CRONACA ORA PER ORA - Il premier incaricato atteso alle 16 al Quirinale con la lista dei ministri. Casson (Pd): "Inaccettabile allargamento a destra della maggioranza". I Popolari: "Il nostro voto non è scontato". Ma Schifani insiste: "La presenza del leader Ncd al governo è necessaria". Tensione nel vertice notturno tra il segretario Pd e l'ex delfino di Berlusconi.
”C’è un problema politico di fondo, e cioè che la maggioranza che si va profilando non è affatto quella indicata dal documento della direzione del Pd”, avverte intanto il senatore democratico Felice Casson, definendo “inaccettabile l’allargamento a destra” della maggioranza. Renato Schifani, d’altra parte, sottolinea che la presenza dell’ex delfino del Cavaliere è necessaria nel nuovo esecutivo, cercando di escludere definitivamente la possibilità che Renzi decida di allontanarlo per dare un segno di svolta rispetto alla squadra di Enrico Letta. “Sembra del tutto fuori luogo ipotizzare che il leader del Ncd possa non partecipare a un esecutivo del quale siamo alleato strategico”, ha detto a Repubblica l’ex presidente del Senato, secondo cui per essere “serie” la riforma “elettorale e la riforma del Senato devono essere collegate tra loro”. E anche Fabrizio Cicchitto insiste: “La presenza di Alfano all’interno del governo è una conditio sine qua non, come il Partito democratico vuole il suo leader anche noi vogliamo una rappresentanza del nostro partito forte. Alfano deve rimanere vicepremier”.
I punti di scontro emersi dall’incontro tra Alfano e Renzi sono chiari: programma e composizione della squadra. Un punto di fondamentale importanza quello dell’Italicum legato al cosiddetto emendamento Lauricella, che, per l’appunto, unisce il nuovo sistema di voto al ridimensionamento dell’aula di Palazzo Madama. Il motivo? Se collegate, le due riforme non permetterebbero di andare al voto prima di un determinato arco temporale (almeno un anno e mezzo), timing che farebbe molto piacere ad Alfano, a dir poco preoccupato dalla possibilità di essere fagocitato alle urne da un Silvio Berlusconi in cerca di vendetta dopo il tradimento di Ncd e del suo ex fido Angelino.
In tal senso, tuttavia, Matteo Renzi ha detto a chiare lettere che non accetterà più né diktat né barricate degli alleati. “Io non tratto più”, avrebbe detto il premier incaricato, che poi ha spiegato di avere “altre alternative” in caso di niet da parte degli alfaniani. Quali? “Anche il voto subito” è stato il colpo a sorpresa del segretario Pd, che sa bene come ad Alfano e ai suoi le urne nei prossimi mesi rischierebbero di provocare una debacle in grado di far tramontare sul nascere il progetto fondante del Nuovo centro destra. Altre alternative? A sentire le ricostruzioni di stampa, il sindaco fiorentino starebbe pensando anche a ‘sfruculiare’ qualche grillino deluso dallo show in diretta streaming dell’altro giorno di Beppe Grillo durante le consultazioni. Di maggioranze variabili o alternative non vuol sentir parlare Schifani, che ha fiutato il pericolo prima di tutti. “Renzi ha tutto l’interesse a partire bene e con una coalizione coesa, intenzionata a fare sul serio nei prossimi anni” ha spiegato il senatore siciliano, secondo cui “ragionare su maggioranze variabili avrebbe un ritorno negativo sulla stabilità dell’esecutivo. E non gioverebbe al Paese”.
Si tratta, quindi. Così come si è trattato nel vertice notturno sulla squadra dei ministri. Alfano vuole una forte rappresentanza del Ncd e lo ha ribadito nel faccia a faccia tenutosi nella sede del dicastero degli Affari regionali in via della Stamperia alla presenza di Renzi, Delrio, Franceschini e Lupi. Fra i nodi più ostici da sbrogliare nella definizione della squadra del nascente governo ci sono i ministeri di Economia, Giustizia e Interno. “Non abbiamo parlato fino ad oggi di caselle” ha spiegato Schifani, secondo cui “Angelino, Lupi e Lorenzin hanno lavorato bene, se i tre verranno confermati sarà per questo. Così come ha lavorato bene Quagliariello che, se non dovesse entrare, lascia agli atti un importantissimo lavoro che non sarà vano per le riforme”. Il tira e molla, inoltre, non è solo sui nomi e il pedigree politico dei ministri, ma anche sulle loro caratteristiche. “Sui ministeri noi chiediamo un ministro della Giustizia che sia garantista e che voglia modernizzare un comparto così delicato – ha spiegato l’ex esponente di Forza Italia – e un ministro dell’Economia che sposi la causa della riduzione della pressione fiscale e del debito pubblico. Non ci sbilanciamo sui nomi”. In merito a unioni civili e diritto di cittadinanza, invece, per il senatore di Ncd “è evidente che ci sono delle differenti vedute e di questo – ha sottolineato – ci occuperemo prima della nascita del governo”.
CRONACA ORA PER ORA
12.05 - Gratteri al lavoro in Procura: “Io alla Giustizia? Non dico nulla”
“Sono in procura e sto lavorando. Non posso dire nulla. Nè confermo nè smentisco”. Così il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri ha risposto all’Adnkronos sulle indiscrezioni che lo vorrebbero in corsa per la carica di ministro della Giustizia. Il magistrato è, come tutte le mattine, al sesto piano del Cedir dove si trova il suo ufficio. Non ha voluto rilasciare altre dichiarazioni sulle vicende governative di queste ore.
12.01 – Fonti Pd: “Matteo Renzi atteso alle 16 al Quirinale”
11.57 – Governo, tanto rosa nella squadra di Renzi - Tante donne, come nella giunta comunale a Firenze e, in tempi più recenti, nella segreteria del Pd (anche se forse non proprio la metà, questa volta). Questa, secondo quanto si apprende da fonti dem, una delle caratteristiche della squadra che Matteo Renzi proporrà “nelle prossime ore” al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Si risolverà solo al ‘fotofinish’ il nodo che riguarda il ministero dell’Economia.
11.55 – I Popolari: “Il nostro voto di fiducia non è scontato”
11.50 – La Presse: “Alfano vicepremier senza dicastero” - Confermata la presenza di Angelino Alfano nel nuovo esecutivo del governo di Matteo Renzi con la carica, secondo quanto apprende LaPresse, di vicepremier. Per lui però non sarebbe previsto nessun dicastero.
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