giovedì 28 gennaio 2021

COVID, NO ALL’OBBLIGO DEL VACCINO E AL PASSAPORTO SANITARIO

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COVID, NO ALL’OBBLIGO DEL VACCINO E AL PASSAPORTO SANITARIO

Nessuno Stato deve rendere la vaccinazione contro il Covid-19 obbligatoria e nessuno deve imporre l’utilizzo di certificati di vaccinazione come fossero dei passaporti, dei “lasciapassare” per poter svolgere determinate attività

Lo ha affermato l’assemblea del Consiglio d’Europa, l’organizzazione internazionale che promuove democrazia, diritti umani e identità culturale, che si è riunita in plenaria per discutere il rapporto dal titolo “Vaccini Covid-19: questioni etiche, legali e pratiche”. A larghissima maggioranza il Consiglio ha chiesto che sia garantita la priorità per la vaccinazione a tutto il personale medico e ai soggetti vulnerabili prima di estenderla al resto della popolazione sottolineando nel rapporto che “gli Stati devono informare i cittadini che la vaccinazione non è obbligatoria e che nessuno deve farsi vaccinare se non lo vuole”, aggiungendo che deve essere garantito che nessuno sarà discriminato se non vaccinato.

Appunti e sottolineature che sembrano un chiaro monito per chi volesse invece andare nella direzione opposta, un po’ come già accaduto in alcune regioni d’Italia dove i governatori hanno tentato di proporre l’introduzione di un passaporto sanitario per consentire solo a chi si fosse sottoposto al vaccino determinate attività: dall’ingresso ai ristoranti, alle palestre, ai cinema o ai teatri.

I passaporti sanitari “contrari alla scienza”

I componenti dell’assemblea hanno votato quasi all’unanimità un emendamento in cui si dicono contrari all’uso dei certificati di vaccinazione come passaporti. “I certificati di vaccinazione devono essere utilizzati solo per monitorare l’efficacia, i potenziali effetti collaterali e negativi dei vaccini” viene scritto nell’emendamento, che continua: “Utilizzarli come passaporti sarebbe contrario alla scienza in assenza di dati sulla loro efficacia nel ridurre la contagiosità, la durata dell’immunità acquisita”.

Dall’assemblea del Consiglio d’Europa arriva quindi una chiara e netta indicazione, viene tracciata una strada che, almeno per il momento, sembra aver messo tutti d’accordo.

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