per la libertà di movimento e contro i confini della
Fortezza Europa. Quando abbiamo finito, siamo andati in macchina a
piazza Vittorio, luogo del concentramento. Erano circa le 10 e 30.
Abbiamo parcheggiato e siamo entrati in un bar per prendere un caffè, ma
non abbiamo avuto il tempo di ordinare niente: sono arrivati
immediatamente quattro carabinieri in borghese e ci hanno chiesto i
documenti. Hanno controllato i nostri dati al terminale e perquisito la
macchina, trovando 4 fumogeni. Per questo motivo, siamo stati portati in
caserma, a piazza Dante. Lì, un carabiniere ha detto che ci avrebbero
denunciato penalmente per il possesso dei fumogeni oppure dato un foglio
di via amministrativo....
D: In base a cosa i carabinieri hanno minacciato la denuncia? I
fumogeni sono oggetti legali, che si possono tranquillamente acquistare
in qualsiasi negozio di giochi pirotecnici. Il loro possesso non
costituisce alcun reato...
M: Dicevano che in quella giornata
speciale, con un'allerta
speciale, i fumogeni erano illegali e non si potevano portare. Hanno
sostenuto che con il Decreto Minniti i fumogeni colorati non si possono
usare in manifestazione, perché sono considerati oggetti potenzialmente
pericolosi. Quindi, dopo circa due ore siamo stati condotti alla
Questura di via Genova, dove ci hanno dato questi fogli di via. Nel
primo commissariato ci avevano detto che sarebbe stata una misura
amministrativa della durata di 24 ore. A via Genova, invece, ci siamo
accorti che non era così. Per me, che non avevo nemmeno un fumogeno, la
durata è di un anno. È stato emesso perché a causa delle mie
frequentazioni sarei da considerare una «persona pericolosa per la
sicurezza pubblica» e perché, «per giunta», indossavo un abbigliamento
«del tipo abitualmente usato dagli appartenenti ai gruppi antagonisti in
occasione delle manifestazioni di piazza». Inoltre, sempre secondo il
foglio di via, la mia presenza a Roma sarebbe stata «finalizzata alla
realizzazione, in occasione delle manifestazioni antieuropeiste […], di
condotte di forte allarme sociale e potenzialmente pericolose per la
sicurezza pubblica». In base a queste ragioni è stato disposto il mio
«rimpatrio» (è proprio questa la parola utilizzata) nel luogo in cui ho
la residenza.
D: E gli altri?
M: Anche loro sono studenti abruzzesi, ma vivono a Bologna. Due hanno
preso un foglio di via di due anni, gli altri di uno. Questo è stato
deciso in base ai precedenti...
D: Che tipo di precedenti? Condanne?
M: No, no. Solo denunce legate all'attivismo in difesa di studenti, lavoratori precari e migranti.
D: E adesso?
M: Adesso presenteremo ricorso al Tar, insieme a un avvocato. Stiamo
raccogliendo tutta la documentazione per far vedere che vivo e studio a
Roma e che questa misura è assurda. Al di là del mio caso personale,
però, quello che è accaduto sabato è gravissimo: 1.500 fermati, più di
20 fogli di via. In base a cosa? Al possesso di fumogeni colorati o di
felpe nere? E tutti quelli che fino a pochi giorni prima invocavano la
libertà di espressione, adesso non hanno più niente da dire?
Nessun commento:
Posta un commento