domenica 7 luglio 2024

I croccantini degli sconfitti

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Mentre cominciano a venire fuori le atrocità commesse dalle truppe americane presenti in Ucraina sotto forma di volontari o consiglieri,  si allarga l’abisso psicotico in cui sta sprofondando l’Occidente che non è in grado di vincere la guerra, ma nemmeno è capace di riconoscere la sconfitta: si trova dunque in un “punto zero” alla  Kierkegaard caratterizzato da una totale indecisione e dunque anche da un collasso cognitivo. Volendo fornire un esempio illuminante si potrebbero prendere le parole di Antonio Tajani sulla visita di Orban a Putin. Forse qualcuno si stupirà di questa scelta così infelice, ma è proprio la nullità del personaggio che fa al caso nostro. Vedete, Schopenhauer aveva molto a cuore il suo cagnolino che chiamava Atma, (anima del mondo in sanscrito), perché manifestava in maniera trasparente le sue pulsioni senza la mediazione intellettuale.

Ora facciamo che Tajani sia il nostro cagnolino in grado di esprimere la vacua inettitudine europea senza che intervenga l’intelligenza a complicare l’analisi. Secondo lui “L’Unione europea è per la pace, ma non per la resa a Putin. La proposta di Putin è una farsa, ben vengano dialogo e confronto, ma noi continueremo ad aiutare l’Ucraina.”  Come si vede, questo accrocchio di parole non vuole dire nulla e dimostra solo l’esistenza delle corde vocali del signor Tajani, ma in sottofondo esprime anche l’impossibilità di concepire la sconfitta. Putin non può mettere condizioni perché non può vincere e solo l’Occidente può fare la pace che esso concepisce solo come atto finale di guerra.

Malauguratamente per Atma Tajani e per la vasta serie di nulliformi impegnati nel tentativo di creare una matrice di irrealtà, la guerra è comunque persa ed è persa sempre più ogni giorno che passa: pensare che continuando a fornire armi la situazione possa cambiare è una speranza vana perché l’Ucraina scarseggia di uomini da mandare al massacro e non è nemmeno in grado di compiere una qualche azione offensiva che possa essere da pretesto per arrivare a un tavolo della pace in condizioni meno pietose. Come tutte le illusioni essa si aggrappa a qualunque menzogna pur di non precipitare.  Così si fa finta di credere a Zelensky quando parla di 14 brigate completamente equipaggiate e addestrate che aspettano solo nuove armi per entrare in azione. Sembra di assistere a una riedizione dell’armata Steiner che avrebbe dovuto spezzare l’accerchiamento di Berlino. Ma anche se davvero ci fossero queste 14 brigate cosa potrebbero fare contro lo schiacciasassi russo che ogni giorno conquista nuove posizioni e terrorizza i soldati ucraini con i droni e le bombe guidate?

Non si tratta di avanzate fulminanti, la Russia non ha fretta e non vuole perdere troppi uomini anche se il numero dei suoi caduti è enormemente inferiore a quello degli ucraini. Si accontenta di infliggere perdite massicce ai difensori del regime di Kiev mentre avanza con cautela: l’Ucraina viene metodicamente demolita, ma gli occidentali si rifiutano di accettare questo fatto e in tal modo non fanno che aumentare le dimensioni della propria disfatta. Inoltre avviene sempre più spesso che interi reparti ucraini si arrendano e uno di questi ha addirittura traversato il Dneper per consegnarsi ai russi. Queste defezioni, sempre più numerose,  stanno terrorizzando il milieu della guerra perché possono far temere  un crollo improvviso del regime, tra l’altro ormai in mano al battaglione Azov, mentre invece si spera di arrivare alle elezioni americane in fase di stallo, altro concetto fasullo con il quale si è esercitato per mesi l’onanismo occidentale.

Non esistono guerre a somma zero ed è proprio questo che è insopportabile da accettare, anche perché al ceto politico che ci ritroviamo verrebbero a mancare i croccantini. E allora un sommesso bau bau potrebbe essere la  dichiarazione finale.

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