https://www.databaseitalia.it
Dopo il Regno Unito, anche in Alaska segnalate gravi reazioni allergiche in seguito a somministrazione del vaccino Pfizer.
Una donna e un uomo, sono stati sottoposti a cure d’emergenza pochi minuti dopo aver ricevuto il vaccino Covid-19.
La somministrazione del vaccino presso il Bartlett Regional Hospital di Juneau ha allertato gli esperti per due casi occorsi ai dipendenti.
La donna che non aveva precedenti di allergia, ha accusato un malore dopo 10 minuti dalla iniezione del vaccino.
Ha da subito manifestato un’eruzione cutanea sul viso e sul busto, mancanza di respiro e tachicardia.
Per la reazione di una certa gravità, i sanitari hanno comunicato che il primo approccio è avvenuto in emergenza. E’ stata somministrata adrenalina come da prassi per casi di shock anafilattico.
Anche l’uomo, dipendente nello stesso ospedale di Juneau, ha sviluppato una reazione avversa dopo 10 minuti dalla iniezione del vaccino Pfizer: gonfiore agli occhi, vertigini e gola irritata.
Trasportato al Pronto Soccorso gli è stata somministrata adrenalina e antistaminici.
Secondo Pfizer i soggetti vaccinati dovrebbero rimanere in osservazione almeno 15 minuti come da attuali protocolli. Ma già dopo i casi britannici, il CDC di Atlanta ha comunicato che i soggetti con gravi allergie, potrebbero essere vaccinati in sicurezza, rispettando un monitoraggio per almeno 30 minuti.
Gli esperti infatti raccomandano non solo che il vaccino deve essere somministrato in ambienti che dispongono di scorte, inclusi ossigeno e adrenalina, proprio per gestire le reazioni anafilattiche, ma anche defibrillatore per una sorte di rianimazione immediata a seguito dell’inoculazione di queste “oscure sostanze” capaci di manipolare il DNA creando in futuro qualsiasi tipo di reazione avversa o patologia potenzialmente mortale.
Fonti
Weiland N., La Franiere S., Baker M., Thomas K., 2 Alaska Health Workers Got EmergencyTreatment After Receiving Pfizer’s Vaccine, The New York Times, 16/12/2020
Intanto come scrive anche Dagospia ( https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/ma-che-stiamo-aifa-com-rsquo-possibile-che-produciamo-casa-256034.htm ) :
“A una possibile cura innovativa già disponibile da mesi contro il Covid-19 prodotta dalla casa farmaceutica ElI LILLY di Latina, l’Italia preferisce attendere un vaccino. Circa 10.000 italiani avrebbero potuto accedere (gratuitamente) a una terapia simile a quella impiegata per curare il presidente americano Donald Trump, ma inspiegabilmente una simile risorsa è rimasta inutilizzata. Gli Stati Uniti ne hanno acquistato 950.000 dosi. Anche Canada e Germania si sono fatti avanti e, in questi giorni, anche l’Ungheria. All’Italia, fin da ottobre era stata data la possibilità di partecipare allo studio di fase III (ora in corso) con la fornitura gratuita di 10.000 dosi del farmaco, quindi 10.000 pazienti che sarebbero potuti guarire. “
Possiamo solo immaginare perché il Sig. Arcuri e quindi il Governo Conte stiano boicottando ogni forma di terapia, tuttavia di una cosa siamo certi, visti gli sviluppi potenzialmente mortali di questo “strumento” pronto per essere inoculato anche in Italia, ovvero che questo sarà il primo vaccino nella storia che necessita di un rianimatore e di una terapia intensiva sul luogo della somministrazione, come indicato dalla Pfizer stessa !
Nessun commento:
Posta un commento