domenica 26 marzo 2023

Il Comitato europeo per la prevenzione della tortura condanna le restrizioni imposte nelle RSA italiane

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Il Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (CPT) ha pubblicato ieri il rapporto sulla sua visita periodica in Italia nel marzo/aprile 2022, insieme alla risposta delle autorità italiane.

Durante la visita, la delegazione del CPT ha esaminato il trattamento e le condizioni di detenzione delle persone detenute in quattro istituti penitenziari. Ha inoltre valutato il trattamento dei pazienti nei reparti psichiatrici di quattro ospedali civili (Servizi psichiatrici di diagnosi e cura o SPDC) e, per la prima volta, degli anziani non autonomi ospitati in due case di cura (Residenze sanitarie assistenziali o RSA).

Per quanto riguarda le carceri, il CPT ha riscontrato un problema di sovraffollamento, con carceri che al momento della visita operavano al 114% della loro capacità ufficiale di 50.863 posti. Per affrontare il problema del sovraffollamento è necessaria una strategia coerente più ampia, che copra sia l’ammissione che il rilascio dal carcere, per garantire che la detenzione sia davvero la misura di ultima istanza. Parallelamente, è necessario adottare misure per migliorare le condizioni materiali delle carceri visitate.

La delegazione del CPT ha ricevuto molte testimonianze di violenza e intimidazione tra detenuti nelle carceri visitate. Le autorità italiane dovrebbero mettere in atto una strategia globale per prevenire tali violenze e intimidazioni, promuovendo tra l’altro un vero e proprio approccio dinamico alla sicurezza (sorveglianza dinamica) da parte del personale penitenziario, che rafforzerebbe il controllo e la sicurezza e renderebbe il lavoro degli agenti penitenziari più gratificante. Sono state ricevute anche alcune denunce di maltrattamenti di detenuti da parte del personale e le autorità italiane dovrebbero fornire una migliore formazione al personale sull’uso di metodi sicuri di controllo e contenzione, in particolare dei detenuti con tendenza all’autolesionismo e con disturbi mentali.

Il CPT ha rilevato che i servizi di assistenza sanitaria nelle carceri sono generalmente buoni. Tuttavia, le carceri non offrono un ambiente terapeutico e non è appropriato ospitare in carcere persone che necessitano di un trattamento psichiatrico specializzato. Inoltre, i detenuti considerati ad alto rischio di autolesionismo o suicidio dovrebbero essere alloggiati in celle più sicure.

Per quanto riguarda le donne in carcere, le autorità italiane dovrebbero adottare misure attive per sviluppare un approccio specifico di genere. In particolare, le condizioni materiali delle carceri visitate dovrebbero essere migliorate e alle donne con disturbi mentali dovrebbe essere fornito un programma strutturato di attività e il personale che lavora con loro dovrebbe essere meglio formato. È inoltre necessario sviluppare una politica chiara per la gestione delle persone transgender in carcere. Il CPT ha riscontrato che le donne transgender incontrate in carcere erano spesso alloggiate in reparti maschili, dove le loro esigenze specifiche non erano soddisfatte.

Per quanto riguarda le misure restrittive e i regimi di separazione, il CPT chiede l’adozione di una serie di misure come l’abolizione della misura dell’isolamento giudiziario ai sensi dell’articolo 72 del Codice Penale, nota come isolamento diurno, e la revisione della gestione dei detenuti sottoposti al regime del “41-bis”.

Negli SPDC (Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura) visitati, il personale addetto alla salute mentale ha mostrato un approccio positivo e attento, anche se sono stati segnalati alcuni sporadici episodi di abuso verbale e commenti sprezzanti da parte del personale. Gli SPDC visitati offrivano generalmente condizioni di vita soddisfacenti. Una carenza era rappresentata dal fatto che i pazienti avevano accesso all’aria fresca solo in terrazze protette e non beneficiavano di un accesso illimitato all’aria fresca.

Il CPT critica il quadro giuridico poco chiaro che regola l’applicazione della contenzione meccanica ai pazienti psichiatrici in stato di grave agitazione, che ha permesso di trattenere i pazienti per un periodo di nove giorni e di applicare ripetutamente tale misura.

Il rapporto rileva inoltre con preoccupazione che la procedura per l’imposizione di un TSO (Trattamento sanitario obbligatorio) continua a seguire un formato standardizzato e ripetitivo, che il giudice tutelare non incontra mai i pazienti di persona e che i pazienti non sono ancora informati del loro status giuridico.

Per quanto riguarda le case di cura, il CPT osserva che, in considerazione delle restrizioni associate alla Covid-19 (in particolare, la privazione dell’accesso all’aria aperta, la riduzione delle attività riabilitative e ricreative e delle visite ai familiari) e della mancanza di alternative valide nella comunità, i residenti delle due RSA (Residenze Sanitarie Assistenziali) visitate potrebbero essere considerati di fatto privati della loro libertà. In particolare, il Comitato ha notato che le restrizioni in vigore ininterrottamente dal febbraio 2020 nelle due RSA visitate hanno avuto un effetto graduale e dannoso sulla salute mentale e somatica dei residenti. Secondo il CPT, le autorità italiane dovrebbero adottare misure urgenti per alleviare le restrizioni in atto migliorando l’accesso alle attività di fisioterapia e riabilitazione e per garantire che, in futuro, venga perseguita un’interpretazione meno restrittiva delle norme applicabili, alla luce di chiare evidenze scientifiche e delle specifiche circostanze epidemiologiche. Vengono inoltre formulate raccomandazioni sulla necessità di migliorare le condizioni materiali di alcuni reparti dell’Istituto Palazzolo RSA, di aumentare il numero di personale infermieristico e di adottare un regolamento nazionale sull’uso dei mezzi di contenzione sui residenti delle RSA.

Nella loro risposta, le autorità italiane forniscono informazioni sulle misure adottate in risposta alle raccomandazioni del CPT.


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Il CPT e l’Italia

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