di Maurizio Blondet
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“Nell’agosto 1918 venne deciso di istituire una vera e propria “dittatura alimentare”. Lo Stato ebbe il monopolio completo degli approvvigionamenti […] introdusse un sistema di tessere alimentari con cui decideva cosa e in quale misura ciascuno poteva mangiare… noti scrittori, studiosi ed esponenti della società civile sgraditi ne furono vittime. […] Successivamente vennero proibite, senza eccezioni, tutte le attività economiche, perfino i più piccoli negozi di sarto, calzolaio o gelataio”
“Rispetto al 1913, tra il 1920 e il 21 la produzione industriale era calata dell’82 per cento e la produzione di cereali del 40 per cento. Le città si svuotarono perché i loro abitanti scapparono in campagna alla disperata ricerca di cibo. La popolazione di Pietrogrado da quasi due milioni e mezzo di abitanti si ridusse a circa 740 mila, con un salto in meno pari ai due terzi della popolazione; nello stesso periodo Mosca perdette circa la metà dei suoi abitanti, mentre il totale della popolazione in Russia diminuì di circa un terzo” (statistiche di Krasnaia Gazeta 9 febbraio 1921).