mercoledì 31 agosto 2022

I “buoni” sarebbero quelli a favore della guerra

Chi segue – solo per “dovere professionale”, facendo questo mestiere in modo militante – i talk show politici in vista delle elezioni non può non accorgersi che quasi tutti i protagonisti della “classe politica” dicono grosso modo tutti le stesse cose sugli argomenti che dovrebbero essere il cuore di una visione del futuro per questo paese.



Certo, un imbecille dei quartieri alti che insiste sulla flat tax si trova sempre. Un guerriero immaginario che sogna “blocchi navali” contro gli immigrati, anche (facile fare la battaglia navale contro i barchini, vero?). Un asino in mezzo ai suoni che invoca i rigassificatori per “ridurre la dipendenza dall’estero”, lo sapete tutti…

Ma sul fatto che bisogna rispettare l’”agenda Draghi” – anche se SuperMario se la tiene sempre segreta e la presenta spizzichi e bocconi a un consiglio dei ministri che può solo dire “va bene” nell’arco di pochi minuti – non si trova nessuno che osi smarcarsi dalla narrazione dominante.

Lo fa Unione Popolare, è vero, dovendo per questo combattere contro presunti giornalisti che invece di fare le domande presentano le loro risposte – tutte a favore dell’”agenda Draghi”, del “dove si trovano le risorse”, “non si possono far pagare le tasse ai ricchi” (se no si offendono?) – come se fossero le tavole della legge economica, ed infatti gli spazi che riesce ad avere sui media sono soltanto quelli “istituzionali”. Ossia dovuti. Il minimo del minimo…

Tutto il resto degli spazi è “privato” (La7 e Mediaset) o privatizzato dai partiti della coalizione che continua a votare le misure di Draghi senza fiatare (Meloni compresa, nel silenzio complice dei media).

Ma col passare dei giorni cresce, come tema di discussione, la centralità della guerra in Ucraina come discriminante tra “politici affidabili” e politici “radioattivi”.

Certo, fa molto ridere che un guerrafondaio esagitato, considerato “nell’ambiente” molto vicino alla Cia e al Mossad, sia classificato (e parli di se stesso e del giornale che dirige) come “sinistra”. Ma nella politica drogata di questi anni accade anche questo…

Appropriazioni indebite” a parte, comunque, la situazione appare la seguente: è legittimato ad assumere ruoli di governo, nei prossimi mesi, chi è a favore della guerra, dell’invio continuo di altre armi, del prolungamento delle sanzioni alla Russia (e magari anche del loro allargamento ad altri paesi). Chi, insomma, fa della fedeltà euro-atlantica un dogma di fede indiscutibile.

Su questo terreno Giorgia Meloni sta da mesi lavorando per “rendersi credibile”. Vota i provvedimenti del governo cui teoricamente si oppone, privilegiando naturalmente quelli di natura militare (sugli altri la maggioranza è così strabordante che può permettersi di non votarne qualcuno).

Gli “opinionisti”, o più banalmente i cortigiani addetti ad ammansire il pubblico televisivo, continuano a storcere il naso nei suoi confronti ma ritengono indispensabile “utilizzarla” almeno temporaneamente – ossia gonfiarne l’esposizione e quindi i consensi – perché da tempo va avanti l’operazione “schiaccia Salvini”.

Non perché questi sia un rozzo fascioleghista fissato con la guerra ai migranti e altre nefandezze simili, ma perché sarebbe “filoputiniano” e – addirittura! – “pacifista”, “contrario all’avvio delle armi, ecc.

Tra un po’ lo dipingeranno come un ex ragazzo dei centri sociali che rischia di tornare alle origini…

Sono naturalmente sommovimenti dentro un acquario molto limitato (la “classe politica” italiana è fatta di poca gente, dalla carriera rapida, esposta a violente ascese e rovinose cadute, tutte giocate proprio sul rapporto con l’Unione Europea (dirsi “euroscettici” favorisce la salita nei consensi, l’impossibilità di bypassarla e disobbedire ai suoi diktat – una volta al governo – innesca la caduta a vite).

Ed ora anche con la Nato. I “buoni” sarebbero insomma quelli a favore della guerra, anche a rischio che diventi mondiale e nucleare…

Se dovessimo prendere sul serio la rappresentazione falsaria in atto dovremmo concluderne che:

– essere senza riserve al servizio della Nato, dell’Unione Europea, della guerra, per la riduzione del debito a botte di tagli alla spesa sociale, contro gli aumenti salariali, contro ogni tipo di reddito che aiuti chi non ce la fa, “è di sinistra”;

– essere anche solo un po’ dubbiosi verso questo programma, invece, sarebbe “di destra”.

Siccome non ci può credere nessuno allora gentaccia squalificata tira fuori, all’ultimo secondo, i “valori antifascisti” che per i cinque anni della legislatura (e i molti decenni precedenti) hanno sistematicamente ignorato o represso.

E’ l’ennesima prova che questa è, e non solo per la stagione anomala in cui si svolge, la campagna elettorale più finta di sempre.

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