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Ha portato la MMT in Italia ed ha lanciato per primo la crociata sovranista in Italia.
Oggi è arrivata l’antologia di Paolo Barnard, il meglio della sua produzione in tema di sovranismo. Tutto sulla MMT dal suo padre italiano.
È l’imperdibile bibbia del sovranista, oggi ad un prezzo super speciale per i lettori di Scenari Economici, edita a Gingko Edizioni.
È ritornato, più prorompente che mai e stavolta nessuno potrà fermarlo. È Paolo Barnard oggi più diretto e indiscreto che mai.
Ha co-inventato il programma Report, corrispondente erstero, uno dei massimi esperti in tema di Palestina, probabilmente l’unico giornalista italiano non in vendita.
Paolo Barnard è colui che ha introdotto in Italia la lotta al potere speculativo finanziario, prima che i pupazzi della politica e della TV trasformassero il sovranismo in un’arma di accattonaggio elettorale puntualmente disatteso.
Se le parole spread, tagli alla sanità, sovranità, keynesismo, 3%, default, uscita dall’euro, turbocapitalismo, deficit, sovranismo, lotta al potere finanziario, vengono pronunciate in Italia è perché un giornalista e ancor prima un Uomo le ha incastrate nel lessico attuale, tra un taglio ai diritti sociali e una privatizzazione, tra il massiccio suicidio di imprenditori e cittadini e di fatto quello di un intero Paese, il nostro.
Era già prima del 2011 – anno della deposizione di Berlusconi e dell’ascesa, anzi della discesa dal monte della Troika, di Mario Monti.
Paolo si trovava a predicare nel deserto e, seguito da uno sparuto manipolo di seguaci – qualche decina in tutta Italia – diede inizio ad una rivoluzione tutt’ora in corso anche se deviata e rallentata da politici ed accattoni di poltrone che nulla hanno a che fare col sovranismo; Cinquestelle in primis.
Paolo Barnard, il primo a parlare di uscita dall’euro in Italia
Chi è il lupo cattivo? È un giornalista che scuote le coscienze o è
un intero sitema internazionale che induce in schiavitù e povertà intere
nazioni indotte a indebitarsi?
Dipende dal punto di vista. Dipende se ad essere turbato è il potere, è
un’intera classe dirigente e politica, oppure una massa di cittadini
appisolati sopra ad un ramo che qualcuno gli stava tagliando da sotto al
cuscino delle proprie certezze.
Ora tutti vedono il Re nudo.
Adesso tutti sanno cos’è lo spread, cosa sono i tagli alla sanità, ma prima?
Ci sono voluti sonori schiaffoni al lavoro, all’occupazione, le frane e i
crolli di scuole e ponti, container perenni laddove c’erano intere
comunità, aumenti di tasse e tagli agli stipendi e ai posti letto per
capirlo.
E se non fossimo in balia delle lune di un virus, oggi continueremmo a vivere sonni tranquilli in attesa del salvatore della Patria. Dello stellone italiano che che porta con sè sempre ricchi premi e cottillon come alla fine di un concorso a premi.
Ma c’era una volta qualcuno che lo aveva previsto anche se nessuno ha ascoltato fin tanto che eravamo in tempo per cambiare rotta.
Tutti gli altri sono arrivati dopo. E non è una nota
di merito a Paolo ma di demerito di un sistema dell’informazione (in
mezzo a tante virgolette), che ha snobbato i reali problemi dell’Italia e
ha prodotto tifosi di fazioni opposte sui dettagli, che si scontrano
sui social rimanendo quotidianamente sulla supeficie del disastro
Italia.
Beghe da pollaio mentre veniamo fagocitati giorno dopo giorno dalla
voracità di un sistema finanziario che non vediamo mai svelato in prima
pagina.
No, non è nessuno dei VIP del giornalismo “di protesta” nostrano: Travaglio, Santoro, Scanzi, Gabanelli, ecc. si chiama Paolo Barnard.
Una sola voce contro corrente
Come mai dopo tutti i tagli, gli accorpamenti delle spese, la riduzione del personale pubblico, la riduzione degli sprechi e degli enti inutili, dopo Mani pulite e le manette ai tangentisti, ci troviamo più indebitati, precari e disoccupati di prima, mentre la mafia gode di ottima salute, Amazon e Facebook ingrassano e il potere ha cambiato la maschera ma è rimasto intoccato?
Beh chi ha letto il libro di economia spiegata facile e segue il nostro blog, dovrebbe saperlo bene.
Però quando nessuno lo sapeva, c’era qualcuno che lo spiegava con voce chiara e distinta dal rumore di sottofondo.
E si staccava nonostante sullo sfondo assordanti suonassero le fanfare
celebrative della deposizione di Berlusconi e dell’avvento del messia Mario Monti.
Solo uno spirito controcorrente, che genericamente liquidiamo con
l’aggettivo “pazzo”, poteva concepire palazzetti dello sport gremiti
attorno, non ad una partita o ad un ring, ma ad un pugno di economisti
di importazione che ci spiegavano all’alba del 2012 quello che vediamo
oggi e continueremo a vivere nei prossimi anni.
Con un preavviso di, si fa per dire, appena otto anni, sapevano loro; Paolo Barnard e il suo manipolo di economisti, come sarebbero andate le cose.
Erano i tempi in cui la MMT sbarcava in Italia con concetti rivoluzionari come Keynesismo, spesa pubblica, investimenti pubblici, piena occupazione, ecc.
E mentre tutto attorno si scatenavano gli eventi a cui abbiamo
imparato a cambiare nome con una sorprendente capacità di adattarci a
chiudere gli occhi di fronte sempre allo stesso problema; il T-rex nel
soggiorno.
Mario Monti, riforma Fornero, esodati, processo Ruby rubacuori, costi
fissi in bolletta, tari, tasi, accorpamento dei comuni, spread,
commissariamento, governo tecnico… in una parola CRISI.
Riscoprire il senso di tutto
Oggi Paolo Barnard vive a Londra, lontano da qui perché quello che
poteva fare (a dire il vero molto di più) l’ha fatto e non vale più la
pena insistere.
Continua a fare giornalismo d’inchiesta laddove un Paese ha saputo
alzare la testa e sbattere in faccia la porta ad un sistema economico
ingessato, vetusto, imbrigliato dalla finanza e da politicanti scarsi e
immobile di fronte allo tsunami in corso.
Ma nonostante i tanti tentativi di imbavagliarlo o di comprarlo, oggi Barnard è tornato a parlare.
E lo fa con il meglio della sua produzione; una antologia del Barnard pensiero, anzi meglio, con il meglio della sua denuncia.
L’unico pugno in faccia al sistema partito dall’Italia.
Se vuoi scoprire dove tutto è cominciato, prima che il sovranismo diventasse avanspettacolo puro e venisse inqunato dalla propaganda del potere, e do siamo destinati ad andare, sei ancora in tempo.
Si intitola Prediche nel deserto. Scopri il meglio del giornalista più rivoluzionario italiano degli ultimi 40 anni.
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