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Gli italiani sono solo 60 milioni, neonati compresi, ma l’Italia ha acquistato – e pagato ben care – oltre 350 milioni di dosi di vaccino anti Covid.
La stupefacente verità è annidata nelle pieghe della pagina Rai dedicata alla puntata di Report sul vaccino Astrazeneca che è andata in onda ieri, lunedì 25 ottobre. La struttura commissariale per le vaccinazioni ha fornito i dati sullo shopping compulsivo di dosi da cui è affetta l’Italia solo il giorno stesso della messa in onda della trasmissione. Sono stati inseriti sul sito della Rai. I numeri sono più alti, addirittura, di quelli stimati e già stratosferici di cui avevamo parlato. In sostanza: 107 milioni di dosi già consegnate all’Italia (di esse, circa 87 milioni sono state effettivamente utilizzate); altri 245 milioni di dosi acquistate e in arrivo. Totale, appunto, 352 milioni.
Quanto sono costate tutte queste vagonate di vaccini? Tanto, tantissimo: ma la cifra ufficiale non è nota. Le trattative con le case farmaceutiche sono state condotte dalla Commissione Europea, che ha deciso di tenere la bocca cucita. Si tratta di informazioni delicate che devono rimanere confidenziali, si legge nelle FAQ sulla vaccinazione consultabili sul sito UE.
Sul costo delle dosi di vaccino sono disponibili solo brandelli di informazioni ottenute dai giornali. Secondo il Financial Times, l’UE (e quindi gli Stati membri, Italia compresa) pagano 19,5 euro per una dose di Pfizer e 25,5 euro per una dose di Moderna.
L’Italia attende ancora la consegna di altre 140 milioni di dosi di Pfizer e di altre 42 milioni di dosi di Moderna. Rispettivamente, 2,7 miliardi e un miliardo di euro – arrotondamento per difetto – se il Financial Times ha ragione. Totale, 3,7 miliardi.
Come si legge anche nel documento pubblicato sul sito della Rai, Pfizer e Moderna – che sono vaccini a mNRA – saranno gli unici utilizzati per la terza dose. Essa tuttavia, secondo l’orientamento attuale, riguarderà solo una modesta parte della popolazione.
Però, oltre ad avere comprato in modo ultra sovrabbondante questi due vaccini a mNRA (quelli ancora in arrivo basterebbero per somministrare non una, non due ma altre tre dosi a ciascun italiano, neonati compresi), l’Italia ha acquistato ulteriori 26 milioni di dosi di Astrazeneca e ulteriori 37 milioni di dosi di Janssen, noto anche come Johnson & Johnson. Costi stimati di un a dose: rispettivamente, 3,2 e 8,1 euro. Totale: 82 milioni di euro per Astrazeneca, 299 milioni per Janssen. Ovvero 381 milioni, da aggiungere ai 3,7 miliardi per i vaccini a mNRA acquistati inutilmente. Totale, oltre 4 miliardi di euro per dosi di vaccino che non servono. Previste cospicue donazioni ai Paesi poveri, precisa il documento commissariale dal quale si ricavano le cifre.
Quattro miliardi e più di euro spesi in sovrabbondanze vaccinali. Vogliamo immaginarli spesi invece per supplire alla carenza di medici e infermieri e per migliorare le dolorose condizioni della sanità pubblica? Tanto più che, secondo le ONG, una dose di vaccino a mNRA – che l’Italia paga 20-25 euro – ha un costo di produzione pari a 1,2 dollari (un euro) e senza contare che, per mettere a punto questi preparati, Pfizer e Moderna hanno ricevuto finanziamenti pubblici pari a 8,3 miliardi di dollari.
La traduzione? Lo shopping compulsivo di vaccini significa che l’Italia ha trasferito a Big Pharma la gestione della salute pubblica, finora curata dallo Stato e dai servizi che esso offre. Significa che il Governo, senza chiederci il permesso, ha trasformato i nostri corpi in occasione di profitti.
DON QUIJOTE
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