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Ma certo, non c’è alcun dubbio che Israele abbia distrutto l’Iran e la sua industria degli armamenti, che Zelensky stia vincendo la guerra con la Russia in procinto di cadere da un momento all’altro e che Kamala Harris sia una persona intelligente, seria, capace. All’Occidente non rimane che quest’oppio, anzi questo Fentanyl sintetico per non prendere atto della realtà e tuttavia ormai il distacco dal mondo vero è così grande che gli stessi creatori di narrazioni cominciano a capire che la corda è stata troppo tirata. Uno degli oligarchi americani più in vista, Jeff Bezos, patron di Amazon e proprietario del Washington Post ha scritto un lungo editoriale sulla sua testata per giustificare il fatto che il giornale non farà endorsement per Kamala, cosa che ha suscitato una mezza ribellione in una redazione formata da lotofagi del globalismo. Tra le altre cose ha scritto che la gente ormai non crede più nei media tradizionali e che parteggiare per questo o quel candidato rende ancora più forte l’impressione che i giornali o le televisioni paludate siano di parte. Ed esprime anche una verità generale in merito a questo: “Chiunque non se ne accorga sta prestando scarsa attenzione alla realtà e coloro che combattono la realtà perdono”.
Non c’è dubbio che Bezos con questa mossa voglia evitare di essere considerato un nemico di Trump visto che con tutta probabilità questi sarà eletto presidente. E a tale proposito voglio sottolineare l’avvertimento lanciato nello stesso editoriale riguardo alla tentazione di massicci brogli elettorali che regna nel sinedrio democratico: “Le macchine per il voto devono soddisfare due requisiti. Devono contare i voti in modo accurato e le persone devono credere che contino i voti in modo accurato. Il secondo requisito è distinto dal primo ed è altrettanto importante”. Ma tornando a bomba pare di scorgere un cambiamento di rotta rispetto all’affabulazione indecorosa dell’informazione. Quella che proprio nei giorni scorsi abbiamo visto operare per quanto riguarda le elezioni in Georgia dove l’europeismo in salsa Nato è stato sconfitto nonostante le tonnellate di fondi dati alle migliaia di Ong che fungono da quinta colonna: la stampa occidentale ha riportato in maniera sfacciata e totalmente gratuita, priva di un qualsiasi appiglio, la tesi secondo cui la tornata elettorale sarebbe stata “rubata”. Una specie di giustificazione della rivoluzione colorata che si sta tentando di mettere in piedi. Il rifiuto del piccolo Paese alle pendici del Caucaso di essere la piccola Ucraina del futuro nonché di far parte di un’unione economica che erige fili spinati nei confronti della “maggioranza del mondo”, ha suscitato una rabbia infinita nelle centrali globaliste e dunque anche nell’informazione mainstream: la Georgia non solo si sta sottraendo alle grinfie occidentali, ma si è rivelata il temibile specchio del futuro e la prova per Usa ed Europa di aver perso ogni appeal, persino quello a pagamento.
Siamo insomma di fronte al panico terminale di un Occidente che ha rinunciato non soltanto alla verità, ma a tutti i valori fondamentali che lo hanno reso per un lunghissimo periodo di tempo un punto obbligato di riferimento. Minacce, ricatti, menzogne e pura propaganda vengono lanciati senza alcuna responsabilità o tentativo di giustificazione come se si fosse entrati definitivamente nell’era della “post-verità”. Del resto l’imbelle e mediocre intellighenzia occidentale e una classe politica corrotta, clientelare, terribilmente priva di idee, sono costrette a gonfiare e ripetere all’infinito le loro bugie per tentare di rimanere in sella. Però questo tipo di strategia sta rapidamente raggiungendo il suo limite intrinseco, oltre il quale cessa di funzionare e dà origine al caos. Purtroppo il panico che tutto questo sta suscitando si esprime in maniera rozza, per esempio col tentativo di censurare l’informazione al di fuori del mainstream e dunque non può che aumentare il tasso di menzogna fino a che non sarà troppo tardi.
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