sabato 15 febbraio 2014

"Dovrebbe scusarsi e confrontarsi con tutti i giovani". Una lettera a John Elkann

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Gentile John,
è di ieri la sua dichiarazione: ”Il lavoro c’è ma i giovani non sono così determinati a cercarlo. ci sono tantissimi lavori nel settore alberghiero, tantissima domanda di lavoro ma c’è poca offerta perché i giovani o stanno bene a casa o non hanno ambizione”.
Una frase che è rimbalzata su internet nell’immediato. C’è qualcosa di riprovevole nelle sue parole, a cominciare dalla mancanza di rispetto nei confronti di tutti i giovani a cui si è rivolto. Ma anche da una superficialità che emerge rispetto alle condizioni di questo paese, e di tutti questi giovani, ma anche meno, che ogni giorno fanno i conti con la crisi, la cig, la disoccupazione, la precarietà. Tutte condizioni che, in modo evidente, portano a rinunce molto forti, la più grande delle quali è “l’essere adulti nell’età in cui siamo uomini e donne da tempo” e molto spesso costretti – badi bene, dico costretti – a vivere come si viveva quando si era studenti.

Ma noi aspiriamo alla serenità nelle ore comuni, e di questi tempi, mi creda, è questa un'ambizione altissima; e comunque, mentre sogniamo, lottiamo per il lavoro che amiamo, non pagato, pagato male, pagato in nero, pagato “precario”, per dirla come mi va.


Capitano giorni, settimane dure, con poche risorse economiche, ma neanche questo ci impedisce di cambiare il nostro obiettivo.

Non tutti, dovrebbe saperlo, hanno la fortuna - o la sfortuna, dipende da come la si vede - di "essere figli, nipote, amico di". Io, per esempio, quando a me chiedono se sono parente dei principi "borghese", o di alessandro borghese, o di alessandra borghese, o del pittore, e altri... insomma rispondo di “no”. E rispondo con orgoglio, aggiungo che sono figlia di mio padre e di mia madre, e molto anche di maria montessori.

E so che se non avessi la mia famiglia, la mia storia, probabilmente non starei qui ad amare nel profondo quello che amo, per cui lotto e lavoro ogni giorno sperando di raggiungere il giusto per continuare a vivere lavorando per l'editoria. forse non avrei gli stessi valori che oggi mi guidano e che ogni volta che casco mi consegnano la forza per tirarmi su e ricominciare dal punto in cui mi sono fermata per un attimo; qualche volta a chiedermi se ne vale la pena ancora.

Bene, ogni volta che me lo sono chiesta ho trovato ragioni ed energia per proseguire, e non sono stati mai motivi economici.

Persone come Lei dovrebbero misurarsi con quelle che vivono e subiscono la crisi ogni giorno, ma che ogni giorno sono in piedi, non grazie a un cognome che li sostiene, ma alla speranza che il merito si acquisisca negli anni con l'impegno e il lavoro costante in quello che si ama.
Siamo ostinati, sono ostinata, voglio vivere di quello che amo, voglio amare quello che voglio, nulla che mi venga imposto. Continuare a lottare e lavorare per l’editoria indipendente, a scrivere, portando in giro i miei libri, tenendo fede soprattutto ai miei obiettivi.

Ecco perché talvolta giovani come me, forse non più neanche troppo giovani, tengono stretti i loro sogni e con essi proseguono la strada, perché non è un cognome a consegnare lavoro, ma quello che si fa nel tempo, con costanza, impegno, fatica, notti e giornate intere a lavorare; ed è un vero peccato che il valore della vita venga confuso con quello dei soldi.
E’ un peccato che uomini della sua età, quasi la mia, non sappiano confrontarsi con il resto del mondo, ma ne parlano quasi come un’entità estranea, forse tenendo a mente per superficialità solo i propri simili. E con simili intendo, non il popolo, la massa, ma una casta.

Io continuerò ad aspirare alla serenità nelle ore comuni, a vivere con il lavoro che amo, proseguirò la mia strada, la mia lotta, e terrò sempre stretta al cuore e nella mente la mia famiglia, lo sguardo e le lotte di chi ogni giorno è in strada per un lavoro, per una casa, per i propri diritti.
Perché senza questa consapevolezza e questo sguardo in modo probabile oggi sarei una persona con altri valori. Ma preferisco i miei e proseguire con essi. Dovrebbe scusarsi con tutti i giovani, anche con i meno giovani. Scusarsi e confrontarsi con tutto il resto dell’umanità.

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