Loretta Napoleoni Economista
Secondo questa teoria la storia del popolo americano si muove in cicli di 80-100 anni chiamati saecula. L’idea risale ai tempi dell’antica Grecia quando si pensava che alla fine di ogni secolo ci sarebbe stato un ekpyrosis, un evento catastrofico in grado di distruggere il vecchio ordine e mettere le fondamenta di uno nuovo. Il periodo di transizione è il Fourth Turning.
Bannon, come Strauss e Howe identificano le transizioni passate americane con la Rivoluzione americana e la nascita dell’Unione; la guerra civile e la ricostruzione; la grande depressione e la Seconda guerra mondiale. Secondo Bannon, al momento l’America si trova nel bel mezzo di un nuovo Fourth Turning.
E’ interessante notare che per Bannon l’elemento catalizzante dell’attuale Fourth Turning è stato il crollo della Lehman Brother e la crisi finanziaria mondiale, non l’11 settembre.
Al momento ci troviamo nella fase in cui si cerca di ricucire il tutto con scarsissimi risultati. Howe e Strauss descrivono questo periodo come una fase di grande isolamento, durante la quale un governo centralizzato molto potente ri-immagina l’economia e lancia grandi opere pubbliche per potenziare le infrastrutture del paese.
I critici di Bannon sostengono che da anni cerca di far accelerare la fase attuale per arrivare al conflitto, alla catastrofe, ed ecco spiegato perché è guerrafondaio. L’obiettivo è infatti la ricostruzione, arrivare al punto in cui il peggio è passato e si può ricostruire la nazione. In fondo i Neo-Con di Bush non erano poi molto diversi, anche loro erano ossessionati dall’idea di ricostruire l’impero americano, consumati dalla smania di creare una nuova nazione.
Secondo Howe e Strauss, caratteristica del periodo attuale, quello che segue il casus belli e che mette in moto il Fourth Turning, è l’unione del popolo dietro a un leader che per affrontare la crisi diventa autoritario, severo ed inflessibile. Ed ecco l’immagine di Donald Trump, che prende le redini del Paese. Identica a quella del presidente Franklin Delano Roosevelt che ricostruisce la nazione dalle ceneri della grande depressione.
Ed è qui che Bannon e l’intera teoria crollano. In America oggi non si può parlare di unità, al contrario il Paese non è mai stato così diviso, spaccato di fronte a tutti i poteri ed a chi è a capo delle istituzioni. Anche se i “fatti alternativi”, meglio noti come le notizie false, proiettano una nazione coesa dietro al suo comandate in capo, quello americano è un popolo confuso, impaurito ed arrabbiato. Non sono queste le caratteristiche descritte da Howe e Strauss.
Gianbattista Vico, con la sua teoria dei corsi e dei ricorsi storici, aveva presentato una teoria ciclica evolutiva simile, ma a differenza del Fourth Turning era meno schematica. La teoria americana, infatti, sembra ingessata in un ciclo predeterminato anche in termini temporali. Se prendiamo come guida Vico allora è irrilevante che alla Casa Bianca ci sia Trump o la Clinton, che l’America si unita o disunita, la natura umana è tale che ripercorre sempre gli stessi sentieri di montagna, ma a ogni ciclo sale un po’ di in alto. Qualcuno dovrebbe regalare a Bannon un cofanetto con tutte le opere del filosofo napoletano.
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