venerdì 26 agosto 2022

La SPD tedesca cerca la resa condizionale con la Russia….

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Che succede se i Socialdemocratici tedeschi scelgono un po’ di Putin, se non altro pro domo propria, invece che l’Europa? Come riporta la Welt un gruppo di politici dell’SPD sta spingendo per un’offensiva diplomatica per porre fine rapidamente alla guerra in Ucraina, nonostante le posizioni americane ed ucraine. “Serve al più presto un cessate il fuoco come punto di partenza per negoziati di pace globali“, scrivono i compagni in un appello intitolato “Le armi devono tacere!“. Tra i socialdemocratici che hanno firmato il nuovo bando vi sono anche diversi membri del Bundestag, del Parlamento europeo e dei parlamenti dei Land. Inoltre hanno firmato anche importanti esponenti come l’ex primo ministro di Brema, Carsten Sieling, e il sindaco di Dortmund, Thomas Westphal.

Gli autori chiedono un nuovo tentativo di “una politica globale di distensione”. Un miglioramento fondamentale nei rapporti con Mosca è possibile solo nell’era successiva al sovrano in carica Vladimir Putin . Per il momento, però, “occorre trovare con il governo russo un modus vivendi basato sul riconoscimento di realtà che non piacciono, il che esclude un’ulteriore escalation della guerra“. Quindi, secondo questi politici, almeno sinché resterà Putin al potere, non si potrà tornare alle ricche relazioni dell’era Merkel, ma  comunque con la Russia bisogna ragionarci e tornare, quindi a commerciarci, almeno con qualcosa, come, per esempio, energia e auto

Trattare in questo momento con Putin significa fissare uno status quo che lascia alla Russia tutto l’est del paese ed una fetta del sud, per cui sarà difficile farlo accettare a Kiev con le buone, soprattutto dopo che i leader europei, a partire dai polacchi, per passare ai tedeschi e a Draghi, ha giurato fedeltà ed appoggio assoluti all’Ucraina, anche se poi, nella pratica, questi paesi hanno fatto ben poco. Inoltre che direbbe Biden che ha appena inviato tre miliardi di dollari in un nuovo pacchetto di aiuti militari? Inoltre la lettere chiama in campo esplicitamente la Cina come mediatore, e questo passaggio sembra scritto ad hoc per irritare ulteriormente gli americani.

Soprattutto che dirà Enrico Letta quando i suoi stretti alleati della SPD, diremmo i soci di maggioranza nella socialdemocrazia europea, iniziano a pensare che fra la scelta fra “Putin e l’Europa”, può esserci una via intermedia che è un po’ Putin, o meglio un po’ tanto Russia, e un po’ meno Europa? Chissà se qualcuno avrà il coraggio di chiederlo al buon sereno Enrico…

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