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Li chiamiamo per mera convenzione fact checkers, controllori di fatti, ma per molti di loro, soprattutto per quelli al servizio delle multinazionali della tecnologia, il giusto appellativo sarebbe quello di censori delle notizie scomode agli interessi dei loro padroni.
Quello che hanno fatto nei confronti del nostro tg del 22 gennaio può essere configurata a tutti gli effetti come una censura, costituente una violazione dell’articolo 21 della Costituzione e probabilmente anche il reato di diffamazione.
Utilizziamo l’avverbio “probabilmente” perché nel nostro ordinamento costituzionale spetta solo alla magistratura stabilire se una condotta costituisca o meno reato.
Che cosa hanno fatto gli autonominati smascheratori di bufale?
Sono intervenuti bollando come falsa la nostra informazione, velando la copertina del nostro Tg pubblicato sul social network e allegando un articolo in lingua inglese tratto dal sito Lead stories. Il suo titolo, tradotto in italiano, è “Notizie false: Un esperimento di alto livello condotto 3 mesi fa non ha dimostrato che la pandemia da coronavirus potrebbe uccidere 65 milioni di persone“.
L’articolo sostiene che nell’evento 201, la nota simulazione di una pandemia da coronavirus condotta dalla John Hopkins University, con il World Economic Forum e la Bill and Melinda Gates Foundation, non si sarebbe predetto la morte di milioni di persone.
Lo sconclusionato intervento dei fact checkers
L’aspetto assurdo e paradossale è che noi, nel nostro tg del 22 gennaio, non abbiamo assolutamente parlato dell’evento 201. Ciò significa che i soi-disant controllori di fatti, non solo non sono entrati nel merito di quello che dovrebbero controllare (i meri fatti), ma hanno censurato la nostra informazione con il primo articolo che avevano tra le mani, tra l’altro in lingua inglese per confonderne ancora di più le acque.
Il sospetto che viene è che ciò che conti per loro sia mettere solo il bollino di fake news ad alcune notizie.
Di cosa parlavamo nell’edizione del 22 gennaio?
Il servizio di apertura riguardava la bozza del piano pandemico 2021-2023: il documento ufficiale redatto dal Ministero della Salute. Noi mettevamo in risalto l’assenza, nel principale documento ufficiale che dovrebbe servire per affrontare al meglio l’emergenza sanitaria, di ogni riferimento ai protocolli di cura sperimentati e redatti dai numerosi medici che hanno curato i malati di covid-19 utilizzando l’idrossiclorochina.
È lesa maestà parlarne? Il Consiglio di Stato ha sospeso la nota del 22 luglio 2020 dell’AIFA (l’Agenzia italiana del farmaco) che di fatto vietava la prescrizione off label (ossia per un uso non previsto dal bugiardino) dell’idrossiclorochina nella cura del Covid-19. Il massimo organo di giustizia amministrativa ha quindi scritto in una sua sentenza che i medici devono sentirsi liberi, in scienza e coscienza, di prescrivere il farmaco.
Il servizio proseguiva osservando come il piano pandemico menzioni la scarsità delle risorse sanitarie che potrebbero portare i medici e gli operatori sanitari a prendere “decisioni eticamente impegnative”. Noi abbiamo esercitato il nostro spirito critico e la nostra libertà di espressione tutelata dall’articolo 21 della Costituzione sottolineando come la scarsità delle risorse sanitarie e le carenze delle strutture ospedaliere sia il frutto di anni di tagli e di politiche di austerità.
Non solo, abbiamo fornito una soluzione (quella che noi riteniamo essere la migliore), ovvero stampare moneta per aumentare i posti letti, le terapie intensive e il personale sanitario.
Il servizio, in chiusura, parlava dei vaccini anti covid. Il piano pandemico definisce i vaccini come lo strumento preventivo più efficace. Noi abbiamo semplicemente riportato una notizia: il professor Peter Doshi, editorialista di punta del British Medical Journal, ha scritto che l’efficacia dei vaccini Pfizer e Moderna si attesta tra il 19% e il 29%, quindi ben lungi dalle percentuali inizialmente sponsorizzate dalle case farmaceutiche.
È questa l’informazione che dà fastidio a Facebook al punto di censurarla e di bollare il nostro Tg come una fake news?
Il piano pandemico definisce come particolarmente positivo il rapporto tra rischi e benefici del vaccino. Noi ci siamo chiesti su quali basi concrete i relatori del piano abbiano affermato ciò, visto che gli scienziati stessi come Doshi hanno richiesto più dati grezzi per potersi pronunciare con certezza sulla sicurezza del vaccino e visto che le stesse aziende come Moderna hanno affermato che i dati definitivi saranno resi pubblici solo al termine della fase di controllo, vale a dire alla fine del 2022.
Il telegiornale proseguiva poi con un servizio su uno studio di Science, secondo il quale il SARS COV2 potrebbe regredire a “fastidiosa malattia della prima infanzia”. Si tratta di una previsione fatta sulla base dei dati epidemiologici e immunologici di altri virus e Coronavirus che ancora oggi stanno circolando, come ad esempio Sars e Mers.
Avevamo poi riportato le parole di Elon Musk, l’uomo più ricco al mondo ma anche un ingegnere, sull’RNA sintetico. Musk ha affermato che l’Rna ha un enorme potenziale, comportandosi come un “programma di un computer”.
Subito dopo proseguivamo con una notizia proveniente da Israele, secondo cui 12 mila persone sono risultate positive al virus Sars cov2, dopo aver assunto la prima dose di vaccino. La stessa notizia è stata riportata da diversi quotidiani italiani e confermata anche dalle autorità israeliane.
Ci spostavamo poi negli Stati Uniti d’America discutendo delle nomine del presidente Joe Biden e ponendo il dubbio che possa ripartire una politica estera interventista degli USA nel mondo. Sentivamo l’opinione del giornalista statunitense Chris Hedges, ex corrispondente di guerra e professore di giornalismo all’Università di Princeton, che denunciava nello spezzone la censura operata dai social network e manifestava il suo sdegno per l’approvazione di partiti di sinistra, come il partito democratico, a tali censure.
Leggendo un’agenzia di stampa, il conduttore del Tg Edoardo Gagliardi dava la notizia di un sondaggio dell’Università di Padova secondo cui sei italiani su dieci sono esitanti nel farsi somministrare il vaccino.
In chiusura davamo conto della singolare notizia di una rete di pallavolo anti covid brevettata in Trentino.
Conclusioni
Abbiamo ripercorso le notizie dell’edizione del 22 gennaio per mettere in luce come le grandi multinazionali del big tech non sopportino più i dubbi, le critiche e tutte le voci non allineate al loro pensiero e ai loro interessi economico finanziari. Sono disposte, in palese contrasto con la nostra Costituzione, a censurare la libera espressione.
Fanno tutto ciò senza che la politica prenda provvedimenti e le riporti nell’alveo del rispetto delle nostre leggi.
Le multinazionali e i censori sono destinati a perdere la loro
battaglia perché è impossibile fermare il risveglio delle coscienze.
‘Non potete fermare il vento, gli avete solo fatto perdere tempo’
cantava Fabrizio De André nella versione, non a caso censurata, de La canzone del maggio.
Continuerete allora a censurarci e forse ci rallenterete nel nostro
lavoro, ma non ci fermerete mai, perché è impossibile fermare il vento
della libera informazione.
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