Dopo essersi sdraiati sul tappetino con le braccia lungo il corpo si
portano le ginocchia al petto; durante una fase espiratoria,
aiutandosi anche con le braccia che premono contro il pavimento, si
solleva il bacino e si avvicinano le ginocchia alla fronte; si
portano le mani alle lombari mentre le braccia sono a terra fino ai
gomiti che devono essere mantenuti vicini tra loro; è questo il
momento di portare l’attenzione allo spazio della gola e alla
colonna cervicale per provare a distendere e rilassare entrambe
attraverso il respiro. Per raddrizzare la schiena gradualmente si
spostano le mani in direzione delle spalle, infine si sollevano le
gambe che devono essere perpendicolari al pavimento.
In alternativa si può praticare la posizione della mezza candela
(ardha sarvangasana), continuando a mantenere l’appoggio delle mani
all’altezza delle vertebre lombari; in questa variante le gambe
distese e il tronco formeranno tra loro un angolo di circa 90 gradi.
La posizione va sempre eseguita dopo una serie di esercizi
preparatori e deve essere appresa alla presenza di un esperto; essa
va tenuta da un tempo minimo di pochi secondi ad un massimo di cinque
minuti, avendo cura di aumentare con gradualità.
Si esce dalla posizione percorrendo a ritroso le varie fasi e, nel
momento in cui il bacino ritorna a contatto del tappetino, occorre
lasciare che la parte alta del tronco e il capo si sollevino da
terra per evitare di provocare forti tensioni nella regione del
collo.
Praticare Sarvangasana, termine sanscrito che significa posizione di
tutte le membra, apporta molti benefici: grande sollievo alla
circolazione venosa degli arti inferiori, alleggerimento del
pavimento pelvico dalla pressione dei visceri i quali sono sottoposti
ad una diversa azione gravitazionale, distensione delle vertebre
cervicali.
E’ bene non eseguire la posizione in presenza di patologie
tiroidee, pressorie o della colonna vertebrale e durante il ciclo
mestruale; lasciare la posizione se si avverte calore improvviso al
viso o fischio all’orecchio. Durante la pratica eliminare protesi
oculari.
A cura del Centro yoga il Sorbo
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