Il presidente del Consiglio annuncia un patto di coalizione che "piacerà
anche ai democratici", ma ormai neppure il capo dello Stato esclude un
avvicendamento a Palazzo Chigi. I piccoli partiti alla Camera ottengono
più tempo per esaminare l'Italicum. Il segretario dem all'assemblea dei
deputati: "No a modifiche unilaterali". Direzione Pd anticipata a
giovedì.
repubblica.it
ROMA -
"Sul governo la parola è al Pd". Il presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano sintetizza così, dal Portogallo, una giornata politica
estremamente convulsa, segnata dal duello tra Enrico Letta e Matteo
Renzi sulle sorti dell'esecutivo, con l'ipotesi di una staffetta tra i
due sempre dietro l'angolo. L'esito è quindi tuttora incerto, ma le
parole del capo dello Stato segnano comunque un'importante novità visto
che non sembrano difendere più ad oltranza la sopravvivenza dell'attuale
gabinetto.
Il presidente del Consiglio era salito oggi al
Quirinale in vista della direzione Pd anticipata a giovedì, in un
ultimo disperato tentativo di scongiurare la staffetta con Renzi, che
sembra sempre più vicina. E, prima che il Capo dello Stato prenda il
volo per il Portogallo, lo incontra rapidamente al Quirinale "per
parlare delle prospettive di governo e delle scelte da fare". Più
tardi, a margine della visita alla Bit di Milano, annuncia: "Nelle
prossime ore presenterò il patto di coalizione alle forze politiche che
sostengono il governo. E sarà una proposta molto concentrata sui temi
economici che convincerà tutti i partiti, anche il Pd". Letta chiarisce
anche che non è in atto alcun duello con Matteo Renzi: "E' un
collegamento sbagliato - spiega- stiamo lavorando per venire incontro a
una situazione di difficoltà del paese, l'Expo è una grande occasione
per creare posti di lavoro". E sul suo futuro da premier Letta dà una
risposta 'manzoniana': "La provvidenza agirà sul destino mio e del
governo".
Appuntamento all'alba. I
due, stando ad indiscrezioni trapelate in serata, potrebbero vedersi
domani mattina all'alba per una faccia a faccia chiarificatore, anche se
in serata da ambienti vicini a Palazzo Chigi è trapelata l'intenzione
del premier a tenere duro. Impressione confermata dal Domenico Delrio.
"Mi pare che in questo momento Letta non pensi alle dimissioni, ma che
voglia mettere sul piatto le sue proposte", ha detto il ministro degli
Affari Regionali a Otto e Mezzo.
L'ipotesi staffetta. Ma la possibilità di un governo Renzi sembra suffragata da nuove rivelazioni. Il fondatore di Repubblica Eugenio Scalfari
regala infatti alla platea di un convegno su Enrico Berlinguer,
nell'auletta dei gruppi della Camera, un retroscena di primissima mano sull'incontro di ieri sera fra Napolitano e il segretario Pd:
"Stando a quanto trapela dalla cena di ieri, Napolitano vorrebbe che il
governo si ripresentasse in Parlamento, alle Camere con la visione di
Renzi". "Avendolo sentito stamane - continua Scalfari - il Capo dello
Stato ha detto a Renzi: Prendo attenta nota dei tuoi desiderata, poi
consulterò le altre parti e prenderò la decisione più opportuna al
Paese".
Anche il capogruppo alla Camera di Scelta civica Andrea Romano,
parlando a Sky Tg24, lascia trapelare l'ipotesi di una staffetta:
"Enrico Letta è uomo di grande esperienza e sensibilità istituzionale -
dice Romano- Sono sicuro che lui per primo comprenda l'esigenza di
voltare pagina davvero, aprendo una nuova fase della storia politica di
questo paese e arrivando rapidamente ad un nuovo governo che sia guidato
anche da un'altra personalità".
Chi si oppone ad un'eventuale staffetta è invece Forza Italia, "perché - dice Renato Brunetta
- di fatto avremmo, in poco più di due anni, il terzo presidente del
Consiglio senza legittimazione popolare". "L'accordo tra Berlusconi e
Renzi - aggiunge - riguardava la legge elettorale e le riforme
istituzionali. Noi continuiamo a volere realizzare quanto pattuito. Si
approvi al più presto la legge elettorale e si avviino le riforme
istituzionali, senza perdere altro tempo. Che Letta governi, se ne è
capace, e che il Pd lo sostenga, se lo ritiene ancora opportuno. In caso
contrario, lo ripetiamo, si faccia la nuova legge elettorale e poi si
ritorni al popolo sovrano".
Sul tema interviene anche il vicepremier Angelino Alfano,
che ripete un concetto già espresso più volte in questi giorni: "Il Pd
dica con chiarezza se intende continuare a sostenere o meno il governo
Letta- afferma il leader di Ncd - Se il Pd non dà una appassionata e
sincera disponibilità a rilanciare l'azione del governo, allora si
complica un po' la situazione". E assicura: "Ho sentito Letta e gli ho
detto che siamo pronti ad andare avanti".
Italicum in aula martedì prossimo.
Intanto l'approdo in aula alla Camera della riforma elettorale subisce
un nuovo rinvio. E' stata concessa una settimana di tempo per la
presentazione dei subemendamenti ai tre nuovi emendamenti del relatore
Francesco Paolo Sisto depositati alla legge elettorale. E' quanto è
emerso al termine del comitato dei 9 della commissione Affari
Costituzionali dove le modifiche di Sisto sono state approvate a larga
maggioranza, con il sì di Fi, Pd, Scelta civica e con l'"adesione
tecnica" di Ncd. Hanno votato contro Popolari per l'Italia, M5s, Lega,
Centro democratico, Fdi. La proposta di rinvio è stata approvata
all'unanimità dalla Conferenza dei capigruppo. L'Italicum approderà
dunque in aula per il voto martedì pomeriggio. E' stato fissato anche un
nuovo termine per i subemendamenti: dovranno essere presentati entro
venerdì 14 alle ore 12.
I tre emendamenti del relatore - due
sugli 'algoritmi' per la distribuzione dei seggi alla Camera e al senato
e uno sulle soglie di sbarramento, al 37% e al 4,5%, così come da
accordo nella maggioranza - per i 'piccoli' comportano dei cambiamenti
all'impostazione della riforma e, quindi, necessitano di più tempo per
valutarne le conseguenze. Il nodo, oltre che tecnico - la ripartizione
dei seggi - è anche politico: c'è, infatti, la questione del prosieguo
del governo, con la direzione del Pd convocata per giovedì 13.
L'incontro Renzi-deputati Pd.
Questa mattina, infatti, Matteo Renzi ha incontrato i deputati del
partito nella sede Pd: "Se salta la legge elettorale salta l'Italia. E
giovedì si decide sul governo" ha detto il segretario, che ieri sera ha incontrato il capo dello Stato, Giorgio Napolitano.
Ad
aprire i lavori il capogruppo Roberto Speranza che ha subito
evidenziato il "passaggio delicato" che inizia oggi alla Camera con il
voto sugli emendamenti alla riforma elettorale. Le elezioni a breve
sarebbero "un errore" per il capogruppo: "Noi non dobbiamo rinunciare
all'idea che questa legislatura possa produrre cambiamento e riforme.
Penso che sia l'ipotesi di voto subito sia tra pochi mesi siano ipotesi
sbagliate, rappresenterebbero sconfitta per tutti noi". "Abbiamo
bisogno di un Parlamento - ha concluso il capogruppo - che vada fino in
fondo e di un governo forte".
Il leader: "Niente modifiche unilaterali".
"L'Italicum è la risposta della politica alla crisi istituzionale, ma a
è anche la risposta a spinte economiche e sociali". Così il segretario
Pd ha esordito davanti ai suoi parlamentari. Insistendo sul fatto che
"non serve solo la legge elettorale, ma anche la riforma del Senato e
del Titolo V per dare una risposta della politica". Ha poi aggiunto: "Le
regole si scrivono insieme. Abbiamo provato a coinvolgere Grillo e
abbiamo ricevuto risposte sprezzanti", e proprio su un'azione condivisa
ha avvertito che il testo "frutto di un accordo tra alcuni partiti, non
può essere modificata in modo unilaterale", Il segretario Pd ha quindi
citato il premier Letta: "Io mi fido della squadra del Pd: o questo
passaggio lo portiamo a casa o salta l'Italia. Non è un passaggio
semplice, si deve uscire come squadra, o lo portiamo a casa, o si
indebolisce tutto il Paese".
Governo, direzione anticipata al 13 febbraio.
Matteo Renzi ha confermato all'assemblea dei deputati del Pd la scelta
di anticipare al 13 febbraio la direzione del partito dedicata al
governo. Un segnale che i tempi per capire cosa accadrà a Palazzo Chigi
stringono. La riunione era stata in origine fissata al 20. "All'esigenza
di tenere insieme legge elettorale e riforme non basta rispondere con
un emendamento. La domanda è: il governo così com'è aiuta le riforme o
no?", ha detto Renzi. "Non c'è un problema tra Pd e governo, noi siamo
sempre stati leali", ma il tema "è politico e per questo chiedo di
anticipare al 13 la Direzione". La minoranza Pd aveva chiesto
un emendamento
per legare l'entrata in vigore della riforma elettorale alla modifica
del bicameralismo. "La macchina ha una direzione chiara - ha detto
ancora Renzi-. La batteria è scarica: decidiamo se va cambiata o
ricaricata. Il punto è se questa legislatura è nelle condizioni di
utilizzare l'81% che le rimane davanti".
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mercoledì 12 febbraio 2014
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