mercoledì 27 ottobre 2021

Vaccini: sistema immunitario danneggiato per sempre?

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Sembra davvero incredibile che certe notizie, seppure provenienti da fonti ufficiali, rimangano sotto il folto tappeto di cattiva coscienza dell’informazione quando invece sono di fondamentale importanza. Nel suo “Rapporto  sulla sorveglianza del vaccino COVID-19″ della settimana 42, la “UK Health Security Agency” britannica ammette a pagina 23 che “i livelli di anticorpi N nelle persone che si infettano dopo due dosi di vaccino sembrano essere inferiori” e aggiunge anche che questa diminuzione degli anticorpi è fondamentalmente permanente. Ciò che vuole dire questa osservazione è che il vaccino influisce sulla capacità del corpo di produrre anticorpi non solo contro la proteina spike, ma anche contro altre parti del virus dopo l’infezione. In particolare, le persone vaccinate non sembrano produrre anticorpi contro la proteina nucleocapside, l’involucro del virus, che è una parte cruciale della risposta anticorpale nelle persone non vaccinate e che garantisce una resistenza contro le varianti. Perciò le persone che vengono vaccinate saranno molto più suscettibili a qualsiasi mutazione nella proteina spike. E questo accade anche alle persone che hanno contratto il virus e sviluppato l’immunità naturale, ma che a causa di criminali decisioni sui green pass, si fanno ugualmente vaccinare.

L’insieme di queste cose costituisce una pessima notizia per noi e invece una meravigliosa per la aziende dei vaccini che potranno  continuare a fare enormi guadagni negli anni a venire grazie al danneggiamento del sistema immunitario: infatti questo effetto dei preparati a mRna, spinge il virus a selezionarsi rapidamente in ragione delle debolezze e dei difetti  indotti nel sistema immunitario dagli stessi vaccini e costituisce dunque un sistema di diffusione più che di contenimento del patogeno. Avremo così vaccini all’infinito ognuno dei quali studiato per porre rimedio ai precedenti e ognuno in grado di danneggiare ulteriormente le difese naturali. Ma viviamo in un periodo così ferocemente surreale in cui non solo tutto questo viene censurato, ma si tenta addirittura di contestare l’esistenza dell’immunità naturale che pure è stata scientificamente e inequivocabilmente provata sulla spinta dei profitti economici garantiti da questa menzogna e da quelli politici ancor più allettanti. E questo in presenza di un patogeno per il quale  non ci sarebbe alcun bisogno di riempire la gente di iniezioni visto che nella maggior parte delle persone non mostra alcun sintomo e la cui esistenza stessa non è stata ancora adeguatamente dimostrata il che suggerisce come tutte le false sicurezze diffuse da Big Pharma siano pura carta straccia. In ogni caso le considerazioni dell’agenzia britannica per la salute vengono confermate ogni giorno da nuove evidenze. Per esempio quella che viene da un ulteriore  studio nel quale si conferma come i Paesi con bassi livelli di vaccinazione contro il coronavirus hanno registrato meno casi di infezione rispetto ai paesi ben vaccinati.

Lo studio è stato pubblicato sull’European Journal of Epidemiology  e guidato da SV Subramanian con l’Harvard Center for Population and Development Studies. Lo studio ha incluso anche ricercatori del Dipartimento di Scienze  Comportamentali della Harvard TH Chan School of Public Health dei cui risultati avevo parlato nei giorni scorsi: questa efficacia negativa dei vaccini, non testimonia soltanto dell’inutilità degli stessi , ma anche del fatto che produce un indebolimento del sistema immunitario.  Se questo dovesse rivelarsi davvero permanente e magari non solo dovuto alla carenza di anticorpi N, sarebbe il più grande disastro sanitario della storia e al contempo il più grande successo del sistema di profitto basato sulla malattia, secondo la logica indicata in questo altro post 

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