C'è da rimanere sconcertati – oltre che indignati – dalla tardiva attenzione con cui i media e i commentatori, scoprono con quasi un anno di ritardo notizie già note e di grande rilevanza. Il riferimento è ad un articolo della rivista “Lancet”, segnalato nei giorni scorsi da agenzie e giornali e oggi nella rubrica di Barbara Spinelli su La Repubblica. Il saggio di “Lancet” firmato da studiosi dell’Universita’ di Oxford, Cambridge e dalla London School of Hygiene and Tropical Medicine, documenta gli effetti devastanti sulla salute, la mortalità e le aspettative di vita della popolazione greca sottoposta alle misure di austerità imposte dalla Troika europea.
Redazione Contropiano
La materia è inquietante e la
documentazione rigorosa ma la notizia del rapporto e della pubblicazione
di Lancet risale ad aprile dello scorso anno. Contropiano ne riferiva
ampiamente già il 14 aprile del 2013 con il titolo “L'austerità ci ammala e ci fa morire”
Viene da chiedersi con quale attenzione
importanti quotidiani e agenzie abbiamo guardato in questi dieci mesi.
Quel rapporto e l'articolo di Lancet, furono infatti sia la base da cui
ha preso spunto la campagna nazionale contro i tagli alla sanità in
corso in diverse regioni, sia la conferma di quella chiave di lettura –
sicuramente cinica ma veritiera – che abbiamo sintetizzato con “Dovete
morire prima”, che a nostro avviso rappresenta l'essenza del progetto
strategico della classe dominante nel XXI Secolo verso le classi
subalterne. Il laboratorio e il massacro sociale sperimentato in Grecia
suonano come un monito per tutti.
La riduzione brutale della salute pubblica e
delle aspettative di vita, non è una bizzarria ma la conseguenza delle
misure imposte da chi vede la vita e le esigenze sociali solo come costo
da tagliare per destinare le risorse ad altri capitoli. Alla vigilia
della pubblicazione della spending review (32 miliardi di tagli in
quattro anni), bisogna guardare a quanto stanno mettendo sul piatto con
occhi attenti e disponibilità alla lotta per la sopravvivenza. Non si
gioca più.
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