La risposta della Rivoluzione Bolivariana alle accuse dei media internazionali è più democrazia e più partecipazione sotto l’appello permanente di un popolo organizzato.
Analisti provenienti da diversi ambiti ideologici e geografici hanno messo in guardia dalla crisi dei sistemi democratici a livello mondiale. Per il politologo ed ex vice presidente boliviano, Álvaro García Linera,il limite della democrazia liberale è sempre più evidente perché la presunta parità di opportunità “nasconde in realtà l’abissale differenza tra chi può comprarsi milioni di ‘opportunità’ con il denaro e chi invece ha una sola opportunità derivante dalla sua stessa esistenza”.
Il governo bolivariano cerca di trovare una via d’uscita creativa a questa crisi, dando effettivamente vita a nuove pratiche democratiche che interpellano gli abitanti come protagonisti. Questo 2024 è stato inaugurato con il dibattito da parte di tutta la cittadinanza sul piano di governo oltre all’installazione e all’istituzione del processo di Consultazione Popolare Nazionale su base trimestrale, in cui vengono elaborati, discussi e decisi i progetti da realizzare nella comunità.
Questa pratica è stata introdotta in modo nuovo a gennaio, quando il Governo Bolivariano ha convocato due milioni e mezzo di venezuelani per discutere il piano d’azione da sviluppare durante il prossimo mandato di sei anni. La strategia strutturata in punti chiamati le sette trasformazioni è stata accolta da almeno 63.000 assemblee di base che, dopo due mesi di lavoro e di elaborazione, hanno restituito le proposte preliminari che si sono cristallizzate nella proposta di governo per il periodo 2025-2031 nel caso in cui Nicolás Maduro sia rieletto presidente.
La convocazione, alla quale hanno partecipato, tra gli altri, fianco a fianco casalinghe, alti capi militari, contadini, commercianti, membri della comunità e polizia di 335 comuni del paese, è stata fatta notare dal Presidente durante la cerimonia di consegna dei risultati realizzati lo scorso 27 febbraio: «È il metodo della democrazia diretta, per chi dice che in Venezuela non c’è democrazia, che in Venezuela c’è un tiranno, che c’è un regime. “Brevetteremo il metodo della democrazia di base, della democrazia diretta, della vera democrazia e il metodo è il metodo ‘CDA’, Consultazione, Dibattito e Azione con il popolo sempre, senza il popolo mai.”
Lo scorso 6 luglio si è svolto il 1° Incontro Nazionale dei Circuiti Comunali, uno spazio dove migliaia di portavoce provenienti da tutto il Paese si sono scambiati esperienze sullo sviluppo della gestione comunale nel quadro dei progetti scaturiti dalla Consulta Popolare Nazionale dello scorso 21 aprile.
Consultazione popolare nazionale
Domenica 21 aprile sono stati abilitati 15.000 centri elettorali e 158 osservatori provenienti da più di 50 paesi affinché si porti avanti la consultazione grazie alla quale sono state scelte con il metodo della democrazia diretta 4.500 delle 27.000 proposte presentate su tutto il territorio nazionale. Si tratta di progetti di servizi pubblici, viabilità, illuminazione, infrastrutture e spazi comuni, tra le altre cose, che ciascuna organizzazione comunale ha scelto come massima priorità da realizzare nel proprio territorio.
Blanca Eekhout, presidente della Commissione per lo Sviluppo dei Comuni dell’Assemblea Nazionale, ha segnalato l’enfasi che implica la “costruzione del potere popolare”, descrivendolo come “un desiderio del progetto bolivariano che il comandante Chávez include in tutto ciò che era il processo costituente ed è nella Costituzione del ‘99 ma dopo è diventata pratica concreta in ogni comunità.”
Per la deputata, l’esperienza della consultazione a livello nazionale [è] come un’istanza che supera i primi comitati che dopo si sono costituiti nei comuni e infine nei consigli comunali. “E tutto questo insieme passa attraverso le agende concrete d’azione dei consigli locali di pianificazione che hanno la mappa delle soluzioni, è il nostro popolo in ogni parte del territorio”, ha aggiunto.
In totale, hanno partecipato 49.000 Consigli Comunali, nuclei organizzativi in cui si articolano le diverse organizzazioni territoriali per proporre, dibattere, formulare, decidere, gestire e valutare i progetti di politica pubblica. Come hanno pure preso parte alle elezioni più di 1.300.000 portavoce comunali (incaricati di rappresentare ciascuna delle assemblee di quartiere di tutto il Paese).
Visto il successo della Consulta Popolare Nazionale, il Presidente della Repubblica ha proposto che ogni trimestre dell’anno si tenga una consultazione nazionale dei progetti prioritari. “Voglio che per Decreto Presidenziale si rispetti l’obbligo di tenere almeno una consultazione nazionale sui progetti comunali ogni trimestre dell’anno, che sarebbero quattro consultazioni annuali per approvare i progetti e per far sì che le risorse vadano al popolo senza gestori, senza intermediari o politicanti”, ha sottolineato.
https://www.aporrea.org/poderpopular/n395138.html
Traduzione Rosa Maria Coppolino
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