L’Europa è il “paradiso dei paradisi fiscali“.
ilfattoquotidiano.it
La situazione, rispetto al 2021, è peggiorata “grazie”, si fa per dire, all’Irlanda che è entrata nella top ten dei paradisi fiscali. Lo Stato, già considerato un “paradiso” non ha infatti cambiato le proprie leggi anti-abuso fiscale, motivo per cui è rimasto indietro rispetto ad altri paesi.
Il nuovo Corporate tax haven index, tramite il quale è possibile stilare la classifica, è stato compilato dall’organizzazione non governativa Tax justice network, che da anni monitora le giurisdizioni fiscali di tutto il mondo e ne valuta gli effetti sull’economia. Secondo gli esperti dell’organizzazione, due terzi delle violazioni fiscali che vengono realizzati ogni anno nel mondo sono commessi da multinazionali che trasferiscono i loro profitti all’estero. Il rimanente è riconducibile a individui che nascondono al fisco nazionale le loro finanze offshore.
Secondo lo studio di Tax justice network attraverso i primi dieci
paesi della classifica transita il 44,6% degli investimenti esteri
diretti effettuati dalle multinazionali nei 70 Stati monitorati.
Si tratta di fondi “fantasma” che transitano senza
lasciare impronte nei conti degli Stati di provenienza e di
destinazione. Tax justice network ha calcolato che le 70 giurisdizioni
considerate nel Corporate tax haven index rappresentano l’86,67% di
tutti gli investimenti diretti esteri globali. Gli Stati Uniti hanno la
quota più grande con il 13,5%, seguiti dai Paesi Bassi con il 9,6% e dal
Lussemburgo con il 7,6%.
I primi tre paesi della classifica, cioè le Isole vergini britanniche, le Cayman e Bermuda restano i peggiori alleati per le casse pubbliche degli altri paesi. I tre paradisi fiscali hanno infatti ottenuto i peggiori punteggi possibili in tutti i 18 indicatori utilizzati. Le isole vergini britanniche e le Cayman non prevedono imposte sulle imprese mentre Bermuda prevedono una leggera tassa minima che si applica solo alle imprese che fanno parte di una multinazionale con almeno 750 milioni di euro di fatturato consolidato.
Secondo Tax justice network globalmente gli Stati perdono 84 miliardi di dollari all’anno in imposte sulle società solo per le multinazionali che usano Regno Unito e isole britanniche per pagare meno tasse. La perdita poi diventa di 169 miliardi di dollari se si allarga l’occhio agli individui benestanti che usano gli stessi paradisi.
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