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Wolfgang Munchau ha scritto un articolo sul proprio blog, Eurointelligence, che mette in forte dubbio la possibilità che il Recovery Fund riesca a passare indenne l’esame della Corte Costituzionale tedesca, e non sembra avere tutti i torti.
Secondo l’avvocato costituzionalista tedesco , Benedikt Riedl, riportato da Munchau, il tribunale non accetterà tutti gli argomenti dei facenti ricorso, ma alcuni avrebbero ottime possibilità di essere accolti.
In precedenti casi relativi all’UE il tribunale si è sempre pronunciato contro i ricorrenti, ma ha stabilito dei punti fissi che da allora hanno costituito la posizione del governo tedesco. In questo caso, come sostiene Riedl, c’è il rischio non banale che il tribunale possa emettere un’ingiunzione contro la legislazione tedesca, e persino finire per pronunciarsi a favore dell’attore. Il tutto però in coerenza con la precedente interpretazione della Corte del diritto costituzionale tedesco. Consigliamo ai lettori di non dare per scontato il risultato.
Ci sono diversi punti delicati:
- la UE non dovrebbe includere i prestiti fra gli strumenti, a propri disposizione, tema molto tedesco e già discusso in passato;
- La base giuridica per il Recovery Fund , o NGEU è il l’art. 122 TFUE, che afferma che afferma che “Se uno Stato membro si trova in difficoltà o è seriamente minacciato da gravi difficoltà causate da calamità naturali o eventi eccezionali al di fuori del suo controllo, il Consiglio, su proposta della Commissione, può concedere, a determinate condizioni, assistenza finanziaria allo Stato membro interessato “. Però inteso in senso stretto significa che questi mezi devono essere utilizzati per riparare i danni del “disastro naturale”, non per programmi a lungo termine come la digitalizzazione. Quindi l’obbligo di spendere il ‘30% nel digitale dovrebbe sparire. La Commissione non può utilizzare la scusa dell’emergenza ex art. 122 TFUE per fare una propri politica economica e fiscale. Eppure perfino il governo tedesco ha citato più volte questo punto nel Parlamento
- Quindi la costituzione tedesca afferma che il Bundestag è fiscalmente sovrano, il che significa che le decisioni prese al di fuori della Germania – un default di uno Stato membro sul proprio debito – non dovrebbero Costituire un vincolo per il parlamento tedesco e questo è sempre stato un punto fisso delle precedenti sentenze. Il prestito per l’intero programma da € 75obn è garantito dagli Stati membri, in modo tale che l’inadempimento di uno dovrebbe essere finanziato dagli altri paesi,, ponendo un vincolo al Bundestag tedesco non costituzionale.
- Un altro problema è la lunga scadenza dei prestiti, che non saranno rimborsati integralmente fino al 2058. Non è ragionevole aspettarsi che non ci saranno emergenze in futuro. una nuova applicazione dello stesso criterio del NGEU renderebbe il debito e la politica economica europea qualcosa di permanenti.
Ci sono una serie di questioni sottili da affrontare in questo caso,
come una determinazione precisa della dimensione massima del rischio per
la Germania. Anche il modo in cui l’UE raccoglierà i fondi sarà un
problema.
A questo punto sarebbe saggio e la Commissione predisponesse un piano B,
con risorse molto minori o con la possibilità di proseguire senza la
Germania. Una possibilità sempre più probabile.
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