Prima di arrivare a Roma, Alexis Tsipras, candidato della Gue
(Gruppo sinistra unita) alla presidenza della Commissione europea,
ha fatto tappa a Parigi per incontrare il Pcf e il Parti de Gauche.
L’unico leader della sinistra radicale continentale che può
sperare in una vera vittoria nel suo paese, la Grecia, ha un
progetto preciso per l’Europa, con il quale si propone di rispondere
alla deriva di estrema destra e nazionalista che rischia di
caratterizzare il risultato delle prossime europee.
di Anna Maria Merlo – il manifesto
Secondo Tsipras «la maggioranza della gente in difficoltà si ritira
anche dalla politica: o non votano o adottano comportamenti
contro la politica». Di fronte a questa situazione «la sinistra per
convincere deve cambiare». Ma nella Francia di Hollande, dove
ormai con la «svolta» battezzata «socialdemocratica» il governo si
appresta a tagliare la spesa sociale per rispondere all’imperativo
del risanamento dei conti a colpi di austerità, non lo deve fare «con
le posizioni dell’avversario».
«La sinistra — avverte Tsipras– deve «conservare i propri
valori» ma al tempo stesso non chiudersi in un atteggiamento di sola
denuncia. Bisogna fare proposte, che non siano impossibili da
realizzare. Per prima cosa, intanto, Tsipras insiste sulla
necessità di «non uscire dall’euro». Lo dice per la Grecia, che alcuni
vorrebbero spingere fuori, non calcolando che in seguito
i mercati scommetterebbero sul prossimo paese da espellere (usa
la metafora di una catena con 18 anelli «se se ne rompe uno, tutta la
catena si spezza»). Per Tsipras, che pure non ha difficoltà ad
ammettere le responsabilità greche nella crisi di Atene, «la crisi
greca non è un problema solo greco, c’è una crisi strutturale in
Europa, che necessita quindi di una soluzione europea». Uscire
dall’euro significherebbe aprire il vaso di Pandora delle
svalutazioni competitive, che non è mai un vantaggio per
i popoli (nemmeno per la Germania, che vedrebbe il nuovo marco salire
alle stelle, con conseguente difficoltà all’export). «L’euro è come
una prigione – dice – è facile entrarci ma difficile uscirne». Se si
esce, bisognerà fare i conti con gli attacchi dei mercati.
La sinistra radicale organizza a Bruxelles il 10 aprile
prossimo un vertice sul debito. La proposta di Syriza è di
negoziare una ristrutturazione del debito, inevitabile, anche se
per il momento i paesi creditori Germania in testa lo negano. La
Grecia ha un debito pari al 170% del Pil,: «Ingestibile». La
«soluzione logica» sarà una riduzione del debito, un hair cut (del
60%) unito a uno stimolo all’economia. La Grecia non chiede ai
partner solo solidarietà, anche perché rischiano di versare soldi
in un barile senza fondo: il 98% dei finanziamenti stanziati per
Atene sono serviti o per pagare vecchi debiti o nelle casse delle
banche creditrici. Solo il 2% è andato alla popolazione
e all’economia reale. Ai contribuenti europei che danno segni di
insofferenza verso la Grecia Tsipras ricorda non solo che i soldi
sono andati alle banche ma anche che la trojka non si è interessata
alla lotta contro l’oligarchia monetaria, ma ha spremuto
i cittadini comuni senza proporre reali alternative.
Tsipras fa anche la voce grossa, pensando a una possibile
vittoria nel suo paese: se non verrà ascoltato da partner
«aggressivi» minaccia di bloccare il pagamento degli interessi «per
finanziare i bisogni dell’economia greca». Ma «non è questa la
nostra intenzione – aggiunge – che è trovare consenso». Un consenso
per combattere il «muro dei soldi», che divide l’Europa in due ma che
separa anche le popolazioni all’interno dei paesi, in una società dei
due terzi in difficoltà e di un terzo che continua a stare bene
o addirittura si è arricchito con la crisi.
Secondo Tsipras anche i socialdemocratici, che potrebbero
essere degli alleati, hanno responsabilità precise nella crisi
attuale, perché hanno cercato di tenere i piedi in due staffe, in
bilico tra l’Europa della finanza e quella dei popoli, senza mai
scegliere la seconda contro la prima. «Esiste un’alternativa
a questa crisi ed è nostro dovere e nostro destino lottare in quella
direzione» ripete dal palco.
Nella tappa parigina ha certamente riflettuto sulle difficoltà
a unire: ha incontrato Jean-Luc Mélenchon del Parti de Gauche e poi,
separatamente, Pierre Laurent del Pcf, che hanno relazioni fredde
a causa delle alleanze contraddittorie per le prossime elezioni
comunali francesi di marzo.
Il testo del discorso di Tsipras sul sito de l’Humanité (in francese) e una sintesi in inglese
Rete per l'Autorganizzazione Popolare - http://campagnano-rap.blogspot.it
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giovedì 6 febbraio 2014
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