giovedì 31 maggio 2018

“Datacrazia”: per decifrare la cultura algoritmica


 
 dinamopress
Tiziano Cancelli

 “Datacrazia” libro a cura di Daniele Gambetta per D Editore tenta, sfidando il loop logico, di descrivere dall’interno la quarta rivoluzione industriale e i suoi usi politici. In particolare la questione dei dati e degli algoritmi, che vanno smitizzati e riportati sotto un controllo sociale 

Taja, ch’è rosso! Il Grande Cocomero compie 25 anni

Dopo 25 anni, lo spazio di aggregazione giovanile, gestito da volontari che accompagnano i ragazzi nel percorso di cura dai disturbi psichici, è tra quelli il Comune di Roma vorrebbe oggi riordinare con la delibera 140, triplicando l’affitto e chiedendo gli arretrati. Ma il Cocomero resiste, con un appuntamento (il 25, 26 e 27 giugno in Piazza dell’Immacolata) e una campagna di crowdfunding per l’acquisto di nuovi materiali, per continuare a sostenere i ragazzi nella costruzione di una «zucca» di colori, contatti, relazioni e socialità
Siamo a San Lorenzo, in uno spazio di proprietà comunale, patrimonio indisponibile della città di Roma. Sotto sgombero, come tanti; con un presunto debito paradossale, cattivo, vessatorio, come tanti.

La rivoluzione tech non spiega i bassi salari italiani

https://keynesblog.com


Secondo la teoria mainstream i cambiamenti tecnologici (e la globalizzazione) hanno contribuito alla polarizzazione del mercato del lavoro in cui gli strati più bassi della piramide hanno sempre più difficoltà a inserirsi o, una volta inseriti, sono condannati a salari e condizioni di lavoro meno edificanti. I lavoratori capaci di integrarsi o essere integrati in settori più produttivi (quelli maggiormente innovativi e tecnologici) sarebbero invece maggiormente ricompensati, in quanto più produttivi. E’ questa la spiegazione dei bassi salari italiani? No, secondo gli autori di questo articolo,  Marta Fana, dottore di ricerca in Economia e autrice di “Non è lavoro, è sfruttamento” (Laterza 2017) e Davide Villani, dottorando di ricerca in Economia, Open University (Regno Unito) .

Ecco come l’Europa cancellò il debito della Germania

https://keynesblog.com/2015/03/10/europa-cancellazione-debito-germania-grecia/


Gli accordi sul debito di Londra (1953) dimostrano che i governi europei sanno come risolvere una crisi da debito coniugando giustizia e ripresa economica. Ecco quattro lezioni esemplari, utili nell’attuale crisi del debito greco.

Il 27 febbraio 1953 fu siglato a Londra un accordo che cancellava la metà del debito della Germania (all’epoca la Germania Ovest). 15 miliardi su un totale di 30 miliardi di Deutschmarks*.
Fra i paesi che accordarono la cancellazione c’erano gli Stati Uniti, l’Inghilterra e la Francia, assieme a Grecia, Spagna e Pakistan (paesi che sono oggi fra i più importanti debitori). L’accordo copriva anche il debito di privati e società. Dopo il 1953, altri paesi firmarono l’accordo per cancellare il debito tedesco: l’Egitto, l’Argentina, il Congo Belga (oggi Repubblica Democratica del Congo), la Cambogia, il Cameroun, la Nuova Guinea, la Federazione di Rodesia e il Nyasaland (oggi Malawi, Zambia e Zimbabwe). (1)
Il debito Tedesco risaliva a due periodi storici: gli anni precedenti la prima guerra mondiale e quelli immediatamente successivi alla seconda. Circa la metà derivava da prestiti che la Germania aveva contratto durante gli anni ’20 e i primi anni ’30 (prima dell’ascesa dei nazisti al potere), e che furono usati per pagare i danni di guerra imposti nel 1919 dal trattato di Versailles. Si trattava del lascito delle colossali riparazioni dei danni di guerra imposte al paese dopo la sconfitta nella prima guerra mondiale.
L’altra metà del debito era legata alle spese di ricostruzione dopo il secondo conflitto mondiale.

Governo: nuovo accordo Di Maio-Salvini. Conte al Quirinale alle 21

 http://www.ansa.it

Giuseppe Conte © ANSA
Svolta forse decisiva nelle consultazioni per cercare di formare un governo. Alle 19 una dichiarazione congiunta di Di Maio e Salvini annuncia: "Ci sono le condizioni per un governo politico". Poi il leader del Carroccio ha lasciato Montecitorio dicendo "Vado a Sondrio" senza commentare la notizia del via libera al governo.  L'accordo prevede Conte premier
Carlo Cottarelli è salito al Colle alle 19.30 per rimettere il mandato.
La dichiarazione di Salvini e Di Maio è giunta dopo un vertice alla Camera dei Deputati tra Di Maio e Salvini cominciato intorno alle ore 15 e al quale si è poi aggegato il prof. Conte.

Come fare una moneta nazionale, sovrana, non a debito - Nino Galloni

PERCHÉ NON TI FANNO RIPAGARE IL DEBITO - Marco Bersani

COME RUBANO AI POVERI PER DARE AI RICCHI - Valerio Malvezzi

Cos'è lo spread?

LO SPREAD: Spiegato così, lo capiscono tutti!

IL DISASTROSO PRECEDENTE CREATO DA MATTARELLA Ugo Mattei

mercoledì 30 maggio 2018

Una storia di CasaPound: per non cadere nella trappola dell’autonarrazione neofascista Il libro di Elia Rosati “CasaPound. Fascisti del terzo millennio” è un viaggio nella storia della formazione neofascista che parte dagli anni ’70 e arriva sino a oggi. Giovedì 31 maggio 2018 al Nuovo Cinema Palazzo la presentazione del volume organizzata da DINAMOpress, con l’autore e i giornalisti Guido Caldiron e Valerio Renzi



Una storia di CasaPound: per non cadere nella trappola dell'autonarrazione neofascista




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Una storia di CasaPound: per non cadere nella trappola dell'autonarrazione neofascista
dinamopress  Natascia Grbic
 Passeggiando su via Napoleone III verso piazza dell’Esquilino, ci s’imbatte in un palazzo diverso dagli altri. Spicca per una scritta in bassorilievo e una bandiera. La scritta dice “CasaPound” e sulla bandiera c’è una tartaruga rossa con una freccia nera al centro, il simbolo dell’organizzazione neofascista. L’edificio è stato occupato nel 2003 e da allora è la sede centrale di CPI.

Domenico De Masi - Crescita e decrescita nel XXI secolo

Oltre l'euro - Giuseppe Guarino

L’eterna lotta tra il dito, la Luna e l’idiota. A “sinistra”.

Quando il dito indica la luna, l’idiota guarda il dito. L’antico proverbio indiano, ben si adatta a quello a cui stiamo assistendo di fronte alla gravissima crisi democratica e istituzionale apertasi con lo stop al governo lego-stellato da parte del Quirinale.



E’ evidente che occorre mettersi d’accordo su chi sia la Luna e chi sia l’idiota; e qui le opinioni divergeranno sicuramente.
La prima – la Luna – è diventata luminosissima con quanto avvenuto non solo in queste ore, ma in ventisei anni di cosiddetto “vincolo esterno”. Quel “ce lo chiede l’Europa” che dal governo Amato del 1992 a oggi è stato invocato per far ingoiare politiche antipopolari a lavoratori, disoccupati, pensionati. Ma che ha prodotto anche scomposizione, morti e feriti in settori della borghesia italiana più legati al mercato interno e inadeguati a praticare l’applicazione del dogma mercantilista imposto dal capitale multinazionale europeo, soprattutto tedesco; un dogma fondato sulla supremazia delle esportazioni sul mercato mondiale e sui cambi fissi monetari (l’euro).

A chi conviene consegnare l’Italia a Salvini?

A chi conviene consegnare l'Italia a Salvini? Tutti, dai 5 Stelle al Quirinale, dal Pd ai media, con l'aiuto delle controproducenti interferenze di Parigi e Berlino, sembrano oggi lavorare per preparare in autunno l'avvento di un governo a forte maggioranza lepenista, che sarebbe la vera catastrofe dell'Italia e dell'Unione. Perché se non si cambia strada alla svelta, questo sarà l'esito inevitabile. Un fascismo del XXI secolo, nello stesso paese che ha inventato quello del secolo passato.
 

Se vogliamo evitare il disastro, dobbiamo da subito smettere di giocare alla guerra civile e ammettere che in questa piccola Weimar non ci sono buoni e cattivi, ma soltanto un'incredibile serie di errori commessi da partiti e istituzioni democratiche che non comprendendo più la realtà, tuttavia conservano la presunzione di riuscire a governarla. È stata un'idiozia colossale del Pd di Renzi voler spaccare il paese per anni su una riforma costituzionale sbagliata e sballata, fino al delirio finale di un referendum straperso, com'era ovvio, pensando di stravincerlo.
Fallito il piano A, si è passati al B, ancora più irrealistico. Si è varata una legge elettorale che avrebbe prodotto ingovernabilità allo scopo di giustificare dopo il voto un nuovo patto destra-sinistra a sostegno dell'ennesimo governo tecnico eterodiretto da Bruxelles. E anche questo è fallito.
Ora il Presidente Mattarella avanza col piano C, il più disperato di tutti.

Prof. Giuseppe Guarino: "L'EURO? UN GOLPE"

CANCELLATA LA SOVRANITÀ DEL POPOLO ITALIANO - GIULIETTO CHIESA

Paolo Maddalena: Il pensiero neoliberista vuole distruggere i popoli.

La scoperta della verità nella società della menzogna - Paolo Maddalena

ALTRIMENTI CI ARRABBIAMO - ControRassegna Blu #11 - 29/05/2018

27/5/2018: un nuovo COLPO DI STATO FINANZIARIO contro l'Italia - Diego Fusaro

Travaglio: “Mattarella? Ha sbagliato. Ora siamo in una farsa tragica con un governicchio balneare che fa ridere i polli”

https://www.ilfattoquotidiano.it

“E’ successa una cosa un po’ paradossale, mai vista in un Paese dove credevamo di aver visto di tutto: ci sono una maggioranza sta all’opposizione, una minoranza che sta al governo e che viene definita ‘governo neutro’, forse perché non lo vota nessuno. Pare che non lo voterà nemmeno il Pd, che aveva detto di votarlo”. Così a Dimartedì (La7) esordisce il direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, nella sua disamina della situazione politica attuale. “Non si sa se questo governo di formi” – continua – “Oggi doveva essere annunciata la lista dei ministri e doveva essere sciolta la riserva di Cottarelli, il quale invece è fuggito da un’uscita secondaria del Quirinale, rendendo definitiva la farsa tragica che è iniziata domenica con quel grottesco discorso del capo dello Stato. Un discorso pieno di bugie, in cui si diceva che presto saremmo usciti dall’euro se Savona fosse entrato nel governo. In realtà, Savona aveva appena dichiarato il contrario”. E aggiunge: “Addirittura Macron, ingolosito dalla nascita di un governo in Italia, aveva telefonato al premier, credendo che fosse vero che stava nascendo un governo, segno forse che le preoccupazioni un po’ eccessive di Mattarella erano ormai state superate anche a livello internazionale. Lega e M5s, due partiti molto diversi tra di loro, con riunioni di giorno e di notte si sono fatti un discreto mazzo per formare un programma e un governo.

Ci ricattano con lo spread ma non ci possono comprare

https://www.ilfattoquotidiano.it

Lo dico da anni. L’ho ripetuto recentemente anche in sedi importanti: questa non è un’epoca di cambiamenti, ma un cambiamento d’epoca.
Sta cambiando tutto. Cambia il modo di comunicare, di nutrirci, di abitare, di curarci, di lavorare, di produrre energia, di finanziarci, di spostarci. In tutto l’emisfero boreale, c’è un’unica forza sociale, cioè prepolitica, che si è rivelata capace di intercettare, interpretandole virtuosamente, tutte queste istanze di cambiamento. Facendosene veicolo, vettore. Il Movimento Cinque Stelle è stato (e sarà) innanzitutto questo: disintermediazione. Dalle vecchie categorie. Dai polverosi schemi fenomenologici di decodifica del presente. Dagli obsoleti criteri di merito e di demerito. Dalla vecchia politica, dai suoi nefasti meccanismi di rappresentanza.
Allora, se non altro per rispetto di chi per primo ha intuito questo cambiamento d’epoca, dobbiamo almeno chiedercelo: siamo pronti – come collettività e come individui – ad accogliere questo tsunami morale? Siamo pronti a riconcettualizzare il dogma dell’utilità monetaria? Siamo pronti a ridiscutere le categorie, profondamente occidentali, di giusto e di sbagliato? La partita ce la giocheremo nelle risposte che sapremo dare a queste domande, prima ancora che in cabina elettorale. Ma non sarà per niente facile.

Grazie, Oettinger

https://www.ilfattoquotidiano.it


Dobbiamo essere grati al tedesco Gunther Oettinger (CDU) per aver detto apertamente una spiacevole verità: “I mercati… insegneranno agli italiani a non votare per i partiti populisti”. I veri amici sono quelli che ti mettono di fronte la realtà. La verità ci farà liberi. Angela Merkel aveva ricordato il giorno prima: “Anche con la Grecia di Tsipras all’inizio fu difficile, poi ci accordammo”. Poi… dopo che gli spread avevano piegato i greci ribelli, e consegnato al Consiglio Europeo un Primo Ministro greco in ginocchio. Piangendo implorò pietà per il suo popolo, e salvò il posto, ma dovette ingoiare condizioni durissime. Una scena che ricorda quando Marco Aurelio (179) o Costanzo II (469) ricevevano i capi germani sconfitti.
Il significato delle parole di Oettinger è questo. “Gli italiani non sono un popolo libero, sono in una gabbia; e quanto più si lanciano contro le sbarre, tanto più si fanno male; i colpi che si infliggono sono il migliore modo per indurli a non riprovarci più”. Rimuovere questa semplice realtà per noi è disastroso. Tutti i politici italiani hanno protestato, ma con motivazioni diverse. Per il Pd (e alcuni eurocrati): “Sono dichiarazioni soprattutto stupide”. Ovvero: “molto meglio evitare, oltre il danno, anche le beffe”, per non aizzare gli italiani, complicando il lavoro ai secondini.  

Krugman: orrore, l’Italia preferisce l’euro alla democrazia

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Paul Krugman«Sono inorridito da quanto avvenuto in Italia». Firmato: Paul Krugman, Premio Nobel per l’Economia. Via Twitter, Krugman – economista democratico-progressista, spesso critico nei confronti dell’Eurozona – interviene direttamente sulla crisi italiana, esprimendo sconcerto per il veto del presidente Mattarella su Paolo Savona, che ha di fatto impedito la nascita del “governo del cambiamento” formato dai due partiti vincitori alle elezioni, 5 Stelle e Lega. Di formazione liberale e keynesiana, Krugman non è certo un “populista”. Figura di estremo prestigio intenazionale, nel campo delle scienze economiche e politiche, insegna economia e relazioni internazionali all’Università di Princeton. Ha vinto il Premio Nobel nel 2008 per la sua analisi degli andamenti commerciali e del posizionamento dell’attività economica in materia di geografia economica. «E’ veramente orribile», scrive, su Twitter: «Non è necessario che ti piacciano i partiti populisti che hanno vinto un chiaro mandato elettorale, per essere sconvolti dal tentativo di escluderli dal potere perché vogliono un ministro delle finanze euroscettico». Al primo tweet, Krugman ne ha fatto seguire un secondo, che sembra una risposta implicita a quella parte di opinione pubblica che si è affidata, come Mattarella, ai desideri dei mercati finanziari: l’Italia, scrive, preferisce l’euro allademocrazia?
Krugman accenna a quali conseguenze può portare in campo globale ed europeo una scelta del genere, dettata dalla paura dei mercati: «La fede nella moneta unica supera la democrazia? Veramente? Le istituzioni europee stanno già soffrendo dimancanza di legittimità a causa del deficit democratico. Questo renderà le cose molto peggiori». Il Premio Nobel si era già espresso criticamente sulle politiche dell’Eurozona fondate sul rigore. E non è stato meno tenero, in passato, neppure sul “quantitative easing” praticato dalla Bce di Mario Draghi: «La politicamonetaria convenzionale ha un effetto pari a zero», avverte Krugman. «E’ molto difficile addurre prove sul fatto che le manovre di “quantitative easing” abbiano effetto solo in quanto cambiano le aspettative della gente. La politica monetaria è un fattore molto marginale, in quello che sta accadendo». Per Krugman, «la cosa principale che avremmo dovuto imparare è che la politica monetaria non è sufficiente: è davvero necessario che ci sia anche una politica fiscale. Ma ciò non sta accadendo».

Foa e Mélenchon: umiliare l’Italia, il piano è euro-tedesco

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Jean-Luc Mélenchon«L’establishment europeista ha deciso di spezzare le reni all’Italia, come ha già fatto con la Grecia». Per Marcello Foa, lo scenario che si profila è il seguente: «Scatenare una crisi paurosa del debito pubblico italiano, spingendo lo spread a livelli mai visti». Ovvero: «Provocare il panico, fino al momento in cui l’Italia verrà commissariata e Mattarella invocherà per il bene supremo del paese la fiducia a Cottarelli (già in carica) e/o l’introduzione di misure straordinarie, come il rinvio sine die delle elezioni e la conseguente distruzione della reputazione e della popolarità di Salvini e di Di Maio, che verranno indicati come i responsabili di questa crisi». Se il piano avrà successo, aggiunge Foa sul “Giornale”, servirà da monito a tutti i paesi europei dove i movimenti “populisti” sono in ascesa. E comporterà la definitiva sottomissione dei popoli europei alle oligarchie. «Come dire: colpirne uno per educarne cento. Perché queste sono le logiche, indegne e autoritarie». Per questo motivo, sottolinea Foa, «opporsi è un dovere civico e morale: il piano deve fallire». In ogni caso, scrive Giampaolo Rossi sempre sul “Giornale”, proprio il capo dello Stato è al centro di questo incredibile «disastro istituzionale», che sta mettendo in pericolo l’Italia. La scena è eloquente: il paese è indifeso, con il presidente della Repubblica che si piega apertamente alpotere – più forte – dei cosiddetti “mercati”.
«Berlino fatica a formare il governo italiano»: così si esprime sulla situazione italiana il leader di ‘La France Insoumise’, Jean-Luc Mélenchon, attraverso un articolo sul suo blog. Con la lucidità che lo contraddistingue, rileva “L’Antidipliomatico”,l’esponente della gauche francese afferma: «La catastrofe è consumata, in Italia. Uno dei paesi fondatori dell’Unione Europea è stato colpito dai fulmini della Commissione Europea e dei suoi padroni berlinesi. L’Unione Europea ha mostrato il suo pugno di ferro. Piuttosto che avallare la nomina di un ministro delle finanze sconveniente per Berlino, il presidente della Repubblica italiana ha fatto terra bruciata». Estremamente esplicito il giudizio di Mélenchon sul ruolo svolto da Sergio Mattarella: «Il deplorevole presidente italiano – scrive il leader della sinistra francese – compie il suo ruolo con la consapevolezza rude di tutti i curatori fallimentari. Nomina un dirigente del Fondo Monetario Internazionale soprannominato ‘Mister Tagli’. Tutto è detto, con questo soprannome», che ben illustra le presunte virtù di Carlo Cottarelli. Rincara la dose Mélenchon: «Quali motivazioni ha, questo presidente, per compiere una tale violazione della volontà popolare espressa dal voto degli italiani?».

Tra Mattarella, Salvini e i tedeschi: si può uscirne a sinistra?

http://temi.repubblica.it/micromega-online

di Alessandro Somma *
Per la Costituzione italiana “il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri” (art. 92). Questa disposizione non attribuisce un potere illimitato al Capo dello Stato, che può rifiutare la nomina dei ministri solo in mancanza di requisiti giuridici, ovvero, in massima parte, per questioni attinenti le incompatibilità con la carica. Se così non fosse, il Presidente della Repubblica concorrerebbe a formare l’indirizzo politico generale, e questo contrasterebbe con la massima per cui egli è politicamente irresponsabile (art. 90), tanto che i suoi atti devono sempre essere controfirmati dai ministri e dal Premier. Se così non fosse il Presidente diverrebbe l’interprete autentico della volontà popolare, il che sarebbe palesemente in contrasto con il carattere parlamentare della nostra democrazia.

Detto questo sono stati numerosi i casi in cui il Presidente della Repubblica, anche fuori dall’ipotesi del governo cosiddetto tecnico, ha tentato di influenzare la composizione del governo: a partire da quanto fece Gronchi con la nascita del governo Zoli (1957), sino al rifiuto di Napolitano di nominare Gratteri Ministro della giustizia del governo Renzi (2014). Qui il Capo dello Stato non si è però limitato alla mera moral suasion, per quanto penetrante essa possa essere: qui siamo arrivati allo scontro. Mattarella che blocca la nomina di Savona a Ministro dell’economia, e che poi fa nascere subito dopo un governo tecnico che sicuramente non avrà una maggioranza in parlamento, è un atto chiaramente fuori dalle sue prerogative. Soprattutto se motivato con le parole che ha scelto il Capo della Stato, elevatosi al ruolo di Presidente degli investitori stranieri e dei risparmiatori italiani danneggiati da una “linea che potrebbe provocare l’uscita dell’Italia dall’Euro”. Il che equivale a dire che il governo Conte non va bene perché non piace ai tedeschi.

Carofalo: “Le persone vengono prima dei profitti! Il 16 tutti a Roma”

http://contropiano.org

16 Giugno Manifestazione Nazionale a Roma
“Le affermazioni  disinvolte del commissario europeo Oettinger sono un gravissimo attacco alla tenuta democratica del paese. Veramente immaginiamo che qualcuno in nome dei mercati possa indirizzare il voto degli Italiani? Cosa rimane dei diritti democratici in questo paese? 
Caro Oettinger, gli italiani – non quelli amici tuoi, ma i lavoratori, i giovani, gli sfruttati, i precari, quelli che vorrebbero andare in pensione e non possono – insegneranno ai mercati a stare al loro posto. Prima le persone, poi l’economia.Se Mattarella avesse davvero voluto applicare la costituzione, sarebbe dovuto intervenire su alcuni punti del contratto di governo Lega-Movimento 5 Stelle totalmente anticostituzionali (come flat tax o misure esplicitamente razziste) ma non ergendosi a protettore degli interessi dei mercati.

I tre autogoal di Mattarella: ora solo lo “Stellone” ci può salvare. A cura di Primo Gonzaga

https://scenarieconomici.it



In un momento cruciale della nostra storia (il 29 giugno si terrà una riunione importantissima dei Primi Ministri Europei che deciderà se cambiare la politica economica UE in misura molto più espansiva oppure tenere l’attuale impostazione voluta dai Tedeschi) il nostro Presidente compie tre errori madornali:
  • Nega la possibilità di avere un Governo rappresentativo della maggioranza degli Italiani
  • Giustifica il suo operato perché lo Spread sale, mettendo così lo spread e i mercati al posto del Parlamento Italiano
  • Nomina un Primo Ministro che nessuno vuole in Italia ma che ha nel DNA i concetti di politica economica tedeschi (tagli e risparmi fino a raschiare il barile) che perfino la Francia di Macron ormai vuole modificare.
I mercati appena eletti a giudice supremo delle sorti italiche, in 2 giorni di vendite distruggono BTP e Borsa italiana.
Mattarella ignora le 2 regole base dei suoi nuovi governanti:
1) i mercati temono più l’incertezza di ogni altra cosa
2) i mercati se vedono un animale ferito isolato dal gruppo lo azzannano.

Paolo Savona, il più illustre nemico del Trattato di Maastricht

https://ilmanifesto.it

«La Germania non ha cambiato la visione del suo ruolo in Europa dopo la fine del nazismo, pur avendo abbandonato l’idea di imporla militarmente. Per tre volte l’Italia ha subito il fascino della cultura tedesca che ha condizionato la sua storia, non solo economica, con la Triplice alleanza del 1882, il Patto d’acciaio del 1939 e l’Unione europea del 1992. È pur vero che ogni volta fu una nostra scelta. Possibile che non impariamo mai dagli errori?». La velenosa e pesantissima citazione è tratta da Come un incubo, come un sogno, tra pochi giorni in libreria.
L’autore di questo saggio che paragona la politica di Merkel al pangermanesimo hitleriano, che paragona l’euro a «una gabbia» e che addebita «la nascita del populismo all’arroganza tedesca» si chiama Paolo Savona. Per un lungo periodo della sua vita esponente illustre dell’establishment finanziario italiano, poi dagli anni ‘90 il più scettico degli euroscettici, il più illustre nemico del Trattato di Maastricht.

martedì 29 maggio 2018

Democrazia italiana in freezer, l’errore storico di Mattarella

http://www.libreidee.org

Giuseppe ConteComunque si vedano le cose, quello che è avvenuto ieri è un fatto politico gravissimo. Mentre tutti gli italiani attendevano finalmente vedersi realizzare il primo governo del cambiamento della nostra Repubblica, ecco che sul trampolino di lancio al missile pronto al decollo sono stati spenti i motori dalla torre di controllo del Quirinale. La giustificazione, tenuta con un discorso stranamente lungo del capo dello Stato, ha mostrato tutta la difficoltà, tutto il fastidio istituzionale del presidente, rendendo sonoro lo scricchiolio in un’apologia fragile che è presto divenuta l’argomento più forte a favore della sua ingiustificabilità. Per capire facciamo un passo indietro. La Costituzione è molto chiara in merito, anche se per nulla immune da equivoci. Non soltanto il ruolo del presidente della Repubblica (Titolo II) è distinto da quello del governo (Titolo III), ma attribuisce molte prerogative al primo e al secondo, distinguendone nettamente le funzioni su un preciso punto sostanziale: l’indirizzo politico, prerogativa specifica del governo, rifiutata categoricamente al presidente della Repubblica.
Così come il Quirinale presiede il Csm, ma non ha il potere giudiziario; così firma e promulga le leggi, ma non fa le leggi. Allo stesso modo egli nomina il governo, ma non può e non deve assolutamente esercitare e rappresentare operativamentel’indirizzo politico della nazione, ponendo veti e creando squadre personali. Contro questo limite costitutivo del capo dello Stato si dicono le peggiori oscenità altisonanti, ma la carta parla, anzi canta, da sé senza equivoci surrettizi. Anzi, essendo la nostra Repubblica parlamentare, tale proprietà di indirizzo politico spetta al governo insieme al Parlamento: funzioni, queste sì, distinte ma unite tra loro dalla fiducia che l’esecutivo riceve da parlamentari e senatori, e dalla consequenziale maggioranza parlamentare che tiene in vita un governo. Eccoci così giunti al punto decisivo della questione odierna. Nelle tante note giornalistiche di commento, molte delle quali assurde e incomprensibili, mai e poi mai si sottolinea quello che tutti gli italiani, senza essere costituzionalisti, sanno benissimo, e di cui stamani si parlava nelle famiglie, nelle piazze e perfino nei bar. Il veto di Mattarella a Paolo Savona è stato un pretesto; la giustificazione dei risparmi degli italiani da difendere un modo per confessare che egli ha agito politicamente per impedire la nascita altrettanto politica di un governo sicuramente politico e democratico.

LibreOffice 6.1 si adatta a Windows 10 grazie al nuovo tema Colibre

https://www.marcosbox.org

LibreOffice 6.1 per Windows avrà finalmente un tema di icone moderno e in linea con il look di Windows 10.
Questo sarà possibile grazie al nuovo tema di icone chiamato Colibre.




Sviluppato inizialmente su Deviantart da charliecnr come clone di Office 2013, il tema è stato successivamente riscritto per evitare problemi di licenza. Il nuovo tema Colibre è stato sviluppato seguendo le linee guida per la progettazione delle icone di Microsoft, il che significa che utilizzerà la stessa combinazione di colori di MS Office.

Paradossalmente e finalmente: si parla di politica

http://www.beppegrillo.it/


di Beppe Grillo – Sento definire quello che è successo come drammatico, incredibile e un gravissimo scontro istituzionale, in un crescendo di allarmati e allarmanti squittii. Eravamo talmente abituati all’idea che “politica” significasse correre dietro a personaggi scandalosamente impresentabili da confondere la cronaca rosa shocking delle loro demenziali imprese. Ci siamo fatti confondere per venti anni dalle dispute fra lo Psiconano e De Benedetti, dalle imprese di Formigoni e dalle pirloette degli eredi del Pci sino a dimenticarci che cosa fosse la politica.
Mentre il paese era distratto dalla definizione della nuova unità di misura della degenerazione istituzionale era in corso la cessione della sua sovranità e della sua stessa aria a chiunque fosse in grado di comprarsela al ribasso. Oggi, finalmente giunti ai primi veri scontri fra modi diversi di intendere la cosa pubblica, sento che questo viene chiamato caos. Accidenti, era così radicata l’idea che parlare di politica significasse solo inseguire nipoti (da Letta a Ruby) e orchestrare dibattiti sul nulla che assistiamo al disorientamento assoluto di fronte alla ripresa del confronto politico, anche duro.
L’establishment è riuscito a bloccarci? Ok, fa parte del gioco! Non siamo certo affetti dalla sindrome dell’adolescente ribelle che spera che, alla fine, il padre gli dia ragione.

MATTARELLA RICEVE UNA DOMANDA SCOMODA DA UN GIOVANE STUDENTE

09-01-1947 E' assurdo pensare che il Presidente della Repubblica posssa presumere di scegliere egli stesso i Ministri.

Ecco perchè Lega+M5S sono OBBLIGATI a mettere in stato di accusa il Presidente Mattarella per la scelta dei ministri (altrimenti i dubbi sarebbero troppi e toglierebbero credibilità alle Istituzioni Repubblicane)

Crisi istituzionale. Parla Potere al Popolo!

https://poterealpopolo.org

Il presidente Mattarella si è reso responsabile di una grave crisi istituzionale, pur di non accettare come Ministro dell’economia Paolo Savona, considerato “euroscettico” e dunque non compatibile con i diktat dell’Unione Europea.
Mattarella ha ammesso di non aver accettato Savona perché sgradito “ai mercati”, temendo “un segnale di allarme o di fiducia per i mercati”. La volontà dei mercati ha prevalso su quella dei cittadini.
Piegandosi ai diktat della Bce e del Fmi, Mattarella dà l’incarico a Cottarelli, diretto rappresentante dei poteri forti della finanza e noto “tagliatore di teste” del FMI, ex strapagato plenipotenziario per la spending review.
Un governo “tecnico” che si dà la priorità, dichiara Cottarelli, “Di far quadrare i conti”. Una replica del Governo Monti, che per far quadrare i conti ha aumentato l’età pensionabile, precarizzato il lavoro, tagliato i servizi pubblici.
Non ci interessa sapere se Salvini volesse davvero fare questo governo o no, nemmeno il dibattito su un eventuale impeachment di Mattarella: quello che è inaccettabile è la motivazione della sua scelta. Dire che si rifiuta la nomina di un ministro perché ha una visione della politica monetaria diverse da quelle della UE è inaccettabile. Così come è inaccettabile il ricatto dello spread, che la sovranità sia dei “mercati” e non del popolo che vota.

LA RISPOSTA DEL PROF. PAOLO SAVONA

https://scenarieconomici.it


Ho subito un grave torto dalla massima istituzione del Paese sulla base di un paradossale processo alle intenzioni di voler uscire dall’euro e non a quelle che professo e che ho ripetuto nel mio Comunicato, criticato dalla maggior parte dei media senza neanche illustrarne i contenuti. Insieme alla solidarietà espressa da chi mi conosce e non distorce il mio pensiero, una particolare consolazione mi è venuta da Jean Paul Fitoussi sul Mattino di Napoli e da Wolfgang Münchau sul Financial Times. Il primo, con cui ho da decenni civili discussioni sul tema, afferma correttamente che non avrei mai messo in discussione l’euro, ma avrei chiesto all’Unione Europea di dare risposte alle esigenze di cambiamento che provengono dall’interno di tutti i paesi-membri; aggiungo che ciò si sarebbe dovuto svolgere secondo la strategia di negoziazione suggerita dalla teoria dei giochi che raccomanda di non rivelare i limiti dell’azione,perché altrimenti si è già sconfitti, un concetto da me ripetutamente espresso pubblicamente. Nell’epoca dei like o don’t like anche la Presidenza della Repubblica segue questa moda.

COMUNICATO PROF. PAOLO SAVONA

https://scenarieconomici.it/


Comunicato Prof. Paolo Savona 27 maggio 2018 h. 13.20

Non sono mai intervenuto in questi giorni nella scomposta polemica che si è svolta sulle mie idee in materia di Unione Europea e, in particolare, sul tema delleuro, perché chiaramente espresse nelle mie memorie consegnate allEditore il 31 dicembre 2017, circolate a stampa in questi giorni, in particolare alle pagine 126-127. Per il rispetto che porto alle Istituzioni, sento il dovere di riassumerle brevemente:
– Creare una scuola europea di ogni ordine e grado per pervenire a una cultura comune che consenta laffermarsi di consenso alla nascita di ununione politica ..
– Assegnare alla BCE le funzioni svolte dalle principali banche centrali del mondo per perseguire il duplice obiettivo della stabilità monetaria e della crescita reale ..

Se l'Italia .........

di R@P61

Se l'Italia deve essere (obbligatoriamente) una colonia tedesca, allora dateci almeno gli stipendi tedeschi, l'orario di lavoro tedesco, l'età pensionabile tedesca, il welfare tedesco, ..........

Lo spread non è ......

Massimo Bugani

Lo spread non è la differenza tra i nostri titoli di Stato e quelli tedeschi, ma la misura del disprezzo nei nostri confronti della Germania.

lunedì 28 maggio 2018

Chi tocca (anche per finta) l’Europa muore: la lezione di Mattarella.

Nel suo romanzo Saggio sulla lucidità, Saramago racconta la storia di una città nella quale si svolgono le elezioni politiche. Il risultato è sorprendente: ben il 73% dei votanti ha imbucato una scheda bianca. 

Le elezioni si ripetono: le schede bianche aumentano ancora. In un crescendo di repressione e intimidazione, le istituzioni provano a convincere gli elettori della città a scendere a più miti consigli. Un romanzo, dicevamo; frutto della fantasia dello scrittore portoghese. Eppure, quel che sta avvenendo in queste ore in Italia non è molto diverso.
Sia chiaro: in tempi normali, dovremmo essere tutti contenti di aver evitato un governo di razzisti e finti anti-europeisti. Eppure quel che è accaduto nel tardo pomeriggio al Quirinale è profondamente inquietante. Allo stesso tempo, i fatti che si sono svolti oggi aiutano a mettere in evidenza la natura fortemente antidemocratica e antipopolare che si nasconde dietro la retorica dell’integrazione europea.

Guarda, guarda...La Borsa di Milano brucia 12 miliardi e azzera i guadagni del 2018, lo spread tocca il record dal 2013.

L'euro va a picco segnando nuovi minimi dal novembre scorso fino a sfiorare 1,16 dollari.

Chiusura di seduta in forte ribasso per la Borsa, con l'indice Ftse Mib che cede il 2,08% a 21.932 punti, dopo aver toccato anche un minimo del -2,7%. L'All Share perde l'1,88%. Con il nuovo passo indietro, frutto del caos politico e istituzionale, il listino vede il pressoché totale azzeramento dei guadagni del 2018, passati da un massimo del +12,3% il 7 maggio, al solo +0,3% rimasto dopo la giornata di oggi.
Chiude sui massimi di seduta lo spread Btp/Bund in una giornata di passione per i titoli di Stato italiani con il differenziale Italia-Germania che tocca livelli che non si vedevano dalla fine del 2013. Nel giorno in cui il capo dello Stato ha affidato l'incarico di governo a Carlo Cottarelli, lo spread tra il decennale benchmark italiano (isin it0005323032) e il titolo tedesco di pari durata, che aveva aperto in netto calo rispetto a venerdì sotto la soglia dei 200 punti, ha invece terminato a quota 235, quasi trenta punti base sopra la fine della scorsa settimana (206 punti). In fortissimo aumento anche il rendimento dei decennali italiani, al 2,69% (2,47% la chiusura di venerdì).

Il Giro della vergogna si conclude con le cariche contro gli attivisti filopalestinesi


 contropiano
Roma. Oggi, quasi a conclusione del presidio che in modo determinato stava contestando l’ultima tappa del 101esimo Giro d’Italia partito da Israele, le forze dell’ordine hanno brutalmente aggredito i manifestanti e proceduto con 6 fermi.

L’essenziale è "invisibile" agli occhi.

Nella quotidianità flessibile e globalizzata, all'interno della quale anche le identità professionali diventano sempre più identità "glocal", esiste una porzione di risorse umane tagliate fuori dal mondo del lavoro, risorse umane "invisibili".


Si tratta di giovani che hanno difficoltà a trovare un'occupazione, lavoratori anziani che perdono l'impiego e devono riqualificarsi. Lavoratori oggetto di pregiudizio come i disabili, il cui inserimento lavorativo è un vero e proprio percorso a ostacoli, nonostante strumenti teorici e normative o come le donne, alle quali si precludono spesso avanzamenti di carriera, dove anche un solo errore non viene perdonato.
L'auspicato processo di capacitazione e auto-capacitazione –che risulta essenziale tanto per un inserimento lavorativo duraturo quanto, più in generale, per una solida inclusione sociale– trova attualmente un ulteriore pesante ostacolo nella crisi occupazionale.

Migrante Irregolare. Parigi, sul palazzo come Spiderman: si arrampica fino al quarto piano per salvare il bambino che penzola nel vuoto.

Risultati immagini per parigi bambino salvatoIl ragazzo si chiama Mamoudou Gassama, ha 22 anni ed è originario del Mali.
Appena ha visto il bambino in pericolo si è arrampicato piano dopo piano, fino ad arrivare al quarto, ha afferrato il piccolo e l’ha portato in salvo.  Il giovane sans-papier è stato ricevuto dal presidente francese, Emmanuel Macron. “Tutti i suoi documenti saranno regolarizzati” ha assicurato la presidenza, facendo anche sapere che sarà arruolato nei pompieri. Mamoudou Gassama ha ricevuto una medaglia e un diploma che attesta la “riconoscenza della Repubblica francese” per il suo gesto. Macron ha annunciato sulla sua pagina Facebook che il giovane – soprannominato ormai da tutti Spiderman per l’abilità mostrata nel salire sulla facciata del palazzo – entrerà a far parte del corpo dei Pompieri di  Parigi, che sono “pronti ad accoglierlo”.

L'ultimo film con Dario Fo "Sweet Democracy"

Governo "Temporaneo". Carlo Cottarelli al Quirinale per l'incarico a premier: "Porterò il Paese al voto".

L'economista ex Fmi fissa due tempistiche: Se avrà la fiducia farà la manovra e si voterà a inizio 2019. Se non avrà la fiducia, voto a settembre.

Risultati immagini per cottarelliTocca a Carlo Cottarelli. Il presidente della Repubblica ha affidato a lui l'incarico di formare un Governo e Cottarelli, come da prassi, ha accettato "con riserva".
"Sono molto onorato, naturalmente ce la metterò tutta" ha detto il premier incaricato, spiegando che Sergio Mattarella gli ha chiesto di "portare il paese a nuove elezioni" e presenterà "in tempi molto stretti la lista dei ministri". Cottarelli indica due tempistiche: "in caso di fiducia" il Governo affronterà "l'approvazione della legge di bilancio per il 2019, per poi andare a elezioni a inizio 2019"; invece, "in assenza di fiducia il governo si dimetterebbe immediatamente, il suo compito sarebbe l'ordinaria amministrazione" con "elezioni dopo il mese di agosto".
Cottarelli ha assicurato la "neutralità completa rispetto al dibattito elettorale", aggiungendo una promessa: "Mi impegno a non candidarmi e chiederò un simile impegno a tutti i membri del governo".