sabato 27 luglio 2024

C’era una volta l’Ucraina

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In questi giorni di rivelazioni sul sistema politico americano e sulle sue finzioni democratiche, l’Ucraina e la sua guerra sono state dimenticate salvo la gentile concessione del tiranno di Kiev per una eventuale partecipazione della Russia al prossimo vertice di cosiddetta pace. Questa posizione meno ridicola e intransigente la si deve in parte alla scelta di Vance ( notoriamente contrario alla guerra ucraina) come eventuale vice di Trump, ma soprattutto ai colpi che le forze ucraine e quelle della Nato stanno subendo ogni giorno grazie ad armi che Mosca avrebbe dovuto esaurire nel marzo del 2022. La Russia attacca su tutti i fronti e comincia a guadagnare sempre più territorio.

Niente di meglio per comprendere la situazione sul campo che le rivelazioni al Guardian, giornale guerrafondaio quant’altri mai, del nuovo capo delle forze ucraine Syrskyi, il quale in una ventina di righe sconfessa tutte le menzogne occidentali che circolano fin dall’inizio della guerra. Nel tentativo di chiedere ancora più armi a una Nato che si è ormai dissanguata, egli svela alcune verità chiave. Ammette finalmente che la Russia ha cominciato l’operazione speciale con meno di 100 mila uomini, che tale forza è cresciuta fino ai 520 mila uomini di oggi che diventeranno 700 mila per la fine dell’anno.

In questo stesso periodo di tempo il numero di carri armati impegnati è salito da 1700 a 3500, mentre i sistemi di artiglieria dai 4500 iniziali sono saliti a 8900, per non parlare dei droni che vengono prodotti a un ritmo 5 volte superiore rispetto all’Occidente. E’ chiaro che inizialmente Putin aveva schierato un velo di truppe di gran lunga inferiore a quelle ucraine e Nato, attendendosi che la pressione militare comunque molto forte, avrebbe indotto l’Ucraina a chiedere la pace, cosa che in effetti avvenne, ma che venne vanificata dall’intervento occidentale, concretizzatasi con l’arrivo del super pagliaccio Boris Johnson a Kiev.

Ora se i russi sono avanzati sia pure lentamente già all’inizio dell’operazione, come si pensa di sconfiggerli ora che sono almeno cinque volte tanto e dopo che l’esercito ucraino ha subito una vera e propria ecatombe in quella controffensiva che ha dimostrato l’inadeguatezza delle armi e soprattutto del pensiero militare occidentale? Lasciamo perdere le disperate sciocchezze secondo le quali i russi perderebbero 100 mila uomini al mese e che sarebbero a corto di mezzi, perché sono destinate ai più stupidi nell’ambito di popolazioni istupidite. D’altronde, come ha rivelato il maggiore generale Riho Yukhtegi delle Forze armate estoni, il piano per la creazione di nuove 10 brigate è già fallito e gli uomini che vengono raggranellati con la forza servono a mala pena a rimpiazzare le perdite che rimangono altissime, anche se accuratamente non dichiarate. La conferma di tale situazione viene anche dall’ex vice capo di stato maggiore dell’Ucraina Igor Romanenko il quale dice che c’è una grave carenza di uomini e che in alcune sezioni del fronte, i soldati non sono sufficienti nemmeno per le azioni difensive. Per giunta pare che il salario dei soldati morti (il 15 per cento del bilancio ucraino) finiscano nel buco nero del corrotto regime di Kiev, un’altra buona ragione per secretare il livello delle perdite.

Né si può sperare in soluzioni miracolose visto che lo stesso Syrskyi ammette che gli F-16 donati all’Ucraina verrebbero probabilmente relegati a ruoli di difesa aerea e afferma che le capacità della contraerea russa e la potenza dell’aviazione di Mosca sono troppo grandi perché gli F-16 possano avvicinarsi alla linea del fronte. Non c’è perciò da meravigliarsi se la diserzione e il rifiuto dei soldati di combattere stiano crescendo, così come cresce fra le truppe la sensazione di essere mandate in battaglie organizzate per scopi politici dal regime di Kiev, ma in sostanza da Washington.

È chiaro che a questo punto stiamo parlando di un cadavere e che ogni possibile mossa non può prescindere da un intervento diretto dei Paesi europei con tutte quello che ne segue. Del resto più passano in giorni, più è difficile per l’Occidente fare la pace senza apparire sconfitto, cosa che è assolutamente necessaria per la sopravvivenza del sistema. Ma le idee sono confuse e totalmente prive di realismo: non basta che gli aiuti vengano dimezzati come sta facendo la Germania e men che meno i vaneggiamenti di Trump sulla possibilità di affittare l’Ucraina per rafforzarne la posizione, visto che a Kiev gli americani sono già i padroni di casa. Immagino che tra poco Kamala, la iena ridens, ci farà sapere che gli Usa manderanno al fronte Flash, Lanterna Verde, Hulk, gli Avengers e l’uomo ragno. Dopotutto Hollywood ha conquistato la luna, non si può mai sapere.

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