giovedì 24 dicembre 2020

Ricambiamo gli auguri

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Il ministro Boccia nella sua ben nota acutezza ha pensato bene di fare gli auguri dicendo che il prossimo Natale, ossia quello del 2021 molti italiani non ci saranno più. Bè un cretino è sempre un cretino da qualunque parte lo si rivolti e dunque questo è il modo con cui Boccia collabora ad attizzare la paura e dunque a premere sui vaccini che sono il grande affare del secolo e immagino prevedano laute mance a quei milieu politici e sanitari che hanno retto il gioco.  Ma superando il cattivo gusto e l’idiozia del ministro, possiamo scoprire uno dei sistemi di persuasione che abbiamo visto agire in questo anno disgraziato: in effetti molti italiani moriranno durante l’anno che intercorre tra questo Natale e il prossimo, anzi moltissimi, dai 620 ai 660 mila cifra che costituisce il naturale turn over di una popolazione di 60 milioni di abitanti con una vita media superiore agli 80 anni. Quindi Boccia dice una cosa assolutamente ovvia, indiscutibile, ma la vorrebbe attribuire al virus e non alle leggi naturali per così dire e in realtà tutta la vicenda pandemica è basata sulla drammatizzazione estrema di una quasi normalità: è bastato semplicemente mostrare mediaticamente il numero dei decessi che prima non venivano contati e trasferire alla nuova ” bestia” gran parte dei decessi prima attribuiti ad altre malattie per raggiungere il risultato terroristico, anche grazie a esami diagnostici meno significativi dei responsi astrologici

. Dappertutto il Covid ha fatto sparire influenza, polmoniti ed altre affezioni dell’apparato respiratorio, nonché una buona parte di altre patologie spesso fatali, ma ha anche aggiunto dei decessi in più dovuti al panico stesso, alla carenza delle strutture sanitarie, a cure sbagliate  e strategie di intervento assurde. Insomma la narrazione pandemica è riuscita a rafforzarsi grazie ai suoi stessi effetti, Ed è proprio in questo letale effetto del panico che l’Italia ha un record mondiale assoluto.

Il fatto è che una volta instaurato un racconto della realtà esso si autoalimenta anche presso gli stessi professionisti che per suggestione (uno dei motori più potenti della natura umana) o per evitare di stonare nel coro generale possono vedere Covid dappertutto. E’ significativo per esempio che uno dei sintomi “tipici” del Covid sarebbe la perdita dell’olfatto quando invece l’anosmia è uno dei sintomi più caratteristici dell’influenza oltre che di riniti, sinusiti e raffreddori eppure in un battibaleno tutto questo è stato dimenticato semplicemente perché il meme del dramma è più forte delle precedenti cognizioni e della nostra stessa esperienza per cui alla fine si vede ciò che si vuole vedere. Del resto anche in altri campi funziona così: ad esempio la narrazione della maggiore efficienza del privato rispetto al pubblico è una balla grossa come un macigno, è stata persino smentita, dati alla mano, dalla Banca mondiale che è insieme all’Fmi un vero e proprio gangster planetario delle privatizzazioni. Eppure continuiamo a crederlo ciecamente adattando la realtà a questa cognizione, semplicemente perché la smentita argomentata fa parte di documenti che solo una piccolissima parte di persone va a vedere, mentre la balla è diffusa dovunque e quotidianamente. Ma c’è un altro fattore che gioca a favore delle narrazioni fasulle: esse sono per loro natura semplici e offrono la possibilità di scampare ogni analisi o ragionamenti complessi, costituiscono un accesso semplificato al mondo che risulta quasi sempre è vincente.  Soprattutto se esse vengono continuamente ribadite, soffocando col rumore di fondo tutte le altre tesi .

Per questo negli ultimi decenni man mano che si alzava il livello di artificialità e di manipolazioni nel racconto pubblico si è cercato di evitare in tutti i modi che tesi alternative e magari più coerenti con i fatti venissero espresse cominciando ad esercitare una pressione censoria che va dalle leggi ai meccanismi di esclusione tipici della rete, perché quando la distanza dalla plausibilità diventa  molto grande, l’efficacia delle tesi per così marginali aumenta in maniera esponenziale: in una soluzione soprassatura di bugie basta poco, magari anche solo una minima diminuzione di temperatura, perché avvenga la precipitazione in cristalli. Ed ecco perché Boccia ci fa gli auguri di morte, che noi caldamente e sinceramente ricambiamo.

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