martedì 9 luglio 2024

Vertice Nato a Washington. La guerra in Ucraina al primo posto.

I leader dei 32 Stati membri della Nato si incontrano a Washington da oggi fino a giovedì 11 luglio. È atteso al summit anche l’ormai onnipresente presidente ucraino Volodymyr Zelensky.


Emblematico il fatto che il titolo ufficiale del vertice sia “Ucraina e sicurezza transatlantica”. Dopo il prestito da 50 miliardi a Kiev già concordato durante il G7 in Puglia, ora l’Ucraina potrebbe ricevere un ulteriore pacchetto di aiuti militari che saranno oggetto della discussione al vertice di Washington. 

Tra i punti all’ordine del giorno il primo è infatti la guerra in Ucraina, il sostegno militare a Kiev e la sua candidatura all’ingresso nell’Alleanza Atlantica.

Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, che sarà sostituito dall’olandese Rutte, ha annunciato che gli Stati concorderanno un piano in cinque punti per aiutare l’Ucraina, con la creazione di un nuovo comando per la gestione degli aiuti militari a Kiev. Il nuovo comando militare Nato avrà sede in Germania e conterà su circa 700 militari guidati da un generale dell’alleanza. La sede servirà anche da centro logistico e di addestramento per le forze militari di Kiev.

L’obiettivo generale del vertice, già anticipato da Stoltenberg, è raccogliere l’impegno dei membri a mantenere l’attuale livello di sostegno militare all’Ucraina almeno per un altro anno, oltre a concordare un livello minimo di aiuti per il futuro. Il piano non include invece alcun calendario specifico per l’adesione di Kiev alla Nato, anche se il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha detto di aspettarsi dal vertice “un passo significativo verso l’adesione”.

Uno dei motivi di preoccupazione della Nato è se il presidente degli Stati Uniti Joseph Biden, alla luce delle sue ormai evidenti debolezze, sarà ancora in grado di guidare gli Stati Uniti e convincere di questo la maggioranza degli elettori statunitensi e infine se lui stesso potrà resistere alla Casa Bianca per altri quattro anni nel caso in cui vinca su Trump.

Sul vertice Nato incombono però le tensioni con la Cina nel Pacifico e la dichiarazione che ha definito Pechino come avversario strategico dell’alleanza. Al vertice non a caso sono stato invitati Australia, Nuova Zelanda, Corea del Sud e lo stesso Giappone. “Quando si tratta di rafforzare la nostra difesa collettiva, si tratta anche di come affrontare l’ascesa della Cina” aveva detto Stoltenberg al Financial Times tre anni fa.  In visita a Washington Stoltenberg in questi giorni ha accusato Pechino di peggiorare il conflitto in Ucraina aiutando a ricostruire l’industria della difesa russa.

Ma sul vertice Nato di Washington incombono anche le contromosse dei propri avversari strategici o, almeno in un caso, di membri stesso dell’alleanza. Dopo le iniziative autonome della Turchia di Erdogan adesso ci sono quelle del premier ungherese Viktor Orban, anch’esso membro della Nato, in questi giorni è volato prima a Mosca dove ha incontrato Putin e poi in Cina per incontrare il presidente cinese Xi Jinping. “La Cina è una potenza chiave per creare le condizioni di pace tra Russia e Ucraina”, ha dichiarato Orban. Il capo di Stato di Budapest, pur sconfessato dai vertici dell’Unione Europea, si è attivato nel tentativo di sbloccare il conflitto tra Russia e Ucraina.

Intanto truppe cinesi sono arrivate in Bielorussia per condurre esercitazioni militari congiunte con le forze bielorusse, focalizzate su operazioni antiterrorismo. Le esercitazioni sono previste fino al 19 luglio e arrivano  poco dopo l’ingresso della Bielorussia nell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO) che ha tenuto recentemente il suo vertice.

Gli alleati discuteranno anche della situazione nella Striscia di Gaza ma senza enfasi particolari né impegni. La situazione in Medio Oriente infatti non viene ritenuta come una minaccia alla sicurezza della Nato. Ci si indignerà e parlerà molto dell’ospedale colpito dai russi a Kiev, ma non di quelli palestinesi distrutti sistematicamente dagli israeliani.

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