sabato 30 ottobre 2021

ABBIATE FEDE di Sandokan

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Paolo Mieli passa per essere uno dei maître à penser più ascoltati nelle stanze dei bottoni. Noi siamo suoi affezionatissimi lettori e non ci perdiamo i suoi editoriali, per la semplice ragione che ci aiuta a capire cosa bolle nel pentolone del potere. Certo, occorre sempre compiere un’opera di decodificazione, poiché molto spesso dissimula i concetti affinché capiscano gli ottimati a cui si rivolge.

Il 22 settembre ha fatto un’eccezione. Nel suo editoriale sul Corriere della Sera spara la seguente cannonata:

“E se decidessimo di non votare più? C’è un’Italia che in modo ogni giorno più esplicito auspica un futuro post elezioni politiche con assetti più o meno simili a quello attuale”.

Traduzione: in seno all’élite che conta si va rafforzando la frazione che vorrebbe Draghi a vita e per ottenere il risultato si starebbe attrezzando allo scopo.

Detto tra noi, l’avevamo capito.

La novità è che il nuovo colpo di stato, questo de profundis della Repubblica con tanto di avvento di una monarchia tecnocratica, è annunciato pubblicamente, senza peli sulla lingua.

Si sentono talmente forti, lassù, che non ci lasciano nemmeno il gusto di svelare il complotto.

Non rattristatevi per questo, siate anzi fiduciosi.

Non ci sarebbe speranza di vittoria se il sistema non avesse falle, se il nemico non commettesse gravi errori. Che il sistema abbia falle enormi, non c’è dubbio. Compito dei rivoluzionari è individuare queste falle e lì indirizzare i colpi. Siate fiduciosi poi, che quando il nemico è vittima del delirio di onnipotenza, è proprio in questi momenti che commette errori fatali.

Tuttavia non basta che il sistema grippi e che chi governa commetta gravi errori.

Per approfittarne e aprire nuovi orizzonti, c’è anzitutto bisogno di avere fiducia in sé stessi.

E qui sta il punto, la nuova opposizione è combattiva, vivace, ma attraversata da sfiducia, scetticismo e senso di impotenza,  — di qui certe tendenze a cercare scorciatoie sovversivistiche e/o la fuga dal terreno politico immaginando di costruire comunità appartate e agresti.

La fiducia in sé stessi, chiede anzitutto fede, fede nella possibilità che il popolo si sollevi e che lo stato di cose possa essere davvero cambiato.

Questa fede la storia non la dà a gratis, costa anzi molti sacrifici. Quanti di quelli che oggi protestano, saranno al nostro fianco domani e dopodomani? Pochi, poiché i più vogliono tutto e subito. Ma saranno proprio quei pochi il lievito del cambiamento.

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