Il ddl Nordio è diventato legge e ha cancellato il reato di abuso d’ufficio, oltre a limitare quello di traffico di influenze e l’uso delle intercettazioni. Per Roberto Scarpinato, ex magistrato e senatore M5s, questo conferma che il governo Meloni costruisce “una giustizia per i potenti e una giustizia per il popolo”. Lo ha spiegato in un’intervista a Fanpage.it.
(Luca Pons – fanpage.it)
Con il ddl Nordio, approvato dal Senato e diventato definitivamente legge, in Italia non esiste più il reato di abuso d’ufficio. È una riforma che i sindaci di diverse parti politiche chiedevano da tempo, e che il centrodestra ha salutato come un cambiato in direzione garantista, contro un reato che causava moltissime indagini – con annessa gogna mediatica – poi archiviate. Per Roberto Scarpinato, ex magistrato antimafia e oggi senatore del Movimento 5 stelle, la situazione è ben diversa. Scarpinato aveva già raccontato a Fanpage.it come nelle riforme del governo Meloni ci fosse un disegno mirato a creare un sistema di giustizia che privilegia i potenti. Con l’approvazione della legge Nordio, secondo il senatore, “l’Italia è diventata la patria della corruzione”.
L’abolizione del reato di abuso d’ufficio è così grave?
È un grave acceleratore della decadenza di questo Paese. Siamo in un nuovo feudalesimo.
Nel feudalesimo esistevano tribunali speciali che erano riservati ai ceti privilegiati, e il tribunale comune che era riservato al popolo. Ora stanno realizzando, attraverso complesse operazioni tecniche che l’opinione pubblica fatica a capire, un doppio regime.
Uno per i privilegiati e uno per gli altri?
Un diritto penale per i colletti bianchi – che sono autorizzati a fare quello che vogliono, non devono pagare nessun prezzo per i loro abusi e sono sottratti alla possibilità di un controllo penale – e un diritto penale riservato alla gente comune, che è spietato. Lo stesso Nordio che ha fatto una crociata contro le intercettazioni, poi ha firmato il disegno di legge che prevede le intercettazioni per il reato di accattonaggio, o anche il reato di rave.
Che effetto avrà, concretamente, il ddl?
È come mettere il turbo alla macchina del voto di scambio, cioè l’abuso del potere pubblico per favorire quelli che mi portano voti e per penalizzare quelli che non me ne portano. Dò l’appalto all’imprenditore che mi vota, dò la commessa per la mensa scolastica a quello che mi vota: così prolifera chi utilizza il proprio potere esclusivamente per coltivare la propria clientela.
E ancora, assumo nella pubblica amministrazione non per meritocrazia, ma per nepotismo e clientelismo. Quel sistema che ha contribuito alla caduta di qualità della classe dirigente di questo Paese. È anche uno schiaffo in faccia a tutti i giovani che studiano e si impegnano ma sono penalizzati rispetto a quelli che hanno protezioni da parte di lobby e amici degli amici.
Non ci sono altri reati per punire chi, ad esempio, assegna gli appalti in cambio di voti?
No, perché non è corruzione se non c’è scambio di denaro. Tutti questi comportamenti, e potrei fare decine di esempi, venivano sanzionati tramite l’abuso di ufficio. E a questo bisogna aggiungere il traffico di influenze, che hanno ridimensionato. Così, i cittadini cominceranno a sperimentare lo Stato individuandolo nei volti di centinaia e centinaia di funzionari che potranno prevaricarli, se non li votano o non seguono le loro richieste.
Con il dl Carceri il governo ha reintrodotto il reato di peculato per distrazione. È una ‘pezza’ per compensare la cancellazione dell’abuso d’ufficio?
Per come l’hanno introdotto, lascia impunita tutta una serie di reati.
Ad esempio?
Oggi se uno utilizza la macchina dell’ufficio per andare a fare la spesa commette un reato, ma non lo sarà più. Perché hanno previsto che è reato solo se uno viola una legge di rango primario. Ma siccome il modo in cui vengono utilizzate le macchine in ufficio viene regolato da circolari, e non da leggi di rango primario, non sarà più reato. E ancora: il reato c’è soltanto se tu distrai del denaro. Se invece prendi una squadra di operai per aggiustarti la villetta, non è reato.
In più con questa riforma il peculato per motivi egoistici, in cui l’amministratore distrae i soldi pubblici dalle finalità istituzionali per finalità private, invece di essere punito da 4 a 10 anni di carcere potrà essere punito da 6 mesi a 3 anni, come hanno evidenziato professori di diritto penale sentiti come esperti. Come dicevo, procedono attraverso questi tecnicismi difficilissimi da cogliere per l’opinione pubblica. E costruiscono una giustizia per i potenti e una giustizia per il popolo. Questo spiega anche perché la crisi delle carceri è irreversibile.
Qual è il collegamento con le carceri?
Le nostre carceri sono popolate esclusivamente da persone che appartengono ai ceti più bassi della nostra società: i colletti bianchi hanno costruito un diritto che consente loro di non entrare mai in carcere. Se vogliamo rendere il carcere civile, dobbiamo metterci anche colletti bianchi. Com’è possibile che in Italia non ci sia una quota statisticamente rilevante di colletti bianchi? Abbiamo un quinto di quelli che ci sono in Germania. È chiaro che fino a quando ci sono soltanto i poveri li lasceranno a marcire in condizioni di invivibilità, perché tanto il problema loro se lo sono risolto.
Cancellare il reato aumenta i rischi di infiltrazioni mafiose nei Comuni?
È un semaforo verde per le mafie. Prima i sindaci e pubblici amministratori potevano dire ai mafiosi o alle lobby che avevano le mani legate dalla legge. Ora le mafie sanno che hanno il potere di fare quello che vogliono, e non potranno più opporre resistenza. Naturalmente, le mafie cercheranno di mettere le mani su tutti i centri di spesa. In un piccolo Comune bastano 400-500 voti per avere un assessorato, in una Regione ne bastano 8-9mila.
A proposito di spesa pubblica, in questi anni l’Italia ha ricevuto e continuerà a ricevere miliardi di euro di fondi legati al Pnrr. Senza abuso d’ufficio potrebbe aumentare la corruzione?
Se finora la quota di risorse pubbliche che va ad alimentare la corruzione è del 25%, adesso potremmo anche arrivare al 40%. Dobbiamo cominciare a pensare che dei fondi strutturali europei e del Pnrr il 40% finirà a finanziare il voto di scambio, la corruzione… per questo dico che è un acceleratore della decadenza del Paese.
Adesso migliaia di indagini e processi si chiuderanno, perché non hanno più un reato da perseguire.
Non solo: dovremo riabilitare 3.600 abusatori di potere pubblico che sono già stati condannati in via definitiva. Del resto siamo il Paese che ha elevato a personaggio simbolo di virtù repubblicane Berlusconi, per cui è stato dichiarato il lutto nazionale e a cui viene dedicato un aeroporto.
Proprio a Berlusconi è stata dedicata anche l’approvazione della legge Nordio, da parte di Forza Italia. Sostengono che sia una vittoria per il garantismo.
Questa norma va molto al di là di una polemica tra giustizialisti e garantisti. Anche perché ormai si è capito che questa contrapposizione è falsa. Una classe politica che indossa la maschera del garantismo quando si tratta di colletti bianchi, e poi diventa spietatamente giustizialista quando invece si tratta di reati della gente comune, dimostra che ha creato una giustizia castale.
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