domenica 23 giugno 2024

Dl Sicurezza, un’altra legge fascistissima. Perché è il tassello che mancava nello Stato di Meloni.

Sta giustamente crescendo la mobilitazione antifascista contro le tre leggi di controriforma costituzionale del governo Meloni.

Dl Sicurezza, un’altra legge fascistissima. Perché è il tassello che mancava nello Stato di Meloni

Giorgio Cremaschi Sindacalista

Il premierato che rende inutile il Parlamento, il nuovo assetto della giustizia che sottopone la magistratura al controllo del governo, l’autonomia differenziata che distrugge la Repubblica. Sono leggi che stravolgono formalmente tutto l’assetto della nostra democrazia, dopo che questo è già stato messo in discussione sul piano sostanziale da austerità e guerra. Se queste controriforme autoritarie diventassero operative, in Italia sarebbe soppressa la Costituzione nata dalla Resistenza, cosa che ovviamente va benissimo ai neofascisti al governo, e la Repubblica avrebbe un regime simile a quelli di Orban o di Milei.

Però a questa costruzione reazionaria mancava ancora un tassello, quello di leggi di polizia adeguate al nuovo assetto costituzionale. Quest’ultimo tassello dello Stato autoritario e fascistoide che il governo Meloni sta costruendo è costituito dal disegno di legge n. 1660, a firma (non a caso) dei ministri Piantedosi, Nordio e Crosetto, meglio noto come nuovo dl Sicurezza. Questa legge inizierà tra pochi giorni il suo iter parlamentare con l’intento, dichiarato dal governo Meloni, di colmare un vuoto normativo nella efficace prevenzione di atti, sabotaggi e forme di conflitto percepite come “eversive”. Mescolati a un insieme di provvedimenti che vanno dalla tutela dei pentiti di mafia alla disciplina dei fuochi di artificio, ci sono veri e propri atti liberticidi, con lo scopo di colpire, dissenso, disagio sociale, proteste e lotte.

In primo luogo la legge 1660 lancia il neologismo del “terrorismo della parola”. Sotto questa fattispecie, che chiaramente colpisce unicamente le opinioni, viene colpito con una pena che va da due a sei anni chiunque detenga, o faccia circolare, in forma sia scritta che orale, testi ritenuti capaci di “sobillare” al compimento di atti o resistenze che coinvolgano uffici, istituzioni, servizi pubblici o di pubblica necessità. È chiaro che un provvedimento di questo genere mira a colpire chi sta col Palestina, chi vuole la pace, chi sostiene le lotte sociali e ambientaliste. È una nuova versione del reato di propaganda sovversiva del codice fascista Rocco, con cui si incarceravano gli antifascisti anche solo per sospetto. E ancora più grave è pensare a questo reato di opinione sotto le campagne maccartiste dello squadrismo mediatico, che già oggi colpisce intellettuali e attivisti. scomodi. Istituire il reato di terrorismo della parola è autentico fascismo.

L’articolo 7 dispone nuove norme sulla revoca della cittadinanza, e immaginiamo come e contro chi saranno usate. Lo scopriamo subito all’articolo 8 che, con riferimento alla sicurezza urbana, dispone modifiche sostanziali al codice penale nel contrasto dell’occupazione “arbitraria” di immobili. Le persone senza casa, quelle sfrattate e chi le aiuta a non finire in mezzo alla strada saranno punite con la reclusione dai due ai sette anni e la polizia potrà procedere in qualsiasi momento al loro arresto. Legge e ordine a difesa della proprietà e contro i poveri.

Il vecchio reato fascista di blocco stradale con cui si colpivano i cortei e gli scioperi viene perfezionato. L’articolo 10 sanziona con la reclusione da sei mesi a un anno coloro che non ottemperano al divieto di avvicinamento o accesso alle pertinenze del trasporto ferroviario, mentre l’impedimento della circolazione su strada viene inquadrato con un’aggravante speciale che prevede la reclusione da sei mesi a due anni se più persone bloccano in maniera coordinata la circolazione su qualsiasi arteria stradale, anche i cancelli di una fabbrica.

Gli articoli 12 e 13 esprimono tutto l’odio del governo Meloni verso i poveri e il disagio sociale, che si è già manifestato con l’abolizione del reddito di cittadinanza. L’articolo 12 abolisce l’obbligatorietà del rinvio della pena per donne incinte e madri di prole nei primi tre anni di nascita del bambino. Le madri povere partoriscano in galera, il garantismo vale per padroni e politici, mica per loro. L’articolo 13 colpisce i poveri che chiedono l’elemosina, che devono sparire per non danneggiare il decoro urbano. Anche i sindaci avranno nuovi poteri per cancellare il fastidio che dà la vista dei poveri, mentre aumenta la povertà.

Naturalmente Piantedosi, Nordio e Crosetto, con la benedizione di Salvini, si accaniscono contro i migranti. All’articolo 19 della legge si definiscono nuove misure di polizia sia nelle strutture di trattenimento che in quelle di accoglienza, senza nessuna distinzione tra le due categorie. Dalla legge Bossi-Fini in poi i migranti sono considerati criminali in quanto persone. La novità giudiziaria consiste nell’inasprimento della pena per chi partecipa a proteste all’interno dei lager, arrivando a proporre una pena da uno a 4 anni per la sola partecipazione, poi fino a 8 anni con le aggravanti e fino venti anni se durante l’ipotetica rivolta ci siano lesioni tra i coinvolti.

Ogni legge liberticida deve dare più potere e impunità ai poliziotti, la 1660 al capo 3 affronta la “tutela” del personale di polizia, delle forze armate e persino dei vigili del fuoco, sempre più militarizzati contro la loro stessa volontà. Viene disposto l’aumento di pena di un terzo in caso di violenza, o minaccia, o anche solo di resistenza nei confronti di un pubblico ufficiale, e bastano minime infrazioni a giudizio degli stessi agenti per essere incriminati. Uno slogan, uno sguardo giudicati minacciosi, e si verrà pesantemente incriminati. Tutti i componenti delle forze dell’ordine potranno poi avere e portare armi private, oltre a quelle ufficiali di ordinanza, senza bisogno di licenza. Centinaia di migliaia di cittadini della Repubblica avranno diritto all’arma libera senza dover sottostare alle autorizzazioni cui sono soggetti tutti gli altri. Una minaccia per la sicurezza di tutti, una scelta gravissima, violenta, da far west, del governo Meloni.

Nelle parti finali del provvedimento non poteva certo mancare il consueto anatema contro i gesti di protesta, soprattutto ambientalista, che usano un poco di vernice, spesso totalmente cancellabile. La sanzione è più grave se viene colpita una sede istituzionale, per cui si configura la lesione dell’onore del prestigio delle istituzioni, e viene inasprita in caso di recidiva, con aumento delle pene fino a tre anni e multa fino a dodicimila euro. Infine, nell’articolo 23 si presta particolare attenzione al potenziamento degli strumenti di controllo sociale, giustificato dalla necessità di prevenire il rischio di eversione dell’ordine democratico. Insomma controllo e spionaggio politico, come in ogni regime autoritario che si rispetti.

Nel 1925 Mussolini definì leggi fascistissime quel corpo di leggi che dopo l’assassinio di Matteotti voluto da Mussolini stesso, istituì formalmente la dittatura. Nel 1930 il codice penale Rocco dava sistemazione giuridica completa al tutto. In questi anni sono state prodotte leggi che hanno colpito la democrazia, la libertà e i diritti, spesso con responsabilità bipartisan. Oggi il governo Meloni le riprende e le aggrava tutte, con un corpo di nuovi leggi fascistissime su governo, magistratura, autonomia differenziata, a cui ora si aggiunge la 1660, un legge da stato di polizia.

Il 24 giugno saremo in piazza davanti a Montecitorio, e poi continueremo. Bisogna fermare il governo Meloni prima che sia troppo tardi.

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