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Un grafico dimostra che i
regali più generosi ai furbetti del Fisco sono arrivati dalla coppia
Berlusconi-Tremonti, che ha cancellato tutti i tentativi della sinistra
di combattere gli evasori. di Francesco Tamburini
L’Italia è il primo mercato di beni di lusso in Europa, il sesto consumatore al mondo di champagne
e ha oltre il 5% della ricchezza del pianeta. Ma si tiene stretta un
altro triste record: un’evasione fiscale che incide sul 27% delle
entrate fiscali. Un caso unico al mondo, quello italiano, a cui si è
potuti arrivare soltanto grazie alla complicità dei governi, disposti a
tutto pur di aiutare a evadere i lavoratori autonomi, che considerando anche i familiari rappresentano un bacino elettorale prezioso da oltre 10 milioni di voti. E dove la medaglia d’oro va a Silvio Berlusconi, che con l’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha cancellato i tentativi della sinistra di combattere l’evasione.
“In
tutti i governi di centrodestra sale la differenza tra pressione
fiscale apparente ed effettiva, l’indicatore più utilizzato per misurare
l’evasione fiscale, mentre con i governi di centrosinistra succede il contrario”, afferma Stefano Liviadiotti, giornalista de L’Espresso, che nel libro “Ladri, gli evasori e i politici che li proteggono” edito da Bompiani ha ricostruito il legame tra governi ed evasione, arrivando alla conclusione che “il campione è senza dubbio Berlusconi”.
La sinistra cerca di combattere l’evasione, B. passa un colpo di spugna
Decisivo contro la lotta all’evasione è stato il maxi condono del 2002-2004, “che ha regalato dieci anni dopo 4 miliardi di euro ai furbetti della dichiarazione”, spiega Liviadiotti. “Passati due anni, Romano Prodi ha introdotto con Pierluigi Bersani
l’obbligo per i liberi professionisti di pagamento tracciato e di
versamento in un fondo dedicato. Provvedimenti che, quando sono stati
introdotti nel 2006, hanno portato a una crescita del Pil del 3,9% e a
un aumento dell’imposta sul reddito dei lavoratori autonomi
pari al 12,1 per cento. Ma Tremonti ha presto fatto saltare queste
norme e nel 2008 il Pil è cresciuto soltanto dell’1,35%, mentre
l’imposta sul reddito dei lavoratori autonomi è scesa del 2,97 per
cento”.
Il voto dei lavoratori autonomi, però, non interessa
soltanto al centrodestra. “Tutti i partiti stanno molto attenti perché
sanno che si tratta di voti preziosi e stanare gli evasori vuol dire
perdere il loro consenso”, prosegue il giornalista. “La conferma è stata
la reazione al redditometro, annunciato dall’Agenzia delle entrate nel 2013: l’allora premier Mario Monti
parlò di una bomba a orologeria piazzata da Berlusconi sotto Palazzo
Chigi, mentre Bersani prese subito le distanze per non perdere voti e Beppe Grillo incitò le folle a dare direttamente fuoco a Equitalia“. Non è da escludere neanche l’attuale presidente del Consiglio, Enrico Letta, che poco più tardi finì per far saltare la famigerata Imu.
Il M5s scalza il centrodestra e diventa il partito preferito dagli evasori
Ed è proprio il Movimento 5 Stelle
che a un certo punto è diventato il “partito di riferimento” degli
evasori. “Nel 2008 il 56,7% di imprenditori e liberi professionisti ha
votato il centrodestra e al centrosinistra è andato il 34,4% dei voti.
Berlusconi, però, è stato poi costretto ad appoggiare Monti, che ha
basato per due terzi il suo programma su aumenti di tasse.
Ed è qui che commercianti e liberi professionisti si sono sentiti
traditi dal Cavaliere e hanno votato per Grillo. Nel 2013, infatti, il
25% degli imprenditori ha votato per il M5s, il 23% per il
centrosinistra e solo il 17% dei consensi è andato al centrodestra”.
I regali dei politici hanno portato a un’evasione stimata in Italia di 180,2 miliardi all’anno,
circa un quinto dei soldi sottratti al Fisco in tutta Europa. “Nel 2009
(ultimo dato disponibile) gli italiani hanno speso 918 miliardi ma ne
hanno dichiarati solo 732 miliardi lordi”, spiega Liviadiotti,
precisando che – per fare alcuni esempi – “solo considerando la mancata
emissione degli scontrini (e non considerando i prezzi gonfiati), i dentisti evadono 639 milioni, gli avvocati 387 milioni e gli idraulici
312 milioni”. Un fenomeno che danneggia prima di tutto gli italiani
dipendenti e i pensionati, che “pagano 3.200 euro all’anno a causa
dell’evasione”. Secondo Confindustria, infatti, se tutti pagassero le
tasse gli italiani dovrebbero al Fisco il 16% in meno.
518 italiani dichiarano meno di 20mila euro, ma possiedono un jet privato
Tutto
questo avviene sotto gli occhi del Fisco, “consapevole che 518 persone
dichiarano meno di 20mila euro l’anno e possiedono un jet privato: è quindi chiaro che manca la volontà di lottare l’evasione”, aggiunge il giornalista. Ben diverso è quanto accade negli Stati Uniti,
dove il rapporto tra richezza e reddito è di otto a uno, mentre in
Italia è di cinque a uno. “Se avessimo i controlli del Fisco severi come
negli Stati Uniti avremmo 56 miliardi di gettito in più all’anno”,
conclude Liviadiotti, sottolineando che “i lavoratori autonomi italiani
sono 5 milioni e i controlli annuali solo 200mila. Quindi un imprenditore sa di poter essere beccato una volta ogni 25 anni.
E anche in questo caso non succede nulla. Su 50mila evasori denunciati
tra il 2005 e il 2010, infatti, ci sono stati meno di mille arresti”.
Il
seguente grafico, tratto dal libro, mostra come è variata negli anni la
forbice tra pressione fiscale apparente ed effettiva, ovvero un
indicatore usato dagli economisti per misurare l’evasione
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domenica 16 febbraio 2014
Evasione fiscale, quando governa B. gli italiani truffano meglio: ecco la prova
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