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I media hanno evitato di commentare, forse perché l’argomento è scomodo, ma l’annuncio che ha fatto ieri Stefano Puzzer durante una manifestazione è davvero intrigante: sta per nascere il CTS “ombra”. Ovvero un comitato di scienziati e medici italiani illustri che si dedicheranno ad esaminare la narrazione ufficiale su pandemia e vaccini, ed a fornire informazioni scientifiche aggiornate e veritiere. Il tutto sotto l’egida del neonato coordinamento “La gente come noi“, fondato dai portuali e dagli attivisti di Trieste ma di respiro e ambizione nazionale.
“Sì, è una risposta al Comitato Tecnico Scientifico del governo“, conferma qui Puzzer. Risposta più che attesa, dato che il CTS di Palazzo Chigi è stato nell’occhio del ciclone fin dall’inizio della pandemia, quando sembrò che avesse preso il governo del Paese dalle mani di Conte. Oggi, con Draghi in sella, il CTS riveste un ruolo più di vidimatore che avalla “scientificamente” decisioni già prese altrove, ma resta comunque un punto di riferimento di politici e media quando occorre giustificare le peggiori insensatezze scientifiche: ricordiamo, una su tutte, il frettoloso ok al mix di vaccini dopo il ritiro di Astrazeneca, o anche il continuo tira e molla sulla durata di “immunizzazione” offerta da ciascun vaccino.
Il CTS ci ha offerto, nei mesi, perle indimenticabili. Dopo aver rinchiuso gli studenti per mesi per salvarli dal Covid, ha candidamente affermato che le lezioni online “mettono a rischio la salute”; fu beccato a scopiazzare dai documenti stranieri nel redigere le famigerate linee guida; si dedicò con passione a comandarci quante zie potessero sedere alla tavola natalizia o a quanti metri di distanza dovessimo mangiare la pizza. E come dimenticare i fantascientifici “algoritmi del CTS” che hanno automaticamente governato la nostra vita per mesi, facendo scattare lockdown, zone arancio e coprifuochi in base a misteriosi calcoli tenuti deliberatamente segreti. Per tacere delle zuffe al vertice e delle accuse a quei “tre o quattro” che nel CTS se la comandano e di cui nulla si sa.
Insomma: di un CTS alternativo ce n’è un disperato bisogno. “In nome della scienza”, serve un comitato tecnico scientifico che agisca in modo trasparente, che possa vantare nomi di caratura vera (non gastroenterologi, igienisti o vip che non hanno mai visto un paziente), che parli direttamente ai cittadini anziché nelle oscure stanze, e soprattutto che ci informi davvero invece di avallare la propaganda.
E se c’è bisogno di un nome per questo comitato, perché non “Comitato Tecnico Scientifico Giuseppe De Donno”? Un modo bello per rendere omaggio al medico che avrebbe meritato di esserne Presidente.
DEBORA BILLI
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