lunedì 28 maggio 2018

Governo "Temporaneo". Carlo Cottarelli al Quirinale per l'incarico a premier: "Porterò il Paese al voto".

L'economista ex Fmi fissa due tempistiche: Se avrà la fiducia farà la manovra e si voterà a inizio 2019. Se non avrà la fiducia, voto a settembre.

Risultati immagini per cottarelliTocca a Carlo Cottarelli. Il presidente della Repubblica ha affidato a lui l'incarico di formare un Governo e Cottarelli, come da prassi, ha accettato "con riserva".
"Sono molto onorato, naturalmente ce la metterò tutta" ha detto il premier incaricato, spiegando che Sergio Mattarella gli ha chiesto di "portare il paese a nuove elezioni" e presenterà "in tempi molto stretti la lista dei ministri". Cottarelli indica due tempistiche: "in caso di fiducia" il Governo affronterà "l'approvazione della legge di bilancio per il 2019, per poi andare a elezioni a inizio 2019"; invece, "in assenza di fiducia il governo si dimetterebbe immediatamente, il suo compito sarebbe l'ordinaria amministrazione" con "elezioni dopo il mese di agosto".
Cottarelli ha assicurato la "neutralità completa rispetto al dibattito elettorale", aggiungendo una promessa: "Mi impegno a non candidarmi e chiederò un simile impegno a tutti i membri del governo".

Poi un passaggio sui temi economici più caldi: "Negli ultimi giorni sono aumentate le tensioni sui mercati finanziari, lo spread è aumentato, ma l'economia italiana è in crescita e i conti pubblici rimangono sotto controllo. Un governo da me guidato assicurerebbe una gestione prudente dei conti pubblici". Inoltre, per i rapporti con l'Europa", Cottarelli dice che "un dialogo con l'Ue in difesa dei nostri interessi è essenziale, possiamo fare meglio del passato, ma deve essere costruttivo", mentre "il nostro ruolo nell'Ue resta essenziale, come la nostra continua partecipazione all'area euro".
L'economista, trolley e zainetto al seguito, è arrivato al Quirinale, come previsto, attorno alle 11.30. Sergio Mattarella si affida a lui per superare l'impasse politica dopo il tentativo fallito da Giuseppe Conte a seguito del veto del capo dello Stato su Paolo Savona ministro dell'Economia.

Nato a Cremona nel 1954, dopo venticinque anni al Fondo Monetario e sei alla Banca d'Italia, Carlo Cottarelli ha ricoperto l'incarico di commissario alla spending review per il governo per un anno. Il conto dei tagli possibili arrivò a 32 miliardi. L'incarico si concluse con un corposo dossier di risparmi possibili e qualche amarezza che l'aveva portato a sottolineare più volte gli ostacoli incontrati sulla strada della revisione della spesa. Nel novembre del 2014, però Cottarelli lasciava e faceva ritorno al Fmi su nomina del Governo Renzi, come direttore esecutivo nel board. L'amore per il rigore dei conti però non si è interrotto e dal 30 ottobre 2017 è il Direttore dell'Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani dell'Università Cattolica di Milano. Laureato a Siena e alla London School of Economics, Cottarelli, pur lavorando a Washington dal 1988 quando entrò al Fondo Monetario dopo la Banca d'Italia e una breve esperienza all'Eni, ha sempre seguito con attenzione gli affari italiani.
Critiche invece le sue posizioni nei confronti del contratto Lega-M5S. Un programma che aveva detto pochi giorni fa "comporta un aumento del deficit pubblico particolarmente elevato e le coperture non sono individuate in maniera chiara".

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