lunedì 24 febbraio 2014

Il super-ministro di Renzi: italiani, soffrire vi fa bene

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Suvvia, un po’ di austerità fa bene: cari italiani, dovete soffrire. A parlare così è il neoministro dell’economia, Pier Carlo Padoan. Parole riportate dal premio Nobel Paul Krugman in un articolo sul “New York Times” dell’aprile scorso. «Meno di un anno – rileva Debora Billi – anche se, a leggerle, certe affermazioni sembrano ripescate dalle tenebrose teorie dei tempi bui di qualche decennio fa». L’articolo, d’altronde, si intitola “Le botte devono continuare”: non certo una prospettiva tranquillizzante. «Matteo Renzi – scrive la Billi nel suo blog, “L’estremista” – aveva promesso che avrebbe ridiscusso l’austerity in Europa (sbattendo i pugni sul famoso tavolo che in realtà non esiste), e ora ci si chiede come diamine farà se il suo ministro preposto la pensa all’opposto». Renzi? «Già si sta rimangiando le promesse, infatti. Avrebbe potuto risparmiarsele fin dall’inizio, tanto mica doveva votarlo nessuno». Che ha detto, il suo ministro? Letteralmente: «Il dolore sta producendo risultati».
Capo-economista dell’Ocse nonché professore universitario alla Sapienza di Roma, Padoan ha avuto incarichi come consulente presso la Banca Mondiale, Pier Carlo Padoanla Commissione Europea e la Banca Centrale Europea. E’ stato inoltre direttore di Italiani Europei, la fondazione di Massimo D’Alema, un think-tank politico che si occupa di temi economici e sociali. Tra il 2001 e il 2005 ha ricoperto il ruolo di direttore esecutivo per l’Italia del Fondo Monetario Internazionale con responsabilità su Grecia, Portogallo, San Marino, Albania e Timor Est, mentre dal 1998 al 2001 è stato consigliere economico presso la presidenza del Consiglio dei ministri, collaborando con i premier Massimo D’Alema e Giuliano Amato.

Lo stesso Padoan, super-tecnocrate perfettamente in linea con la Troika europea protagonista delle politiche di rigore che stanno devastando l’Europa del Sud, è stato anche responsabile per il coordinamento della posizione italiana nei negoziati dell’ Agenda 2000 per il bilancio Ue, l’Agenda di Lisbona, il Consiglio Europeo, gli incontri bilaterali e i vertici del G8. Dal 1992 al 2001 ha anche insegnato al College of Europe ed è stato visiting professor in Italia, Argentina, Giappone, Polonia e Belgio. Al “New York Times” ha confidato che, a suo parere, la crescente percezione che l’austerità sia futile è completamente sbagliata. «Il consolidamento fiscale sta producendo risultati», ha detto. Aggiungendo che i politici dell’Eurozona dovrebbero cercare di fare un lavoro migliore per comunicare i loro “successi” ad una popolazione stremata. «Rimane sempre la speranza che stesse facendo dell’ironia spinta», chiosa Debora Billi.

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