domenica 1 maggio 2022

Le Palle e la Realtà: la UE ha raddoppiato il valore degli acquisti dalla Russia dall’inizio della guerra

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 Esistono le Palle della Commissione Europea sulle “Efficaci sanzioni” applicate alla Russia, poi c’è la realtà dei fatti di provvedimenti che riempiono le tasche di Putin, svuotano quelle dei cittadini europei e danneggiano le aziende italiane. La Russia ha quasi raddoppiato i suoi ricavi dalla vendita di combustibili fossili all’UE durante i due mesi di guerra in Ucraina, beneficiando dell’impennata dei prezzi perfino a fronte di riduzione dei volumi, come riportato dal Guardian.

La Russia ha ricevuto circa 62 miliardi di euro dalle esportazioni di petrolio, gas e carbone nei due mesi dall’inizio dell’invasione, secondo un’analisi dei movimenti marittimi e dei carichi del Center for Research on Energy and Clean Air.

Per l’UE, le importazioni sono state di circa 44 miliardi di euro negli ultimi due mesi, rispetto ai circa 140 miliardi di euro dell’intero anno scorso, ovvero circa 12 miliardi di euro al mese. 

I risultati dimostrano come la Russia abbia continuato a trarre vantaggio dalla sua stretta sull’approvvigionamento energetico dell’Europa, mentre i governi cercano di abbandonare le forniture di Mosca, o semplicemente, come dimostra la Germania, fanno finta di abbandonarlo. Oppure, come Ungheria e Austria, neanche ci provano.

Il bello è che, per esempio, la Russia sta incassando molto di più inviando anche meno petrolio, quindi salvaguardando le proprie riserve.  Secondo i dati CREA, le spedizioni di greggio dalla Russia verso porti esteri sono diminuite del 30% nelle prime tre settimane di aprile, rispetto ai tassi di gennaio e febbraio, prima dell’invasione. Le entrate finanziarie derivanti dalle vendite energetiche poi confluiscono in fondi che permettono il mantenimento dello stato sociale, quindi del consenso a Putin, e della guerra in Ucraina. Praticamente gli errori politici e energetici degli europei sono il maggiore alleati di Putin.

Un colpo di genio che ha radici lontane, nelle politiche energetiche folli della UE e in 10 anni in cui i tedeschi hanno spinto la dipendenza totale energetica dalla Russia. La soluzione non può essere di breve termine, tagliare il gas significa spararsi in testa, ma nel medio termine può provenire da investimenti in paesi amici culturalmente e non membri dell’OPEC affinché si sviluppi la loro industria energetica, oltre che la produzione interna. Paesi come l’Argentina, ad esempio, che avrebbe grossi vantaggi dallo sfruttamento delle proprie risorse naturali. Invece la Commissione persegue con una retorica bellicista completamente fuori luogo e i leader europei come se non avessero un capo. La testa l’hanno persa da tempo.

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