venerdì 29 gennaio 2021

Dalla suina al Covid19, tutti i contratti secretati delle case farmaceutiche #Byoblu24

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29 gennaio 2021 – Su pressione della Commissione europea, è stato pubblicato il contratto per la fornitura dei vaccini tra l’Unione e AstraZeneca. Peccato che anche questa volta, la maggior parte delle parti del contratto, siano oscurate.

Si perché il difetto di trasparenza non è cosa nuova. Tutti i contenuti degli accordi presi fra l’Ue con i colossi farmaceutici per quanto riguarda la composizione e distribuzione dei vaccini aniti covid19 sono stati secretati nelle parti più importanti.

Il 27 agosto la Commissione europea ha siglato il primo contratto con Astrazeneca. In seguito sono stati firmati altri accordi per miliardi di euro, come spiega l’europarlamentare Isabella Tovaglieri. Ma nonostante le numerose richieste di accesso agli atti fatte dagli europarlamentari, per mesi, la Commissione ha negato la visione.

Solo pochi giorni fa è uscita la storia della: reading room: agli europarlamentari sono stati dati 50 minuti per leggere il contratto del vaccino prodotto da CureVac. 60 pagine in una stanza lontana dal Parlamento in cui si poteva accedere senza carta, penna e cellulare. 

L’eurodeputata francese dei Verdi Michéle Rivasi aveva affermato: “Ho fatto sei ore di treno per andare alla reading room. Sulle cifre accordate ai produttori non c’è nulla; sui luoghi di produzione, non c’è nulla; sui prezzi, non c’è nulla”. 

A questo punto la domanda da porsi è: la Commissione è stata spinta dalle cause farmaceutiche a tenere segreti quei punti del contratto? 

E un virus, un vantaggio economico privato possono mettere in discussione i principi su cui si fonda una democrazia? E quindi il diritto dei cittadini ad essere informati? 

Visto che spesso la storia insegna, è interessante fare un passo indietro e analizzare altri contratti stipulati in situazioni simili per la distribuzione di un vaccino. E allora torniamo al 2009 quando scoppiò la pandemia influenzale causata dal virus H1N1 meglio nota come suina. 

Gli italiani sono stati gli unici al mondo ad avere stipulato un contratto con la casa farmaceutica Novartis, il 21 agosto 2009, subito secretato, ma svelato su questo sito il 16 novembre dello stesso anno. Un contratto costato alle tasche italiane 24 milioni di euro.

Il contratto in questione prevedeva clausole assolutamente assenti nei contratti stipulati con gli altri Paesi. In particolare, il corrispettivo pattuito, sarebbe stato versato anche se la Novartis avesse ritardato nella consegna e, addirittura, anche se non avesse ottenuto l’autorizzazione alla commercializzazione del vaccino.

Inoltre, per la Novartis non erano previste penalità di nessun tipo.

Il contratto fu firmato dall’allora ministro del Lavoro della Salute e delle Politiche Sociali Maurizio Sacconi. Non è dato sapere se la moglie, Enrica Giorgetti, direttore generale di Farmindustria, abbia avuto una parte di intermediazione o meno.

In cambio del contratto sui generis, Novartis si sarebbe impegnata ad assumere 200/300 giovani del sud Italia, allo scopo di innalzare di qualche punto il tasso di occupazione. Una manovra per acquisire consenso per la maggioranza di Governo. 

Oltre due mesi dopo arrivavano anche i giornali, e il 31 marzo 2010 il Consiglio d’Europa lodava pubblicamente Ewa Kopacz, il ministro della Salute polacco. Il ministro aveva fatto notare come i rischi derivanti dalla AH1N1 fossero in realtà moderati e sottodimensionati rispetto alla normale influenza stagionale, e aveva dichiarato che le condizioni poste dalle compagnie farmaceutiche erano inaccettabili. 

E cosi la Polonia, sfidando il cartello e lo strapotere delle case farmaceutiche, si rifiutava di acquistare vaccini anti-influenzali per milioni e milioni di euro. Un esempio da tenere a mente?

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