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PABLO PICASSO, ARTISTA COMUNISTA
Pablo Picasso (Málaga, 25 ottobre 1881 – Mougins, 8 aprile 1973), probabilmente il più grande artista del XX° secolo, era comunista. Aveva dato prova del suo impegno civico con l’imponente capolavoro Guernica, con il chiaro messaggio pacifista e antinazista.
Il passo seguente fu però l’iscrizione al Partito Comunista Francese,
avvenuta nel 1944 e rinnovata di anno in anno fino alla morte.
Iscrizione che giustificò così:
“La mia adesione al partito comunista è il seguito logico di tutta la
mia vita, di tutta la mia opera. Poiché, e sono fiero di dirlo, non ho
mai considerato la pittura come un’arte di semplice piacere, di
distrazione; ho voluto con il disegno e con i colori, poiché queste
erano le mie armi, penetrare sempre più profondamente nella conoscenza
del mondo e degli uomini, affinché questa conoscenza ci liberi tutti
ogni giorno di più; ho provato a dire, a modo mio, quello che
consideravo come il più vero, il più giusto, il migliore, ed era
naturalmente sempre il più bello: i più grandi artisti lo sanno.
Si, ho coscienza di avere sempre lottato con la mia pittura, come un
vero rivoluzionario. Ma oggi ho capito che questo non basta più; questi
anni di oppressione terribile mi hanno dimostrato che dovevo combattere
non solamente con la mia arte, ma con tutto me stesso.”
(Pablo Picasso)
Fu ad esempio grazie alle sue litografie donate al PCF se la colomba divenne un simbolo di pace universale. Grazie alle numerose opere a sfondo politico e con la precisa motivazione di aver sempre portato avanti la “lotta per la verità, la pace e la libertà” nel 1962 gli fu conferito il premio Lenin per la Pace
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