domenica 16 febbraio 2014

Caso Aldrovandi, Ferrara in piazza. Il padre di Federico: “Non vogliamo patiboli”


A reggere lo striscione “#vialadivisa” ci sono Patrizia Moretti, Ilaria Cucchi, Lucia Uva, Domenica Ferulli e altre madri, sorelle, figlie di chi oggi non c’è più. Dietro di loro almeno tremila persone. "Non credo sia una richiesta così incredibile volere che chi commette atti così aberranti non possa più indossare una divisa" dice Lino Aldrovandi

marco zavagli
Caso Aldrovandi, Ferrara in piazza. Il padre di Federico: “Non vogliamo patiboli”
Sono tutti in prima fila i parenti delle “vittime di Stato”. A reggere lo striscione “#vialadivisa” ci sonoPatrizia Moretti e Lino Aldrovandi, Ilaria Cucchi, Lucia Uva, Domenica Ferulli e altre madri, sorelle, figlie di chi oggi non c’è più. Dietro di loro almeno tremila persone. Tutti a Ferrara a manifestare per chiedere che i quattro poliziotti condannati in via definitiva per l’omicidio colposo diFederico Aldrovandi non indossino più la divisa della Polizia di Stato. 
“Sono stati condannati e le divise vanno tolte – afferma Lucia Uva -. E questo lo chiedono anche tante altre vittime dello Stato”. “Questo è un segnale forte – aggiunge Ilaria Cucchi – un segnale chiaro e coraggioso. Federico con la sua morte assurda e terribile ha aperto la strada a tutti noi e Ferrara è stata un esempio di civiltà. Senza il coraggio della madre i nostri processi non ci sarebbero stati”. Poi le prime parole di patrizia Moretti, la madre del ragazzo, che attraverso un blog fece conoscere la sua storia a tutta l’Italia: “Non mi aspettavo che i quattro poliziotti tornassero al lavoro e non mi basta il fatto che non siano sulla strada, sulle volanti. Il reintegro significa che quello che hanno fatto è tutto sommato consentito”. E questo a maggior ragione dopo che il Viminale ha reso note le motivazioni delle sanzioni disciplinari per i quattro poliziotti: in estrema sintesi, le negligenze compiute quella notte in via Ippodromo e successivamente il comportamento tenuto prima, durante e dopo il processo non costituiscono un disonore alla divisa 
“Non pensavamo – commenta la Moretti – che tutto si concludesse in una bolla di sapone. Nel momento in cui le istituzioni sono state chiamate a fare una scelta, hanno deciso per l’ingiustizia. Hanno deciso per il reintegro delle persone che hanno ucciso mio figlio. Questo è un segnale pericoloso e avvilente per me e per le famiglie che sono qui oggi. Significa che il comportamento di chi ha ucciso Federico è ammesso. Significa che se ammazzi la gente poi torni in sevizio. Ecco, io questo non lo accetto”. 

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