venerdì 19 luglio 2024

Eurasia

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Dopo la scontata, ma non per questo meno scandalosa, elezione di von der Leyen a capo di quel sinedrio di potere chiamato Commissione europea, il continente sta sprofondando nel non senso. Non senso politico ed economico, non senso sociale e vista la situazione generale non senso bellico. Forse prima di tutto occorrerebbe chiarire che se il Parlamento non avesse dato garanzia di votarla – come è già successo con Barroso – non sarebbe successo nulla, si sarebbe stabilita una nuova data per l’elezione a settembre – ottobre per dare il tempo di acquisire nuovi voti con una campagna acquisti e se anche questa manovra fosse fallita si sarebbe rinviato ancora. Il Parlamento di Strasburgo non può votare qualcun altro perché il suo ruolo è solo consultivo e un’assemblea con 160 partiti appartenenti a 27 nazioni è facilmente dominabile qualunque sia l’esito delle elezioni europee. Noi siamo un dominion degli Usa e questa realtà si riflette anche nella costruzione di istituzioni insensate e perciò facilmente controllabili.

Certo la bocciatura di Ursula avrebbe aperto un baratro politico che tuttavia non avrebbe possibilità di essere risolto all’interno delle istituzioni europee, ma si rifletterebbe sui governi nazionali che sono a loro volta gli autori di una scelta così disgraziata. Ecco perché sprofondiamo allegramente nel non senso. Ci sono avvenimenti molto più importanti di questa elezione snobbata dall’informazione internazionale che punteggiano questa estate: per esempio la conferenza della Sco ad Astana. Assieme ai Brics, la Shanghai Cooperation Organization, nata all’indomani dell’11 settembre, è diventata uno dei punti chiave del mondo multipolare e multinodale. Nel recente vertice di Astana hanno partecipato i 9 membri che includono, tra l’altro, Russia, Cina, India, Pakistan e Iran, più il nuovo arrivato la Bielorussia e osservatori interessati come la Turchia e l’Azerbaigian. Insomma si è riunito a un tavolo il mondo che non ne può più dell’ordine mondiale basato su regole sempre variabili e fondate sugli interessi del momento.

Essi stanno mettendo in piedi un nuovo sistema di sicurezza dell’Eurasia ( ecco perché le truppe cinesi in Bielorussia). Questi Paesi ritengono che non sia più possibile un ordine internazionale fondato essenzialmente sulla Nato come poliziotto armato del mondo perché è incentrato solo sull’Occidente, mentre le altre regioni del mondo che sono fra l’altro di gran lunga le più popolose e con economia reale in crescita, vengono completamente ignorate e possibilmente sfruttate. Quindi ora propongono l’indivisibilità del sistema di sicurezza per tutta l’Eurasia, dove anche i Paesi dell’Europa sono benvenuti. La geopolitica delle partnership sta cambiando completamente la mappatura tradizionale della geopolitica classica e l’impero americano non è più in grado di controllare l’Asia, sia l’Hearthland che il Rimland (la zona costiera dell’Eurasia come si può vedere dalla cartina in apertura del post ) e competere con troppi avversari contemporaneamente. Anzi a questo punto un avversario basta avanza e come dimostra il conflitto ucraino. Nei prossimi anni assisteremo alla convergenza dell’intero continente euroasiatico grazie a organizzazioni multipolari e multilaterali, come Brics, Sco, le operazioni della via della Seta, l’ Economic Union, l’Asia Infrastructure Investment Bank e altre, in grado di offrire alternative molto più convenienti rispetto ai meccanismi economici controllati dall’Occidente, ma in definitiva da Washington.

A tutto questo potremmo partecipare come principale Paese di quel cruciale mare interno che è il Mediterraneo, così come altri Paesi dell’Europa potrebbero giocare un ruolo importante in questo nuovo mondo che si disegna ogni giorno di più chiaramente, che ieri era solo una lieve filigrana ed oggi invece emerge come tratto distinto e incisivo. È proprio per questo che ci impongono, grazie a insensate costruzioni istituzionali come la Ue o a democrazie controllate ( vedi il caso francese) burattini come la von der Leyen che sono i garanti della guerra infinita con cui Washington spera di rallentare se non arrestare questo processo. Ci tengono rinchiusi nel passato facendoci credere che sia il futuro.

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