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Nonostante sia un problema reale, sentito, e che coinvolge quasi cinque milioni di cittadini, non esiste ancora una legge in Italia che permetta il voto ai fuori sede nel comune di domicilio e non di residenza.
In parole povere, chi studia o lavora in una città ma è residente in un’altra deve spostarsi per esercitare il proprio diritto da elettore. Per chi deve attraversare tutto lo stivale, ad esempio da Trieste a Reggio Calabria, sono più di 1.300 chilometri, per chi risiede o vive sulle isole il mare da superare.
Residenti all’estero “salvi”
Problema che invece non si pone per chi vive all’estero, che dal 2001 con l’emanazione della cosiddetta legge Tremaglia, può votare fuori dai confini italiani ed elegge otto deputati e quattro senatori: le quote della circoscrizione estero dopo il taglio dei parlamentari.
Invece, chi vive in un Comune italiano diverso da quello di residenza, deve organizzare il viaggio, spendere il proprio tempo e i propri soldi, solo parzialmente rimborsati, per raggiungere il seggio: un incombenza che scoraggia molti, soprattutto studenti e lavoratori a basso reddito, per cui si parla di “astensione involontaria”.
Il libro bianco sull’astensionismo
Il rischio che il mancato voto dei fuori sede inciderà sull’affluenza, viene sottolineato nel “libro bianco sull’astensionismo”, pubblicato presentato e presentato il 14 aprile di quest’anno dalla Commissione sulla partecipazione al voto istituita dal ministro per il rapporti col Parlamento Federico d’Incà a fine 2021 per indagare le cause della scarsa affluenza.
Secondo i dati Istat del 2018 sono 4.9 milioni i cittadini fuori sede: per chi di loro vuole votare l’unica soluzione è pianificare il viaggio.
Sconti e riduzioni sui biglietti
Sono previsti sconti o rimborsi sui biglietti di treni e traghetti garantiti dalle varie compagnie: Trenitalia applica una riduzione del 70% sui treni a lunga percorrenza (frecce e intercity) e del 60% sui regionali (in seconda classe), Italo sconta i biglietti degli elettori del 60%. Ita Airways,
la compagnia aerea italiana, non ha ancora comunicato nulla sul proprio
sito eventuali agevolazioni, nel 2018 era stato previsto uno sconto di 40 euro sulla tratta di andata e di ritorno. Per i traghetti, Grimaldi Lines applica una riduzione del 60% per
la Sardegna per le prenotazioni avvenute fino al 27 settembre e per le
partenze previste dal 1° settembre al 27 settembre. In tutti questi casi
vige l’obbligo di mostrare il timbro sulla tessera elettorale.
In ogni caso nessuna alternativa al viaggio, e il tempo speso per raggiungere il seggio ovviamente non lo rimborsa nessuno. E se prendi l’automobile, magari anche per non dover respirare per ore dentro una mascherina ffp2, non c’è chance di rimborso su carburante e autostrada.
Le deroghe: ecco chi può votare fuori sede
Ci sono alcune, poche, categorie a cui il voto fuori sede viene garantito: i membri di un seggio elettorale, rappresentanti di lista presso il seggio, candidati alle elezioni, ufficiali e agenti della Forza pubblica in servizio presso il seggio, possono votare nel seggio dove si trovano invece di quello di residenza. Poi gli elettori non deambulanti, cioè gli allettati, con certificazione, i ricoverati negli ospedali o nelle case di cura, detenuti, degenti in comunità per tossicodipendenti, militari delle Forze armate, Polizia e Vigili del fuoco, lavoratori naviganti delle compagnie aeree e marittime che si trovino fuori residenza per motivi di imbarco (previa presentazione di specifica richiesta).
Esclusi dalle deroghe tutti gli altri lavoratori, studenti e cittadini: cioè la maggioranza dei fuori sede.
Italia, un caso quasi unico
Detto questo, come funziona all’estero? Torniamo al libro bianco sull’astensionismo, che esamina la situazione di 19 Paesi occidentali: tutti tranne l’Italia permetto almeno una tra le opzioni: voto per delega, elettronico, per corrispondenza, voto anticipato presidiato, o il voto in un seggio diverso da quello di residenza. In Europa modalità di voto agevole per i fuori sede sono garantite ovunque tranne che in Italia, a Malta e a Cipro. Isole, quest’ultime che contano una superficie rispettivamente di circa 300 e 9mila chilometri quadrati, il nostro paese supera i 300mila.
Il problema si pone ad ogni tornata elettorale, sollevato e rimarcato, tra gli altri, dal comitato Iovotofuorisede, che anche quest’anno sul tema ha lanciato una petizione. Ormai manca meno di un mese, e i tempi sono stretti per mettere mano alla legislazione in materia.
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